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Assomusica Roma

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2015, la ripresa per il cinema e i concerti

Il 2014, confermano i dati Siae, è per lo spettacolo italiano un anno di graduale uscita dalla crisi, seppure con molti chiaroscuri. Ma a far parlare di ripresa sono soprattutto i numeri dei primi 5 mesi del 2015 con il cinema che tra gennaio e maggio vede crescere i biglietti venduti del 3,2%, la spesa al botteghino del 7,55%, la spesa del pubblico dell’8,71%. Con notizie buone pure per i concerti e parzialmente per teatro e lirica (che a fronte di un aumento della spesa al botteghino del 2,39% e della spesa del pubblico del 2,81% vede però diminuire del 6,16% offerta di spettacoli e del 3,91% il numero dei biglietti).

L’industria italiana dello spettacolo «può vivere e generare ricchezza e occupazione, se riesce ad avere un ambiente legale che le consente di farlo », dice il presidente Siae Filippo Sugar che lancia il nuovo sito della Società degli autori e degli editori, online da oggi. E annuncia per i prossimi mesi un lavoro di mappatura dell’intero settore culturale e creativo italiano, «con gli stessi criteri usati in Francia e da altre associazioni di autori europee».

 

Fonte: 

REPUBBLICA 

Siae: 2015, la ripresa per il cinema e i concerti

di Redazione

 

La musica è finita? No, ora però regala i cd

Provate a chiedere a chi ha meno di 25 anni quanti cd possieda, o l'ultìma volta che ha sentito l'album intero del suo artista preferito. Probabilmente vi guarderà come se foste arrivati direttamente dall'età della pietra. La rivoluzione digitale ha di fatto ucciso il mercato discografico, riducendo le vendite a numeri impensabili venti o anche solo dieci anni fa.

Quando gli U2 hanno deciso di regalare il loro ultimo album a chiunque avesse un account iTunes, non hanno fatto un'operazione benefica, hanno soltanto anticipato quello che sarebbe avvenuto da lì a poche settimane: il download illegale del disco da parte di milioni di persone. Tanto i soldi veri si fanno altrove. Sul palco. Il live è diventata la fonte primaria di guadagno per quasi tutti gli artisti. Guadagni colossali per le star, buoni per gli arasti di media grandezza, l'unico modo per tirare la carretta per i più piccoli.

L'alternativa non esiste, come dimostra il proliferare di concerti, festival e rassegne che si svolgono in tutto il mondo, Italia compresa. Ormai quello è il vero business, il supporto fonografico (per usare un termine del secolo scorso), ormai è ridotto a gadget. E SE SI LEGALIZZA la marijuana, allora perché non legalizzare il bootleg? La registrazione clandestina dei concerti che ossessionava i fan fino agli Anni 90. Poi iniziarono i Pearl Jam a vendere loro stessi live grezzi sul sito della band. Abitudine presa anche da Bruce Springsteen. Ma l'idea della Usb cotta e mangiata subito dopo lo show è l'ultima frontiera della disperata guerra per far comprare al pubblico qualcosa che contenga musica: "Mark Knopfler dopo il concerto vende la penna Usb dello show", racconta Mimmo D'Alessandro di D'Alessandro & Galli, uno dei più importanti organizzatori di concerti in Italia, patron del Lucca Summer Festival. "Lo spettacolo ti ha emozionato? Ti porti via l'audio, per celebrare il ricordo".

Gli Africa Unite arrivano a regalare l'album a chi va ai loro concerti. D'altra parte, se si riuniscono anche Albano e Romina Power, significa che il gioco vale la candela. Scherzi a parte, Mimmo D'Alessandro non ha dubbi: "La musica dal vivo, a livello medio-alto, non conosce crisi. Il pubblico non sembra avere problemi a spendere centinaia di euro per Robbie Williams o Elton John, quei biglietti sono andati a ruba, ma succede anche che pochi euro siano troppi persino per un gruppo eccezionale, ma poco noto da noi, come i Los Lobos".

Il Lucca Summer Festival, è giunto alla diciottesima edizione ed è in continua crescita. Quest'anno, spiega D'Alessandro, ha battuto tutti i record di vendita. Non la pensa molto diversamente il direttore artistico della Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, Flavio Severini: "Record di fatturato quest'anno", anche grazie alla decisione, che ha fatto storcere il naso a qualcuno, di ospitare artisti come i vincitori di Sanremo, II Volo, o i trionfatori di Armc, Thè Kolors: "Ma quest'anno, le date sono 41, contro le 26 dell'anno scorso - si difende Severini - è giusto che l'organizzatore sappia dare uno spaccato di tutto quello che offre ilmercato".

Ma non c'è inflazione, troppa concorrenza? A Roma le scorse settimane ci sono stati in contemporanea concerti di Noel Gallagher e Paul Weiler, Jovanotti ed Elton John. Presto si sfideranno Ben Harper e i Subsonica, i Verdena contro gli Spandali Ballet. "Nessun problema, pubblici diversi", afferma Severini. "E probabile che tra Noel Gallagher e Paul Weller qualcuno abbia dovuto fare una scelta. Come è possibile che Francesco Renga sia stato penalizzato dalla seconda data allo Stadio Olimpico di Tiziano Ferro". Ma se tutti ridono, chi piange? I medio piccoli a quanto pare. Forse, ma anche no, spiega Eric Bagnarelli di Comcerto, che non solo porta artisti in rassegne maggiori, ma si occupa di alcuni dei principali festival "indie-rock" in circolazione, Spilla ad Ancona, il Vasto Siren, Sexto 'Nplugged a Sesto al Reghena: "In Italia non ci sono festival paragonabili a Glastonbury, eventi che ormai muovono economie importanti, anche per l'indotto sul territorio. I nostri numeri sono ancora piccoli, ma le rassegne sono geograficamente ben distribuite. C'è un mercato e un interesse crescente, ma si parla comunque di una nicchia.

MA FA BUSINESS? O comincia a farlo? "Con tutte le cautele del caso" secondo Bagnarelli: "Ogni festival è una macchina delicatissima basata su mille equilibri e le economie vanno avanti per miracolo. A volte basta un'estate climaticamente sfortunata come quella dell'anno scorso perfarsaltare dei concerti e anche i conti. La cosa positiva è che ad organizzarli sono sempre più piccole imprese e meno apparati istituzionali. Non è più possibile che nel 2015 ci siano manifestazioni che dipendono da contributi pubblici. Poi c'è il nostroterritorio:siamocarenti su molte cose, ma di sicuro possiamo offrire luoghi storici incomparabili nei quali svolgere i concerti, come Ferrara Sotto le Stelle, che mantiene da anni un livello molto alto".

"E un Medioevo vivo", dice Mimmo D'Alessandro, riferendosi alla cornice che ospita i concerti a Lucca, che non a caso raccoglie il 68% di presenze straniere. Un'opinione probabilmente condivisa da Bob Dylan, che ha molto apprezzato la cornice delle Terme di Caracalla. A proposito del vecchio Bob: è un dato di fatto che i dinosauri del rock siano quelli che attraggono di più, anche un pubblico giovane. Ma le nuove leve? Esiste un ricambio generazionale? "Il rischio in prospettiva è che si perda la qualità", sostiene D'Alessandro". "Se i dischi si fanno con il computer, dal vivo chi suona? Sulla distanza non possiamo certo affidarci ai fuoriusciti dai talent".

Fonte: 

FATTO QUOTIDIANO 
La musica è finita? No, ora però regala i cd
di Luca Raimondo

Accordo quadro Inail-Assomusica

10/07/2015

Ieri a Roma, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, è stata illustrata dal Presidente Inail Massimo De Felice la relazione annuale 2014 dell’Istituto. Sul tema è intervenuto anche il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti.

All’interno della relazione ha suscitato grande interesse e riscontri positivi l’Accordo Quadro firmato tra Inail e Assomusica nel novembre 2014, accordo a cui ha avuto seguito il Seminario Nazionale “La sicurezza sul lavoro nell’organizzazione dei grandi eventi di spettacolo”, organizzato lo scorso marzo presso la sede centrale Inail a Roma e a cui hanno preso parte il Presidente Inail Massimo De Felice, il Presidente Assomusica Vincenzo Spera, il Presidente Agis Carlo Fontana e i maggiori esperti nel campo della sicurezza nei grandi eventi di spettacolo.

fonte: musicalnews.it
http://www.musicalnews.com/articolo.php?codice=31012&sz=6

 

Anche su:

 

NOTIZIE NAZIONALI.IT

http://www.notizienazionali.net/notizie/musica-e-spettacolo/8585/accordo-quadro-inail-assomusica

 

 
L'OPINIONISTA.IT

http://www.lopinionista.it/notizie/roma-presentato-laccordo-quadro-inail-assomusica-314952.html

 

 
NOTIZIE NAZIONALI.IT 

http://www.abruzzoindependent.it/news/Accordo-quadro-Inail-Assomusica/15978.htm

 

 
COMUNICATI.NET 

http://www.comunicati.net/comunicati/varie/359595.html

 

 
BLUBARFESTIVAL.IT 

http://blubarfrancavilla.blogspot.it/

 

 GEONEWS.COM 

http://it.geosnews.com/p/it/abruzzo/roma-presentato-l-accordo-quadro-inail-assomusica_7140931

 

EVENTOABRUZZO.IT 

http://www.eventoabruzzo.it/accordo-quadro-inail-assomusica/

 

 

 

 

Ac\\Dc, inferno elettrico a Imola in novatamila

UNA volta in questo autodromo sfrecciava la Ferrari. Ora di rosse ci sono solo le corna simbolo degli Ac/Dc, che indossano quasi tutti i 90mila spettatori, ubriachi di gioia e anche di birra (ma solo in bicchieri di carta, vietate lattine e bottiglie). La band simbolo dell’hard rock mondiale è tornata in Italia dopo 5 anni e un nuovo disco, Rock or bust , che ne ha rinverdito il successo. Soprattutto è la prima volta senza Malcolm Young, chitarrista fondatore della band col fratello Angus, che ha mollato per problemi di demenza, rimpiazzato dal nipote Stevie. Per tacer di Phil Rudd, batterista appena condannato per droga e minacce di morte, sostituito dal rientrante Chris Slade. Dettagli: il pellegrinaggio verso Imola è costante, riempie treni e pullman e intasa tutto il giorno Autosole e via Emilia. «È l’appuntamento più affollato dell’estate 2015: 90mila biglietti ma potevo venderne 150mila volendo», gongola il promoter Claudio Trotta. Che promette: «Staremo qui fino al 2018, ci porteremo i grandissimi. Springsteen? Lo dite voi. Ma io non ce lo vedo fermo per la terza estate di fila...». Ed è difficile che il Boss torni a Milano: «Brilla per pochezza musicale e San Siro ha troppi problemi di acustica ».
Di sicuro in qualunque stadio un concerto così scatenerebbe canee di comitati di residenti: si toccano i 107 decibel, con cui gli Ac/Dc ribadiscono perché si sono battezzati con la sigla della corrente alternata e continua. Si comincia con un cartoon di Armstrong e Aldrin che mettono piede sulla Luna per poi essere carbonizzati da un meteorite infuocato con la scritta Ac/Dc che decolla per la Terra e cade su Imola. E così parte il singolo Rock or bust , per pescare nel passato conShoot to thrill , Hell ain’t a bad place to be e soprattutto Back in black , la canzone col riff di chitarra più celebre di sempre, tre accordi di Mi5/Re/La che nessuno può dire di non aver mai ascoltato. E se non basta l’energia degli strumenti e del falsetto graffiante di Brian Johnson (con coppoletta grigia) ci sono anche 8 torri audio, 7 maxischermi, giochi di luce strabilianti, la solita campanona che scende a metà serata per Hells bells . L’elettricità è nell’aria, nella grinta degli Young e soci (che – è questa la magia – restano credibili anche ora che sommano 312 anni in 5), nella gioia dei 90mila innamorati. Scaletta di 20 canzoni, tutte tra il 1974 e il 1981 a parte le nuove. Lasciando per il bis, con sapienza, il superclassicoHighway to hell . Se l’inferno è questo, chi vuole il Paradiso?
 
Fonte:
REPUBBLICA a pag. 41
Ac\Dc, inferno elettrico a Imola in novantamila
di Luigi Bolognini
 
Fonte: La Repubblica

In sei mesi mercato cresciuto del 23%

Nel mese di maggio sono stati 29,3 milioni gli italiani che si sono collegati al web almeno una volta nel mese. L’audience di internet dai dispositivi mobili è rappresentata da 20,4 milioni di utenti nel mese, superando anche a maggio l’uso quotidiano di internet da computer (12,5 milioni di utenti online da pc nel giorno medio). Lo dice Audiweb nel suo rapporto mensile. Tra i siti e le applicazioni più consultati nel mese si confermano quelli di ricerca e i portali generalisti (rispettivamente con il 91,2% e l’89,6%% degli utenti online) e i social network (86,8%). I siti di news raggrupano 20,6 milioni di utenti. 

musica

In sei mesi mercato cresciuto del 23% 

Cresce ancora il mercato discografico in Italia: lo hanno mostrato i dati del primo semestre 2015 diffusi dal presidente di Fimi Enzo Mazza nel corso della presentazione a Milano dei New Music Fridays, l’iniziativa che fissa al venerdì la pubblicazione in contemporanea mondiale dei nuovi dischi (dal 10 luglio) e delle classifiche di vendite della settimana precedente (dal 17 luglio, in molti paesi fra cui Italia, Regno Unito, Germania e Francia). Nei primi sei mesi del 2015, il mercato è cresciuto del 23% annuo. A guidare questo incremento lo streaming (+37%) che vale il 26% dell’intero mercato. 

 

Fonte: 

 

SOLE 24 ORE 
In sei mesi mercato cresciuto del 23%
di Redazione

11° Rapporto Annuale Federculture – Cultura, identità e innovazione la sfida per il futuro

Mercoledì 8 luglio alle ore 10:30 presso la Sala Accademica del Conservatorio di Santa Cecilia è stato presentato l’11° Rapporto Annuale di Federculture dal titolo “Cultura, identità e innovazione la sfida per il futuro”. La pubblicazione, presentata nell’ambito dell’Assemblea Generale della Federazione ed edita dal Sole 24 Ore, analizza annualmente lo stato dell’arte della cultura in Italia e si è trasformata negli anni in un punto di riferimento per gli operatori del settore grazie anche all’obiettivo di creare una piattaforma di proposte per orientare le scelte verso una nuova qualità dello sviluppo, centrato sulla valorizzazione dell’identità territoriale e sulle potenzialità delle produzioni culturali.

L’analisi condotta sull’immenso patrimonio artistico e culturale italiano mostra numerose criticità che vanno dalle risorse finanziarie limitate ai complessi meccanismi di collaborazione pubblico-privato che stanno trasformando questa ricchezza in un elemento potenziale e non concretamente competitivo. La difesa, la valorizzazione e il rilancio del patrimonio e delle attività culturali e artistiche sono operazioni essenziali da mettere in atto urgentemente per restituire il giusto valore alle istituzioni culturali e riportare le politiche culturali al centro degli interessi della società civile. La cultura, infatti, superandone la concezione come fenomeno di consumo e mero intrattenimento può e deve divenire il vero fattore in grado di risollevare la società dal declino morale e civile attuale, nel quale la progressiva perdita dei valori mina la pace e la convivenza civile.

Lo studio comprende anche un focus su scenari alternativi di estrema attualità come il crowdfunding o l’art bonus che si vanno affermando sempre più come risultato della progressiva riduzione delle forme di finanziamento pubblico.

Tra gli interventi presenti nel volume la prefazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i contributi del Ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini, del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, del direttore del Louvre Jean-Luc Martinez e del fondatore dell’associazione Libera don Luigi Ciotti.

Alla presentazione del volume, i cui contenuti sono stati illustrati dalla relazione del Presidente di Federculture Roberto Grossi, ha partecipato anche  il Ministro  Dario Franceschini.

Fonte: Federculture.it

Ora stupite con la cultura si mangia

 
Ora stupite: con la cultura si mangia • HSwg e La Sapienza hanno condotto una ricerca sui motivi che spingono gli italiani a «consumare» momenti culturali.  Li illustra il sociologo Enzo Risso in esclusiva su l'Unità. Dai film Garrone, Moretti e Sorrentino passati per Cannes agli shows di Caparezza ora in tour, dai racconti di Stephen King attesi per novembre alle mostre, conta soltanto quanti biglietti staccano, quante copie vendono i libri? Schiacciati da un culto-tritasassi per il dio-mercato, una ricerca dell'Swg con La Sapienza di Roma sposta l'obiettivo e regala sorprese. Come il farci sapere che il 48% degli italiani vorrebbe visitare più musei; che, in barba ai leghismi, il 56% vorrebbe conoscere più luoghi e altre culture e viaggiare; che il 40% vorrebbe più musica dal vivo. L'istituto di ricerca con il suo direttore scientifico e docente di sociologia a Macerata Enzo Risso ha condotto questa innovativa analisi sui consumi culturali con il Centro interdipartimentale di ricerca e servizi Digilab dell'università romana diretto dal professore Fabio Grasso, insieme a docenti tra i quali Alberto Marinelli in primo luogo, che insegna Teoria e tecniche della comunicazione e dei nuovi media; Romana Andò, ricercatore di Teoria e analisi delle audience, Giovanni Ragone, docente di Storia dell'arte e spettacolo. Ci pare non esista qualcosa di analogo in Italia. I dati sono stati raccolti a fine 2014 su un campione di un migliaio di persone rappresentativo della popolazione per strati sociali, età, zone geografiche, grado di cultura.
Passione e conoscenza È Risso a illustrare la ricerca: «È strutturata in otto "orbite". Noi andiamo a teatro, al cinema o in vacanza non solo in base all'utilità o al prezzo, ma anche in base a come questo ci rappresenta. Le otto "orbite" sono i fattori che sovrintendono il consumo di cultura, cioè i motivi per cui compriamo un libro, andiamo a una mostra, stiamo in panciolle».
 
Il primo fattore è «Contemplazione e creatività» e «coinvolge quasi il 20% delle persone. Per loro la cultura è un luogo di passioni, di creatività, di ricerca del bello: si compra per star bene, per coltivare le pulsioni più profonde, per dare spazio alla propria creatività. E se la ragione principale è questa e non è non sentirsi il sentirsi "in", allora si può capire meglio perché alcuni grandi mostre hanno avuto successo. Andare a vedere Van Gogh è un modo per stimolare la propria creatività, per cercare il bello. Un motivo altrettanto importante è la «conoscenza a tutto tondo », ovvero l'acquisire conoscenza; è la seconda orbita e riguarda il 18%». Parlare di «consumo» non però una contraddizione?.
«No, non è in questo senso che parliamo di consumo culturale. Ne rilevare che la cultura fa star bene significa denigrarla. Al contrario: ricordiamo che il cinema nasce come divertimento, pure il teatro e la danza nell'antica Grecia erano un momento di distrazione».
 
Divertirsi o sentirsi élite? Il direttore scientifico di Swg indica altre «due orbite»: nella terza, chiamata «Esperienze dirette» transita il 14,3% circa delle persone. «È chi vuole vivere direttamente la cultura andando in un museo e non in rete, visitando città d'arte, facendo esperienze eno-gastronomiche particolari come prendere il lardo di Colonnata dal piccolo produttore e non via internet, andando a sentire Vasco Rossi o Bruce Springsteen per vivere e sudare il concerto».
 
Riguarda invece il 12,7% la quarta «orbita», «Accesso esclusivo», opposta in qualche modo alla terza: «Riguarda chi vuolesentirsi parte di un'elite anche se non ne fa parte. Volendo fare un esempio, potrei cita re l'andare alla "prima" della Scala o all'Arena di Verona o a uno spettacolo di teatro d'avanguardia: l'esperienza mi fa sentire diverso da altri e uguale a pochi altri».
 
«Queste sono le prime grandi quattro orbite che sovrintendono le scelte culturali - continua Risso - Altre sono più di nicchia. L'll,4%, "Tecnologia e web", è totalmente legato a internet, all'essere sempre informati sulle novità, sulla tecnologia; per lui o lei la cultura significa costante innovazione». Passiamo alla sesta motivazione indicata dagli italiani intervistati, «Titoli e comunicazione»: «Per il 9,5 % la cultura è un modo per migliorare la propria condizione sociale, per saper stare al mondo e dialogare.Non rappresenta la maggioranza come negli Sessanta-Settanta, eppure è una quota importante, dopo la sbornia degli anni Ottanta e Novanta in cui contavano solo i soldi che si potevano fare senza sapere niente».
 
Nella settima voce, «Religione e tradizione», la ricerca individua un 8,3% del totale: «Qui si consuma cultura attraverso riti e feste per riscoprire radici, siano esse religiose siano laico-identitarie». Nell'ultima e ottava orbita, «Partecipazione», ruota il 6,3%. «È la cultura vissuta come strumento per partecipare, è far parte di associazioni tipo la banda di paese. È un segmento minoritario, però ha un certo peso», osserva Risso.
 
 
Conoscere per star bene Risso ritiene cruciale anche la domanda sul perché si «consuma cultura». Erano possibili più risposte. L'opzione più gradita è risultata il voler «migliorare le proprie conoscenze» con il 67% delle risposte affermative, seguite dal «crescere come persona» (57), «conoscere meglio il mondo» (50), «condividere interessi e passioni» (37), Agli ultimi posti si collocano il «passare il tempo con i familiari» (11), «estraniarmi dal mondo» (7) e, all'ultima emblematica posizione, finisce il «sentirsi importante» con il 6%. Anche le risposte per descrivere cosa sia la cultura, suggerisce il sociologo, sono significative. Il questionario prevedeva più possibilità in una scala da - 3 (motivazioni negative) a + 3. Quelle positive hanno visto primeggiare «la curiosità che stimola un viaggio» e «un libro da cui imparare» (entrambi a +1,7), seguiti dal «rimanere incantati davanti a un'opera d'arte stupenda» (+1,6). In negativo spicca l'intendere la cultura come «una persona che si sente superiore agli altri» (-1,0), l'idea che sia «una perditadi tempo» (- 0,9), che la cultura riguardi chi è «distaccato dal mondo» (-0,8), che sia «qualcosa di vecchio» (0,7). Infine , non piacciono le «sale da concerto affollate da persone saccenti» (-0,6) e, ultima figura, chi vieneidenUficato come «un professorzSIrroccato nel suo sapere» (0,5).
 
fonte:
UNITÀ 
Ora stupite con la cultura si mangia
di Stefano Miliani

Vasco, Jovanotti, Tiziano Ferro: è l'estate degli stadi

Tre tour, dodici stadi, trentacinque concerti, oltre un milione e trecentomila spettatori potenziali. Se c'è una stagione in cui per la canzone italiana valgono i grandi numeri è proprio quella dell'estate 2015, segnata dalla contemporanea presenza nei templi del calcio di tre pesi massimi delle hit-parade quali Vasco Rossi, Jovanotti e Tiziano Ferro.

Tre artisti differenti con tre idee di spettacolo differenti chiamate a ridefinire a loro modo il peso specifico di ciascuno visto che oggi, con la musica "liquida", le radio e il moltipllcarsi delle piattaforme digitali su cui ascoltare canzoni gratuitamente o quasi, il valore di mercato dei grandi interpreti non lo danno più i dischi d'oro e d'argento in bacheca ma il box-office. Una novità sono i raddoppi di concerti nello stesso stadio, fenomeno abbastanza limitato fino a qualche tempo fa che invece quest'anno conosce un incremento esponenziale grazie proprio a Rossi, che raddoppia in ben sei delle otto città incluse nel suo itinerario, Jovanotti, che canta per tre notti a San Siro, o Ferro che, al suo primo tour nei grandi spazi, replica sia la tappa dell'Olimpico che quella di San Siro.

La scelta è dovuta alla richiesta del pubblico ma anche a quel 20-25 per cento di risparmio a replica, visto che i costi di allestimento dello stadio e quelli per il montaggio-smontaggio dell'apparato tecnico è più conveniente ammortizzarli su due che su un solo show. Anche se non traboccante di pubblico, una seconda data in cartellone consente poi un certo alleggerimento di presenze della prima, con conseguente risparmio anche sul numero degli addetti alla sicurezza. Tanto per Jovanotti che per Ferro, infine, il successo negli stadi serve da traino alle vendite dei concerti nei palasport già pianificati per l'autunno, seppur ancora in attesa di ufficializzazione.

E a breve pure Raiuno dovrebbe ufficializzare uno speciale sull'autore di Sere nere girato sopra e sotto al palco. Che nonostante gli alti costi (solo dietro al tour di Ferro c'è un investimento tra i 4 e i 4 milioni e mezzo di euro), i tour negli stadi siano un affare per gli artisti lo dicono le cifre; che lo siano anche per le città ospitanti lo dicono gli alberghi pieni e le pretese delle amministrazioni. Basta pensare a Firenze, unica città con Milano ad accogliere tutti e tre le tournée, dove per la concessione dello stadio il Comune esige il 2,5% degli incassi più 100 mila euro di ripristino del manto erboso; qualcosa come 280 mila euro. Se lo show di Vasco Rossi è una celebrazione del rock, quello di Ferro è una celebrazione di se stesso, mentre il "Lorenzo negli stadi 2015" di Jovanotti un crocevia di tante storie raccontate dal grande schermo con una magniloquenza tale da portare in secondo piano perfino i musicisti.

Tenuto conto che lo spettacolo di Rossi, con la sua ritualità e la sua imponente struttura metallica, è il più tradizionale dei tre, il ragazzo fortunato e l'idolo di Latina portano negli stadi un'opposta idea di futuro. Jovanotti gioca su grandi idee, splendidi filmati (a cominciare da quello iniziale con una futuribile Omelia Muti), mentre Ferro sulla perfezione di uno strabiliante trionfo dell'hi-tech e colpi a sensazione come quello di volare sulle teste dei fans sospeso a due cavi d'acciaio o sulla cima di un enorme braccio meccanico mobile. Certo è che, soprattutto per lo spettacolo di Ferro (prima dei bis fa proiettare sui maxischermi ad alta definizione la celebre "preghiera della serenità" del teologo statunitense Reinhold Niebuhr: «Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conosceme la differenza»), è di qualità tale da competere a distanza con i più sofisticati tour intemazionali. Investendo su se stessa, l'Italia della musica cresce pure negli stadi. 

Fonte: 

AVVENIRE
Vasco, Jovanotti, Tiziano Ferro: è l`estate degli stadi
di Massimo Gatto

Napoli capitale dei concerti italiani

 
Ieri sera il Plebiscito s'è popolato per i tré tenori del Volo, venerdì notte Fuorigrotta ha cantato e ballato con Vasco Rossi. Migliaia di persone sono arrivate in città attirate dalla musica, dal divertimento, dai concerti: vuoi vedere che gli spettacoli possono trasformarsi in traino poderoso per il turismo? Sull'argomento vola basso Giuseppe Gómez, organizzatore napoletano del concerto di Vasco: «Ovviamente c'è attenzione a Napoli, ma di qui a dire che à estate prossima ci saranno decine di concerti di star intemazionali ce ne passa».
 
E sull'effetto presenze spiega: «Un concerto non produce un turismo stanziale, sarebbe da sciocchi dire che è così. Però una scossa all'economia arriva certamente. Provate a chiedere ai commercianti di Fuorigrotta come sono andati gli affari venerdì». Confermiamo: bar e ristoranti hanno avuto impennate di vendite e questo è certo. >Apag.30 > Treccagnoli e Vacalebre allepagg.30e31 Le sfide della città Napoli capitale dei concerti «II futuro si progetta oggi» II manager eventi in esclusiva per il Sud, il turismo ripartirebb Paolo Barbuto Ieri sera il Plebiscito s'è popolato per i tré tenori del Volo, venerdì notte Fuorigrotta ha cantato e ballato con Vasco Rossi.
 
Migliaia di persone sono arrivate in città attirate dalla musica, dal divertimento, dai concerti: vuoi vedere che gli spettacoli possono trasformarsi m traino poderoso per il turismo? D mondo degli imprenditori turistici si mostra scettico, quello degli organizzatori di concerti ci spera, la porzione di città che si è ritrovata coinvolta nei due eventi è entusiasta perché gli affari sono andati a gonfie vele. Ma ogni cosa va guardata dalla prospettiva giusta. ÑÛ vive di turismo spiega che un paio di concerti non possono rappresentare un volano per il turismo. Salvatore Naidi, presidente di Federalberghi, nell'intervista che leggete qui sotto chiarisce che gli hotel di Fuorigrotta hanno venduto qualche camera in più, ma «per far diventare Napoli attrattivanel mercato degli show dal vivo è necessaria una programmazione accorta e, soprattutto, bisogna che di eventi ce ne siano dieci, venti, in una sola estate. Due soli concerti non bastano. Ma è un buon inizio».
 
Per Cesare Foà, tour operator che si occupa di incoming e membro della giunta naziona le di Assotravei che raggnippa gli agenti di viaggio, invece, quello dei concerti è un mercato che non porta sviluppo, è fine a se stesso: «Chi segue un cantante arriva esclusivamente per il concerto. Spesso porta con sé anche il cibo: nessun contributo all'economia del luogo dove si svolge la manifestazione», chiosa in maniera puntuale. Per avvalorare la sua tesi racconta un episodio del recente passato: «Quando a Napolinel2013sièesibito Bruce Springsteen abbiamo preparato pacchetti turistid che prevedevano soggiorno e biglietto per il concerto. Non ne abbiamo venduto nessuno. Chi è venuto a guardare il Boss non era interessato a fermarsi in atta...». Il fatto, però, è che Napoli sta diventando interessante per il mercato delle esibizioni dei cantanti, sia di quelli italiani che delle grandi star internazionale. L'esperienza attuale,coniconcertidi Vasco Rossi e quello che verrà di Jovanotti, ha acceso i riflettori sulla città. I prezzi per ottenere lo stadio sono decisamente più moderati rispetto alle altre grandi piazze italiane, la risposta del pubblico è eccellente, così pare che i grandi organizzatori internazionali si siano accorti che Napoli può essere un buon palcoscenico, magari a partire dai prossimi tour del 2016. Sull'argomento vola basso Giuseppe Gómez, organizzatore napoletano del concerto di Vasco: «Ovviamente c'è attenzione a Napoli, ma di qui a dire che l'estate prossima ci saranno decine di concerti di star intemazionali ce ne passa». È onesto Gómez, anche quando si parla di sviluppi L'organizzatore Gómez: due esibizioni non impattano sull'economia ma servono a riportare in auge 
la città L'esperto Foà:neanche Springsteen portò il boom di turisti: ² ("'ßÏ+ßÏ+² l t Leu l LI non creano indotto turistici legati alle esibizioni negli stadi: «Un concerto non produce un turismo stanziale, sarebbe da sciocchi dire che è così. Però una scossa all'economia arriva certamente. Provate a chiedere ai com- mercianti di Fuorigrotta come sono andati gli affari venerdì».
 
Confermiamo: bar e ristoranti intomo al San Paolo hanno avuto impennate di vendite e questo è certo. Adesso, però, è il momento della svolta. Come si fa a passare da due concerti del 2015 a venti negli anni successivi? «Si guarda quel che accade - sorride Peppe Gómez - e ci si entusiasma». Il concetto viene chiarito subito dopo, con enfasi: «Venerdì sera al San Paolo ci sono stati solo gioia e divertimento. Non un momento di tensione ne di caos, solo qualche abituale svenimento e un piccolo incidente per una caduta sugli spalti: questo significa che, nella notte di Vasco, Napoli è finitainvetrinaper un evento positivo. E a furia di eventi positivi tutta la città trae beneficio e il mondo dei tour intemazionali riscopre questo luogo. Io sono fiducioso: i concerti possono diventare un motore trainante per questa atta, soprattutto se arrivassero esibizioni in esclusiva per il Sud. Basta aver fiducia». Prossima tappa II 26 luglio toccherà a Jovanotti esibirsi nello stadio San Paolo E c'è grande attesa perii maxi-show tra fulmini e cartoon della star Vasco II palco di Vasco Rossi al San Paolo visto dal prato. Nell'accordo in definizione tra il Napoli e il Comune la possibilità di tenere i concerti è il punto di frizione -tit_org- Effetto concerti, il manager: «Una scossa per l’economia» - Napoli capitale dei concerti «Il futuro si progetta oggi»
 
Fonte: 
MATTINO NAPOLI a pag. 30
Napoli capitale dei concerti italiani
di Paolo Barbuto

La musica che passa per le mani

Sfere multimediali regalano stimoli tattili e visiviuna tecnologia che permetterà ai non udentidi

seguire i concerti di Bollani e Fresu a Umbria Jazz

 

IL PROGETTO

Provare l'emozione della musica dal vivo, avvertire le vibrazioni in grado di colpire le

corde più profonde dell'anima non è più una questione per chi ha il privilegio di avere l’udito. Perché oggi

la strada che va dagli strumenti musicali al cuore non ha più bisogno di passare dalle orecchie. E anche

chi è sordo può godersi appieno un concerto. In Italia è già accaduto, lo scorso 29 maggio a Torino in

piazza Vittorio Veneto in occasione dello show di Francesco Bearzatti al Torino Jazz Festival, e accadrà di

nuovo, domenica 12 luglio nella cornice di Umbria Jazz a Perugia. Lì anche i non udenti potranno

assistere alle performance di Stefano Bollani e della Paolo Fresu Bass Bang. Come? Grazie alla

tecnologia Toyota Sensitive Spheres.

 

IL SISTEMA

Si tratta di sfere multimediali e interattive che vibrano e

assumono diverse colorazioni in base alle note musicali suonate dagli artisti sul palco. Quelle note

diventano stimoli tattili e visivi che riescono a offrire ai sordi la possibilità di sentire le frequenze degli

strumenti a cui le sfere sono collegate. Questa esplosione di musica, vibrazioni e colori dà vita

all'esperienza del Toyota Sensitive Concert, show estremamente coinvolgente per tutto il pubblico, senza

distinzioni fra chi ha il dono dell'udito e chi no. Il progetto è nato in collaborazione con l'Ente Nazionale

Sordi, e sono stati proprio i non udenti a comunicare, dopo il primo esperimento di Torino, il loro parere

riguardo alla performance. In vista del concerto di Bollani e Fresu a Umbria Jazz, che si terrà presso

l'Arena Santa Giuliana di Perugia, Toyota ha ulteriormente migliorato le Sensitive Spheres,

implementando una nuova interfaccia di controllo, il “sound control”, che rende le sfere ancora più

interattive: attraverso una manopola, è possibile comandare i dispositivi, selezionando quale strumento o

quale tipologia di strumenti far riprodurre. Con una piccola rotazione, la sfera cambia immediatamente

colore e vibrazione.

 

I PRECEDENTI

Nel 2009 in Italia fu tentato un esperimento simile, dal titolo

“Sosteniamo le mani”, al quale partecipò il cantautore Eugenio Finardi. Allora però gli strumenti erano

molto più “artigianali”, e al posto delle sfere c'erano dei palloncini. Ora si può contare invece su soluzioni

hi-tech, come appunto quella proposta da Toyota. Più recente invece il progetto del compositore olandese

Kyteman in collaborazione con Vodafone, che nel 2014 ha riadattato il brano Stay with me di Sam Smith

per una 19enne non udente, Vera van Dijk. In quell'occasione la ragazza, che dalla nascita è in grado di

percepire solo alcuni suoni, aiutò il compositore a realizzare una versione della canzone con un'orchestra

di diciotto elementi che potesse essere godibile anche per una persona con limitate capacità uditive. Il

concerto si è tenuto davanti a 400 persone, e sembra che sia stato un vero successo.D'altronde come lo

spettacolo a Torino, dove con le mani appoggiate sulle sfere luminose c'erano anche tante persone che non

hanno il problema della sordità. «Abbiamo la volontà di utilizzare la nostra mission della Human

Innovation concretamente a favore di tutti i cittadini, nessuno escluso», fanno sapere dall'azienda

automobilistica giapponese. «È per questo che, dopo aver ascoltato le esigenze dei sordi, da sempre

tagliati fuori dall'emozione dei concerti di musica, abbiamo deciso di scendere in campo e agire».C’è da

vedere se questi esperimenti possano portare veramente a superare le barriere di certi handicap. Certo, in

molti sosterranno che ascoltare un concerto dal vivo e “percepirlo” soltanto non sia la stessa cosa. Ma se è

vero (come è vero) che la musica è un linguaggio universale, soluzioni come questa servono a renderla

ancora più alla portata di tutti.

 

Fonte Il Messaggero

 

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