Le 10 regole per organizzare il concerto perfetto
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Lui, Andrea Pontiroli, è quello che nel 2005 si è inventato il Magnolia, forse la novità più interessante dell'ultimo decennio per quanto riguarda la musica dal vivo a Milano. Ed è quello che, insieme ad altri operatori culturali della città ha creato Santeria, spazio polivalente che è contemporaneamente caffetteria, galleria d'arte, concept store e molto altro. Ha anche organizzato il celebre concerto pro-Pisapia che ha chiuso la campagna elettorale meneghina nel maggio 2011, ed è a capo di un'agenzia di booking e management musicale.
Il suo libro, Un concerto da manuale - Soluzioni semplici per organizzare spettacoli (304 pagine, 14 euro), è quanto di più esaustivo sia mai stato pubblicato in Italia riguardo l'organizzazione di concerti in tutti i suoi aspetti: artistici, organizzativi, legali, promozionali, economici. Tutti, sul serio, anche quelli che nemmeno immaginavamo esistessero. Potrebbero trovarlo assai utile sia i neofiti che sognano un futuro da promoter, sia coloro che queste cose già le fanno, magari cadendo in fallo di tanto in tanto.
Ma non immaginatevi un mattone illeggibile: Pontiroli affronta la stesura del manuale con chiarezza esemplare e provvidenziale ironia (come superare indenni, altrimenti, un capitolo minacciosamente intitolato S.I.A.E., E.N.P.A.L.S., S.C.F.?), incorporando anche gli interventi di una lunga serie di figure professionali coinvolte nella faccenda - band, uffici stampa, etichette discografiche, light designer, fonici, light designer, direttori artistici, hospitality manager, esperti di economia e di produzione di eventi - e la prefazione di Enrico Molteni dei Tre Allegri Ragazzi Morti.
In occasione dell'uscita del volume nelle librerie, gli abbiamo chiesto le dieci regole per organizzare il concerto perfetto. Eccole.
1. Mangiare un’idea
" Parte tutto da una semplice idea, che deve essere lo stimolo, il sogno, la visione di quello che vuoi fare. Prendi tutto quello che per giorni crei nella tua testa, lo fai scontrare senza pietà con la realtà dei fatti e avrai l'idea chiara, pulita da eccessi e carica di pragmatismo, che stavi cercando."
2. Missione impossibile, ma per tutti
" Sapere molto bene le difficoltà e le economie che andranno affrontate, e condividerle con tutti coloro che parteciperanno al tuo evento. Solo così ogni figura sarà responsabilizzata e sarà motivata a superare ostacoli e a mettere tutta la propria professionalità per un fine comune."
3. Squadra d’attacco e di attacchinaggio
" Avere i numeri giusti significa scegliere le persone adatte per ogni mansione, attirare talenti e metterli alla prova sul campo, creando uno staff competente e motivato che lavori insieme per curare tutti gli aspetti dell'evento: dalla gestione economica alla promozione, passando per l'area tecnica e quella della somministrazione, non trascurando nulla."
4. Just a perfect day
" Il caso deve essere dalla tua parte. Senza contattare maghi e indovini, con un po' di esperienza, e avendo ben presente il calendario della città e del territorio, puoi azzeccare il giorno adatto evitando il poltergeist di calamità naturali e metereologiche o la compresenza di altri quindici eventi imperdibili proprio quel giorno alla stessa ora."
5. Dove lo facciamo
" La location aggiunge molto all'evento stesso e può decretarne il successo o il fallimento, perché ogni luogo ha i suoi perché e i suoi perché no. Valutare tutto e tenere presenti l'acustica (per un concerto è tutto), la familiarità del pubblico con quella zona e quel locale, se sono raggiungibili e come, la facilità con cui si può parcheggiare, la predisposizione dei punti bar e delle uscite di sicurezza. Valutare se la location ha una sua storia o è un contenitore vuoto."
6. Come lo chiamiamo, come lo diciamo
" Azzeccare il nome, mettendolo al di sopra di pregiudizi lessicali o speculazioni pubblicitarie. Costruirci intorno la grafica, coordinandone l'immagine per tutto quello che sarà l'aspetto visivo dell'evento (dai flyer promozionali alla cartellonistica, agli allestimenti dei palchi). Lavorare con un ufficio stampa, e orizzontalmente sedurre il web, costringendolo a parlare del tuo evento senza obbligarlo. Il passaparola rimane lo strumento migliore."
7. Diventare bipolari
" O come un Giano bifronte essere allo stesso tempo pubblico e organizzatore. Se c'è un biglietto d'ingresso, da pubblico vorrai essere trattato di conseguenza, dai servizi di guardaroba al bar fino all'accesso ai bagni. Da organizzatore vorrai che tutto fili liscio come l'olio. Con un grande lavoro e tanta attenzione per i dettagli, con un grande rispetto per tutti quelli che hanno scelto la tua serata invece di andare da un'altra parte o stare in casa, riuscirai ad arrivare alla fine del tunnel."
8. Non sbagliamo i conti altrimenti sono guai
" Non tutti sanno fare di conto, ma non esiste concerto che non preveda una contabilità e molteplici aspetti fiscali, dall'ENPALS alla SIAE, passando per aliquote e fatture. Un piano economico serve a capire se tutto quello che si sta facendo sta in piedi, e quali sono i rischi e i possibili guadagni. Se non è proprio il tuo pane quotidiano fatti affiancare da un commercialista, ché un segno + o - fa la differenza."
9. Chi ha fretta perda tempo
" La produzione di un evento richiede parecchio tempo oltre a quello che si impiega per far di conto, chiedere e ottenere permessi e licenze, contattare assicurazioni, mettere sotto contratto tutti gli operatori e assicurarsi che tutto avvenga nelle regole. Poi viene l'evento, che ha i suoi tempi, che devono essere preparati e apparecchiati a dovere. In molti casi un artista va accolto, gli va dato del tempo per provare, va seguito per tutto quello di cui ha bisogno e messo sul palco al momento dell'esibizione. Perdere tempo a volte serve a ricordarsi che alla fin fine lo spettacolo è la parte centrale del tuo lavoro, se manca quello possono stare tutti a casa."
10. La tensione non finisce mai
" Fino alla fine non bisogna dare nulla per scontato: schegge impazzite, gestione della sicurezza troppo autoritaria o rilassamento al momento sbagliato possono compromettere tutto. Nessuno deve farsi male, né chi lavora né chi assiste. Lo spettacolo deve essere tale per tutti, e l'ultima cosa che deve accadere è sempre la più brutta, quindi mai abbassare la soglia di attenzione, mai sottovalutare indizi, tracce, sentori che possono segnalare qualcosa in divenire. Alla fine the show must go on, ma le persone vanno rispettate in tutto e per tutto sempre."
fonte: wired.it
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