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"Ecco le nostre prigioni", il cd registrato in cella dai rapper violenti e pentiti

1 febbraio 2014 PARIGI - Fuori dal carcere grazie a una canzone. "Questo cd ci farà evadere" scherza Badri che ha ancora tre anni da scontare nella prigione di Luynes, un penitenziario ad alta sicurezza in Provenza dove ci sono detenuti famosi, come l'oligarca kazako Mukhtar Ablyazov. Insieme ad altri due rapper, Badri inciso Shtar Academy. Un progetto un po' folle e a fin di bene per convincere i più giovani che la cultura musicale gangster, con testi inneggianti a violenze, aggressioni e spaccio, non è poi così eroica. È il primo tentativo di smitizzare lo "shtar", la prigione in gergo giovanile, parlando ai ragazzi proprio attraverso il loro linguaggio.   I tre detenuti di Luynes sono stati convinti a lanciarsi nella nuova avventura discografica da Maloud Mansouri, un produttore musicale di Tolone, condannato a diciassette anni di carcere. Quando è stato liberato, nel 2008, Mansouri ha deciso di farsi portavoce di una battaglia di rieducazione per la gioventù bruciata delle banlieue, cresciuta all'insegna del rifiuto della legalità. Mansouri ha prima fondato un'associazione che organizza concerti nei centri penitenziari del sud della Francia. Un anno fa, ha proposto un festival di hip hop dentro a Luynes, a cui hanno partecipato tanti importanti nomi del rap francese. È stato allora, racconta il produttore, che ha immaginato di trasformare radicalmente i messaggi contenuti nella musica più ascoltata dai giovani e che spesso esprime odio contro la polizia, lo Stato, il "sistema" in generale.   Shtar Academy è diventato così il primo disco di rapper pentiti, o comunque critici sul loro passato criminale. Un disco registrato integralmente all'interno del carcere di Luynes. I testi delle canzoni sono stati scritti da Badri e da altri due detenuti, Malik e Mirak, che nel frattempo sono usciti di prigione e ora stanno promuovendo il cd in giro per la Francia. La direzione penitenziaria ha sorvegliato i contenuti del disco prima di dare l'approvazione ufficiale. "Ma non c'è stata censura" assicura il produttore. I testi raccontano le condizioni difficili nel carcere, la disperazione di vite buttate tra quattro mura. Un modo di svalutare, agli occhi dei ragazzi, la presunta gloria di chi finisce nello shtar. Per molti rapper francesi aver una fedina penale sporca è un vanto, è qualcosa che rafforza la loro "street credibility". C'è chi colleziona con fierezza condanne e fermi della polizia, come fossero medaglie.   Uno dei più noti, Booba, ha aggredito un autista di taxi ed è stato condannato a quattro anni, anche se ne ha scontati solo nove. Mister You ha scritto undisco, non assolutorio, dal carcere della Santé, dopo essere stato arrestato per traffico di stupefacenti e due anni di latitanza. Joey Starr è stato più volte fermato per aggressioni mentre Kaaris, uno dei rapper più popolari del momento, ha scritto la canzone Kalash, che inneggia all'uso del kalashnikov nelle banlieue. Il fatto sorprendente di questo disco di sovversione al contrario è che molti dei cantanti più celebri del momento hanno aderito al progetto. Alcuni dei brani di Shtar Academysono interpretati da star dell'hip hop come Orelsan, Soprano, e persino La Fouine, anche lui più volte arrestato per spaccio di droga. Tutti sono andati a Luynes per registrare, diventando così messaggeri di una buona causa, almeno per il tempo di una canzone.

in foto: Malik, Badri e Mirak

Fonte: www.repubblica.it

Idea Grafica di Giorgio Papallo.