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Repubblica.it: Secondary ticketing, Siae: "Da bloccare". EBay: "Noi garanzia per i consumatori"

"Un danno per tutto il sistema della musica", dice la Siae. Che bisogna combattere "anche bloccando all’ingresso degli eventi chi ha comprato biglietti sul secondario". Una garanzia per i consumatori, replica eBay. "Che una norma troppo restrittiva ora rischia di spingere sul mercato nero". L'ultimo scontro sul secondary ticketing, la rivendita di biglietti dei concerti su piattaforme online come Viagogo, Stubhub o Seatwave, è andato in scena giovedì alla Camera. In commissione Cultura continuano infatti le audizioni sulla norma inserita in tutta fretta, dopo il caso Coldplay, all'interno dell’ultima legge di Bilancio. Un testo che minaccia sanzioni tra 5mila e 180mila euro per chi tenta di piazzare online i ticket di ingresso, e nei casi più gravi l’oscuramento delle piattaforme di rivendita. Ora tocca al governo fissarne i decreti attuativi, cercando una difficile mediazione tra il diritto di ogni acquirente a liberarsi di un biglietto, difeso dalle piattaforme, e la rivendita di massa a prezzi maggiorati, contrastata da alcuni organizzatori di eventi e dalla Siae.
 
Rivendere un biglietto 
Su una cosa sono tutti d'accordo: in Italia, almeno per ora, il fenomeno del secondary ticketing ha proporzioni limitate. Venti, massimo venticinque eventi l’anno, ha detto il direttore generale della Siae Gaetano Blandini, in particolare quelli di grandi artisti internazionali come Coldplay e U2 o di superstar di casa nostra come Vasco. Tutti poi, almeno a parole, lottano per difendere i consumatori e il loro diritto a godersi uno spettacolo. Come però? Ecco il difficile. Perchè qualcuno magari ha comprato due biglietti per un evento che si terrà mesi dopo, non può più andarci, e vorrebbe evitare di perdere i soldi. La legge approvata a dicembre specifica che “non è sanzionata la vendita effettuata da persona fisica in modo occasionale e senza finalità commerciali” e la stessa Siae dice di non voler bloccare “il ragazzino che rivende i biglietti e magari ci aggiunge 20 euro per comprarsi la ricarica del cellulare”. Eppure la prospettiva di una sanzione fino a 180mila euro potrebbe tenere lontani molti: “Questa legge così restrittiva non ha eguali nel mondo e spingerà il secondario sui social network, in gruppi chiusi o, peggio, sulla strada”, dice a Repubblica Ander Michelena di Ticketbis, piattaforma ora confluita in Stabhub, parte del gruppo eBay. Un rischio che il colosso dell’e-commerce ha ribadito anche in audizione alla Camera, spiegando che le transazioni sulla piattaforma offrono una garanzia totale per l’acquirente, che in caso di mancata ricezione del biglietto viene rimborsato.
 
Bagarini 2.0
Ma oltre agli appassionati di musica, sulle piattaforme vendono anche bagarini professionisti che comprano i biglietti sul mercato primario e poi li piazzano a prezzi maggiorati, fino a dieci volte. Su quanti siano però le analisi divergono molto. Secondo Siae si tratta di “un mercato globale importantissimo, da 8 miliardi di dollari, come quello della cocaina”. Un “rastrellamento” che pregiudica la possibilità per gli appassionati di accedere agli eventi a un prezzo equo. Secondo eBay sono operatori “saltuari”: su Stubhub negli Stati Uniti il 60% dei biglietti vengono venduti al di sotto del valore nominale, nel Regno Unito il 40%. E mettere un tetto al prezzo, una delle ipotesi che circolano, avrebbe daccapo l’effetto di spostare tutto sul mercato nero: le transazioni online sono almeno tracciabili e viene assicurato il pagamento dell’Iva. Non è detto che i rivenditori paghino le tasse sui profitti, ma questo vale per tutto il commercio elettronico (e anche per quello fisico). Distinguere il venditore commerciale e quello occasionale, come si propone di fare la legge, è insomma molto difficile. Siae descrive una serie di accorgimenti che sono stati adottati per i concerti di Vasco e che alcuni organizzatori di eventi già attuano in modo sistematico, senza bisogno di leggi: limitare il numero di biglietti acquistabili per singola carta di credito, bloccare le transazioni sospette, diffidare la rivendita. Azioni che Siae è pronta a ripetere anche per l'ultimo caso, quello del concerto di Ed Sheeran. Blandini però arriva a paventare soluzioni più drastiche, come tracciare con l’aiuto dell’Agenzia delle entrate le carte di credito dei bagarini: “Arriveremo a bloccare chi ha quei biglietti all’ingresso dei concerti”. Minaccia ad effetto, ma difficile da attuare. La soluzione, dicono alcuni, potrebbe essere emettere anche per gli spettacoli musicali biglietti nominativi, come per le partite di calcio. Ma ad apprezzarla sono in pochissimi. Non organizzatori e piattaforme di ticketing, per cui costituirebbe un aggravio di costi, né gli stessi siti secondari, che temono diventi una leva per contrastare la loro attività.
 
Trasparenza e conflitti di interesse
Le varie inchieste sul tema però hanno portato in luce un altro aspetto: gli interessi incrociati tra organizzatori di eventi, emettitori di biglietti e piattaforme del mercato secondario. Dei documenti pubblicati dalle Iene hanno mostrato che per alcuni eventi è stato lo stesso ramo italiano di Live Nation, il principale organizzatore e agente di cantanti al mondo, a piazzare parte dei biglietti direttamente sulle piattaforme di rivendita, una pratica su cui ora indaga la procura di Milano. Mentre società di ticketing come Ticketmaster, che dal prossimo anno potrebbe arrivare in Italia, sono anche proprietarie di siti di secondary come Seatwave e GetMeIn. Siae riconosce che questo è un problema e ritiene che la norma italiana sia "all’avanguardia" nel combatterlo. Ma nel testo della legge, in attesa dei decreti attuatici, la battaglia sembra soprattutto contro le piattaforme di rivendita. “Il vero problema non è il secondario, ma la trasparenza nella vendita dei biglietti sul mercato primario”, replica Michelena di Stubhub. “Molti dei biglietti per gli eventi vengono distribuiti direttamente dagli organizzatori e non arrivano neppure alla vendita al pubblico”.