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Beyonce e Kanye West i nuovi sovrani dei video musicali

Il mondo della musica è stato fra i più cambiati dalla diffusione di Internet e dei canali in streaming: se un tempo i fan di artisti come Michael Jackson aspettavano il debutto dei nuovi video musicali davanti al televisore, ora possono usufruirne in qualsiasi momento su Youtube. Ci sono però ancora artisti come Beyoncé, Rihanna e Kanye West i cui video musicali sono un grande evento, anche per la qualità della produzione o per i temi trattati. Kanye West, per esempio, ha di recente messo "a nudo", letteralmente, personaggi come Taylor Swift e Donald Trump nel video Famous.

Questo ha un ritorno di clic sui vari servizi in streaming, anche per le polemiche generate da queste scelte. Rihanna, d'altronde, vedrà il debutto del suo video addirittura sugli schermi Imax: la cantante delle Barbados ha infatti composto la musica per il prossimo capitolo di Star Trek.

Beyonce, poi, ha fatto diventare l'uscita di Lemonade un evento di un'ora sul canale via cavo Hbo.

Cresce il turismo musicale: un commento di Vincenzo Spera sul Sole 24 ore

Da un lato rock e pop che muovono le masse. Dall’altro classica e jazz che attivano nicchie di big spender. Il turismo legato alla musica è un segmento di mercato che gode di ottima salute: nel 2015 il numero di spettatori provenienti da altre regioni rispetto a quelle che ospitavano un evento è cresciuto del 6% sull’anno precedente. A fronte del pubblico totale dei concerti (6,1 milioni di ingressi), il 31,4% degli spettatori arrivava da fuori regione e, oltre la soglia dei 200 chilometri di distanza da casa, ha pernottato. Il 2,7% arrivava addirittura dall’estero.

Sono dati elaborati da Assomusica, l’associazione dei promoter che sul tema ha affidato uno studio a Cerved la cui pubblicazione è prevista in inverno. Una ventata d’ottimismo sulla stagione estiva 2016 che, se sul versante rock saluterà a giorni i ritorni di Bruce Springsteen a San Siro e David Gilmour a Pompei, su quello classico proporrà appuntamenti di grande impatto come il Festival Puccini di Torre del Lago e il Rossini Opera Festival di Pesaro, con Umbria Jazz che farà convergere su Perugia il popolo degli amanti dell’improvvisazione. La visione delle prime tavole rende idea della consistenza del fenomeno, mai prima d’ora indagato nel dettaglio. La piazza più “aperta” al turismo musicale è Verona, con l’Arena che vende fuori regione il 62% dei suoi posti a sedere e un significativo 3,2 per cento all’estero. Non male anche Torino, grazie al PalaAlpitour: 31% di pubblico da fuori regione, 2,5% dall’estero.

Milano, capitale della musica dal vivo, vede arrivare da fuori regione il 28,1% e dall’estero il 2,6% degli spettatori. Performance in linea con quella di Roma (28,7% da fuori regione e 2,8% dall’estero), mentre piazza decisamente più local è Napoli, con un 26% di pubblico proveniente da fuori regione e solo l’1% da fuori Italia. «Siamo di fronte a una in crescita del fenomeno turistico legato alla musica – spiega il presidente di Assomusica Vincenzo Spera – tutto sommato in linea con l’incremento delle performance dei concerti. Indotto ulteriore per un settore che già genera 640 milioni di giro d’affari». Pubblici diversi, diversi gli impatti sulla filiera turistica: «Gli eventi rock e pop – commenta Filippo Fonsatti, presidente della Federazione dello spettacolo dal vivo – muovono grandi numeri, quelli di lirica, sinfonica e jazz muovono big spender che prenotano strutture ricettive di fascia alta». Il mix di entrambi i fattori, secondo Ivano Massignan di Eventi Verona, «è alla base del successo del modello sorto intorno all’Arena, dove gli appuntamenti di leggera si bilanciano in cartellone con quelli di classica».

L’industria dell’accoglienza accoglie di buon grado il fenomeno: «Lirica, classica, jazz, musica pop – commenta Giorgio Plamucci di Confindutria Alberghi - fungono da attrattori per le nostre destinazioni coinvolgendo anche le strutture ricettive. Larga parte degli appassionati sceglie infatti la ricettività di tipo alberghiero». Parole che trovano conferma nell’attività del Sipario Musicale, tour operator milanese specializzato nei viaggi a tema in incoming e outgoing. «Ogni anno – racconta il responsabile marketing Andrea Cortelazzi – accompagniamo 6mila turisti italiani e mille stranieri in giro per i teatri e i festival lirico-sinfonici di maggiore prestigio, alla Scala e alla Fenice come allo Sferisterio di Macerata. Esiste una domanda ben precisa per questo segmento di mercato. Ed è una domanda in crescita costante». Musica per le orecchie del sistema dell’accoglienza.

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Su Repubblica il commento di Vincenzo Spera al nuovo brevetto Apple

ADELE e Joe Jackson sono arrivati a maltrattare i propri fan che dalle prime file li riprendevano con i telefonini, per non parlare di Keith Jarrett che se vede una luce in platea si alza e se ne va. In America ai concerti di Alicia Keys vengono distribuite custodie che bloccano l’uso dei cellulari, fino al termine dello show. Gli artisti le hanno provate tutte, dagli inviti a spegnere i cellulari fino al “Godetevi lo spettacolo, siamo qui dal vivo e in carne ed ossa per voi”, ma la battaglia è impari, il fascino del selfie sotto-palco sembra irresistibile. Fino ad oggi, almeno.

Succede infatti che la tecnologia, dopo aver liberato i suoi demoni, corra ora ai ripari contro se stessa. Secondo il blog Patently Apple, l’azienda di Cupertino ha brevettato già nel 2011 una complicata tecnologia che inibisce l’uso delle fotocamere dei suoi telefoni in luoghi in cui ne sia vietato l’utilizzo. E qualche giorno fa la Apple ha ricevuto la licenza per la commercializzazione del nuovo software, che consiste in un piccolo sensore a raggi infrarossi piazzato nelle vicinanze del palco in grado di bloccare le riprese da parte degli spettatori: all’accensione della fotocamera, infatti, sullo schermo del telefonino apparirebbe un avviso di blocco della funzione fino al termine dello show. Ma lo stesso sistema potrebbe trovare applicazione anche in altri luoghi sensibili per l’utilizzo di cellulari, come i musei.
 
Nella musica troverebbe comunque la sua applicazione più clamorosa. Da tempo ormai la platea dei grandi eventi, come i concerti negli stadi, si illumina grazie agli schermi di migliaia di cellulari accesi per riprendere video. Si assiste a registrazioni dell’intero concerto, con una qualità ormai anche in HD e di ripresa sonora al cui confronto i vecchi bootleg impallidiscono. I video vengono poi caricati sui vari social oppure spezzoni di concerto vanno in diretta su Periscope e Facebook Live sollevando problemi per quanto riguarda copyright e contratti di licenza. Mentre sui social network monta già qualche polemica per la limitazione della propria libertà o per il danneggiamento della visioni che le luci degli schermi comportano.
 
Ma una voce in controtendenza, in difesa dei fan dei concerti si alza dal presidente di Assomusica, Vincenzo Spera, che guida l’associazione che riunisce gli organizzatori di concerti: «Il piacere di ascoltare la musica resta un valore assoluto che non deve essere guidato dal commercio, e dietro queste misure io credo ci sia anche la volontà di favorire la commercializzazione di video e foto ufficiali con l’artista. Non va dimenticato che chi va ad un concerto lo fa per vivere un’esperienza indimenticabile, che solo un video o un selfie ai suoi occhi può certificare. Come faccio a dire ad un ragazzo che il suo cellulare deve essere bloccato dopo che ha fatto un viaggio di 300 chilometri per potersi fare una foto sotto al palco di Vasco in uno stadio pieno? Gli aspetti commerciali non devono sopraffare quelli emotivi, che sono importanti allo stesso modo».

 

Brexit, ecco che cosa succederà alla musica

Dopo la decisione della Brexit, e in attesa di capire quali saranno le soluzioni dell’UE, il magazine IQ ha parlato con professionisti del mondo della musica per farsi raccontare le possibili ripercussioni. «È importante minimizzare le divisioni fra noi. Siamo in un mondo nuovo e dobbiamo andare avanti con spirito positivo. La musica britannica è forte e di successo e resterà una parte essenziale della cultura europea» ha spiegato Andy Heath, direttore del gruppo UK Music che rappresenta gli interessi del settore in Parlamento. «Serve una voce unita per assicurarsi che, quando ci saranno i negoziati, si tengano in considerazioni gli interessi dell’industria musicale. Ovviamente nelle prossime settimane saranno prese molte decisioni importanti. In autunno ci saranno un nuovo Primo ministro e un nuovo governo» ha proseguito Jo Dipple, della stessa associazione.

A decidere che cosa accadrà saranno anche i mercati, ha specificato Mark Mulligan della compagnia per la ricerca nel mercato musicale MIDiA. «La transizione sarà molto più semplice se l’atteggiamento prevalente sarà minimizzare la divisione nella regione». Ha poi proseguito: «Acquistare prodotti e servizi da tutto il mondo, non solo in Europa, sembra che sarà sempre più costoso per le aziende di qualsiasi dimensione a causa dell’indebolimento della sterlina, ma dall’altra parte potrebbero crescere le esportazioni».

Compagnie più grandi come Live Nation, secondo il presidente John Reid, non dovrebbero essere toccate in modo eccessivo. Il problema potrebbe riguardare soprattutto le startup e le compagnie più piccole. Un’altra questione riguarda invece le leggi sul copyright affrontate nel digital single market. «La Brexit minaccia lo sforzo di uniformare le leggi sulla proprietà intellettuale, proteggere i dati dei consumatori, eliminare le tariffe di roaming e le restrizioni fra i Paesi europei per contenuti come film e show televisivi» ha commentato Thomas Lee sul San Francisco Chronicle.

«I tour saranno più difficili ma non si interromperà del tutto la libertà di movimento. Sono sicuro che ci sarà un visto europeo» ha commentato, fra i musicisti, Matt Healy della band 1975. Altri colleghi sono invece stati più negativi, esprimendo su Twitter il loro disappunto per una «democrazia che ha fallito per colpa della disinformazione».

Pino Sagliocco di Live Nation Spain a favore del secondary ticketing

Pino Sagliocco, presidente di Live Nation Spain, ha deciso di affrontare il tema del secondary ticketing come voce fuori dal coro. «La rivendita è inevitabile ed è sempre esistita. Tutti hanno il diritto di rimettere sul mercato il loro biglietto. Quello che mi piace di più è che questo processo è controllato per assicurarsi che i titoli siano autentici» ha detto.

Sagliocco ha anche affrontato la crescita molto rapida del numero di festival a Madrid, spiegando che c’è troppa offerta rispetto alla domanda.

Anton Lockwood di DHP Family aveva invece spiegato al magazine IQ, dopo la pubblicazione del rapporto Waterson, che la rivendita non dovrebbe essere permessa: «Il biglietto è un contratto fra il promoter del concerto e il cliente, non si può decidere di rivendere un biglietto aereo per esempio». 

Uber e Pandora insieme per la musica in auto

Uber, la compagnia di taxi privati, ha stretto un accordo con Pandora per far ascoltare musica in streaming ai passeggeri. Pandora sarà integrata nell’app di Uber, senza pubblicità né abbonamenti, e all’inizio la musica potrà essere controllata solo dagli autisti ma questa possibilità si espanderà presto anche ai passeggeri.

Il sito Mashable ricorda che non è il primo accordo del genere per Uber, che due anni fa ne aveva annunciato uno con Spotify.

La stagione dei festival fra malanni e maltempo

Anche la stagione dei festival può essere funestata dai disastri. Lo sanno bene in Gran Bretagna, dove spesso chi partecipa a Glastonbury ha a che fare con il maltempo. Quest’anno, invece, il problema per la grande kermesse inglese ha riguardato l’intestino dei partecipanti. È infatti scoppiata un’epidemia di virus dovuto, sembra, alle nuove toilette organiche che producono una forma di compost.

Secondo il Bath Chronicle, un’epidemia di E.Coli è in questo momento in corso in Somerset ma non è chiaro se si sia diffusa anche nel sito del festival. Il quotidiano ha aggiunto che la farmacia del festival ha finito anche le medicine, vista la portata del problema. Il direttore del festival Ben Challis ha però detto al magazine IQ di non aver sentito parlare della questione.

Un problema ben più grave si è verificato dopo l’Electric Daisy Carnival a Las Vegas: Kenani Kaimulua, 20 anni, è morta dopo essere collassata nel parcheggio dell’evento di musica elettronica. Suo padre Dane ha confermato all’Associated Press che nel suo organismo sono state trovate droghe che hanno contribuito alla morte, portata però soprattutto dal caldo record del deserto, arrivato a 43 gradi Celsius. Questa morte segue quelle di due persone a Tampa, lo scorso maggio, e cinque al Forever Summer nelle Filippine. Dal maggio 2015 sono stati 25 i morti a un festival.

Il festival Southside, e il suo gemello Hurricane, hanno dovuto invece chiudere i battenti dopo la pioggia torrenziale che ha colpito la Germania, nella zona del Baden Wuerttemberg. L’agenzia di promoter FKP Scorpio ha spiegato che il sito del festival era già sommerso venerdì notte, dopo che il concerto dei Rammstein si era svolto senza intoppi. Bar, palchi, uffici, backstage sono poi stati letteralmente sommersi dall’acqua e le persone presenti sono state evacuate.  Non è ancora chiaro se i biglietti saranno rimborsati ma gli eventi sono già programmati nuovamente per il 2017.

 

Parte oggi il festival di Glastonbury, fra i grandi nomi Adele e Coldplay

 

 

Parte oggi il festival di Glastonbury, uno dei più importanti in Gran Bretagna. All’evento, che andrà avanti fino a domenica, parteciperanno alcuni dei più grandi nomi della musica mondiale, come Adele, Coldplay, Beck, Muse, Earth Wind and Fire, Cyndi Lauper. I palchi sono moltissimi e gli eventi musicali inizieranno quasi tutti da domani, con qualche anticipazione. Il clou invece arriverà nel lungo weekend.

Da oggi comunque si può trovare il posto per la propria tenda e iniziare a capire come muoversi nel sito, nel Somerset, nell’Inghilterra centrale, difficile anche solo da raggiungere a causa del traffico.

 

Chiude i battenti il festival All Tomorrow’s Parties

È stato cancellato il festival All Tomorrow’s Parties, forse il più famoso in Islanda e frequentato anche da fan stranieri. Negli ultimi mesi c’erano state diverse cancellazioni da parte degli artisti, anche a causa di dispute sui pagamenti, oltre a problemi con le location stesse.

Resteranno invece in piedi, con amministratori diversi, i festival con lo stesso logo previsti a Londra, a cui dovrebbe partecipare anche il regista e musicista John Carpenter.

L’ATP esisteva dal 1999 e aveva visto la partecipazione di artisti in generale alternativi come Yeah Yeah Yeahs, The National, Animal Collective, Pavement, The Flaming Lips, The Breeders, My Bloody Valentine, Portishead, Mudhoney, The Mars Volta, Vincent Gallo, Mogwai, Sonic Youth, Modest Mouse e il creatore dei Simpson Matt Groening.

Un altro rivenditore di biglietti approda su Facebook

 

Facebook si sta confermando sempre più un canale anche per la vendita di biglietti. Ora è Ticketbud a essere salito a bordo per utilizzare la funzione introdotta solo di recente. Ticketbud, azienda basata in Texas, permetterà ai clienti di integrare un widget per l’acquisto di biglietti direttamente nel social network.

Gli utenti di Facebook al momento sono stimati intorno ai 1.5 miliardi e, negli Stati Uniti, l’87 per cento del tempo passato su uno smartphone o un tablet è speso sulle app piuttosto che sui browser. 

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