La moda della cuffia che crea lo spettacolo senza più rumori
- Written by Assomusica Roma
- Published in Attualità
11/08/2015
CARLO MORETTI
Tutti rigorosamente da soli anche se immersi in una folla di simili. A osservarla da fuori, se si è capitati lì per caso, la scena risulta decisamente surreale: braccia che si muovono, corpi che si agitano, urla e voci che si alzano nel silenzio più assoluto. C’è un pubblico e ci dev’essere dunque anche uno show ma non si percepiscono né suoni né parole. In platea sono in migliaia, le orecchie coperte dalle cuffie senza fili, impossibile sapere cosa stiano ascoltando: si presuppone, comunque, che in fatto di musica o di spettacolo abbiano tutti gli stessi gusti.
Per ultimo è accaduto nello spazio aperto del Lincoln Center di New York dove duemila spettatori entusiasti hanno seguito con le cuffie il film The Rocky Horror Picture Show , il musical che dal 1975 richiama al cinema legioni di fan. In quarant’anni di repliche i gesti e le battute degli attori della versione cinematografica (il musical è nato a teatro due anni prima, nel ‘73) sono stati mandati a memoria in tutto il mondo e ad ogni proiezione si partecipa così ad una sorta di straordinaria messinscena collettiva: basti dire che nel 2011 al Cinema Mexico di Milano sono stati festeggiati i 30 anni consecutivi di repliche.
A New York, venerdì, si è fatto però molto di più e diversamente: per la prima volta, infatti, le vicende cantate di Riff Raff, del dottor Frank-N-Furter e della sua creatura Rocky Horror sono state seguite da ciascun spettatore in un dorato isolamento dal resto della platea e soltanto attraverso le cuffie. Così, nell’aria del Damrosch Park di New York, a un certo punto si è alzato un coro “a cappella” apparentemente del tutto fuori contesto, duemila voci che raccontavano di mostri creati dalla scienza e di gioventù corrotta. Ma era come se ognuna delle voci stesse cantando solo a se stessa: il tono tenuto dal vicino di posto per la battuta di Riff Raff nel momento topico non interessa praticamente più, persino l’urlo di esultanza della platea prende tutto un altro tono in un simile contesto, certamente sfumato dall’imbottitura della propria cuffia.
Nulla però sembra resistere alla nuova tendenza degli show con le cuffie senza fili, un fenomeno che - partito dalla musica - interessa ormai ogni tipo di spettacolo. Da qualche anno accade ai concerti di band come i newyorchesi Snarky Puppy e nei maggiori festival rock: a giugno è stato sperimentato al Flippaut di Bologna e a Glastonbury in Inghilterra, dove gli spazi dedicati alla dance e all’elettronica sono stati resi rigorosamente “audio free”: niente amplificazione né diffusori, per la tranquillità di chi abita nelle vicinanze dell’evento ma sicuramente anche con un effetto straniante per chi partecipa, a cominciare dall’assenza di impatto fisico del suono che, non viaggiando attraverso l’aria, ci arriva come depotenziato.
Le cuffie wireless si fanno largo anche a teatro, come nelle performance di teatro al buio organizzate dal gruppo “Manufatti teatrali” di Montevarchi: a metà luglio è stato messo in scena un Pinocchio senza fili - Le avventure di un burattino raccontate al buio e ascoltate in cuffie wifi . Mentre al Teatro Civico di La Spezia è andato in scena un Radiogiallo di Carlo Lucarelli seguito rigorosamente in “radiocuffia” dagli spettatori. Viste le temperature torride di questa estate, il loro uso viene incentivato nei cinema all’aperto: il Visionario di Udine ha organizzato in un’omonima arena trenta giorni di proiezioni fornendo gratuitamente ai propri clienti le indispensabili cuffie, sterilizzate ad ogni uso.
A Milano, dal primo luglio, l’Arianteo si è trasferito nel cortile del Chiostro della chiesa di Santa Maria dell’Incoronata dove i film si possono seguire in cuffie wireless: le due sale cinematografiche sono separate da uno schermo. Non c’è più neanche bisogno di dire: «Silenzio in sala!». Ognuno in cuffia ascolta ormai ciò che vuole.
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