Amo suonar e in chiesa un luogo di speranza
- Scritto da Assomusica Roma
- Pubblicato in Attualità
Patti Smith domenica ha visitato la casa natale di Papa Giovanni XXIII a
Sotto il Monte, «perché non ero mai stata a Bergamo, e delle città in cui suono cerco sempre di conoscere il più possibile: architettura, storia, le personalità importanti. E poi Giovanni è il Papa della mia gioventù. miei erano testimoni di Geova, ma ammiravano il Papa del Presidente Kennedy, colui che l’aveva aiutato a risolvere la crisi dei missili a Cuba. Ho visto i suo vestiti, la croce che portava, il “certificato di povertà” assegnato alla sua famiglia.
È stato interessante, anche emozionante». Impossibile non pensare al Concerto di Natale del 13 dicembre (in tv il 24 dicembre alle 21 su Raidue) che porterà Patti Smith a due passi da San Pietro, nell’auditorium di via della Conciliazione: «Non è vero - racconta lei - che ad aprile, quando ho parlato brevemente con Papa Francesco in piazza San Pietro gli ho chiesto di essere invitata.
Molti dimenticano che ho partecipato anche all’edizione 2013. Ho grande stima di Francesco, per la sua bellissima semplicità e il carisma naturale, per l’intelligenza che dimostra e per le umili origini che condivide
con Giovanni.
Ma i concerti, tanto più se trasmessi in tv, non si fanno per una persona, si fanno per la gente, ed è per questo che ho accettato di tornare al Concerto di Natale».
Qualcuno si è stupito per la sua presenza alle porte del Vaticano, altri (pochi, ma abbastanza rumorosi) si sono scandalizzati. «È perché non conoscono la mia storia - dice -, non sanno che nel 1971 le mie prime apparizioni pubbliche sono state in una chiesa di New York, dove leggevo le mie poesie accompagnata alla chitarra. Le prime parole del mio primo disco sono: “Gesù è morto per i peccati di qualcuno, non per i miei”, era il grido di battaglia tracotante di una ventenne che rivendicava il diritto di scegliere e di sbagliare, non certo un attacco o una critica». Dopo Bergamo ieri, Patti Smith è a Parma (stasera), Rimini (domani), Udine (il 5), Vicenza (il 6),Napoli (l’8) e Catanzaro (10). E aNapoli, guarda caso, suona nella Basilica di San Giovanni Maggiore: «Amo suonare nelle chiese - commenta lei -, racchiudono le speranze degli uomini e le loro preghiere, le loro meditazioni. Mi ci sono sempre avvicinata con grande rispetto, lì non ho mai suonato ad alto volume, ho sempre scelto le canzoni giuste, con l’atmosfera giusta per il luogo e per la gente che le frequenta».
In Italia, Patti ha con sé le bozze del suo secondo libro, che uscirà nel 2015 («Parla della vita, di come la vedo e la vivo, è un libro del tempo presente»), ma questi concerti per lei hanno soprattutto il senso di un omaggio a suo marito Fred Smith, musicista, morto nel novembre di 20 anni fa: «Per la prima e - credo - ultima volta sono sul palco i nostri figli Jackson e Jessica: abbiamo pensato che suonare insieme in Italia, un Paese che amano e in cui la famiglia continua ad avere un ruolo fondamentale nella società, sarebbe stato il modo migliore per ricordare Fred. Facciamo uno spettacolo molto semplice, acustico, in cui però non mancano Because The Night e People Have The Power, scritta con mio marito. Per noi la musica non è un modo per far soldi, per ribellarsi ai genitori, per divertirsi o stupire: è un modo per dire che Fred è ancora vivo e che è con noi, è per questo che siamo in Italia»
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