facebook   Ita FlagUK flags
A+ A A-

Piazza Plebiscito piange e canta un’emozione per centomila

NAPOLI
CINQUANTAMILA ad aspettare Pino. Altrettanti in arrivo: dal lungomare, dal Rettifilo, dal centro storico. Napoli si è mossa, ben oltre le aspettative, come accadde in quel giorno di settembre del 1981 quando l’intera città sembrò riversarsi proprio in quella piazza per ascoltare il concerto di un artista che in fondo si era affacciato sulla scena soltanto da qualche anno. Ma che era già una sorta di cantore riconosciuto delle inquietudini della Napoli di allora. E di quella di oggi, evidentemente. In questa stessa piazza, stasera alle 19 si svolgeranno le esequie “napoletane” del musicista. In quella stessa basilica di San Francesco di Paola davanti a cui, ieri sera, la Napoli semplice e spontanea di fan di tutte le età si è data appuntamento.
L’appello è partito ovviamente da Facebook e l’orario fissato era le 20.45. Ma i primi devo sono arrivati intorno alle 18, riempiendo con un continuo andirivieni piazza Plebiscito e l’adiacente piazza Trieste e Trento. Davanti a quel teatro San Carlo in cui Pino si esibiì, nel 2000, su invito di Luca De Filippo, nel centenario della nascita di Eduardo.
Una folla impressionante che converge verso un palco immaginario, occupandone lo spazio. Si predispone sotto il sagrato della basilica. Qualcuno occupa anche i ponteggi e i basamenti delle statue equestri. Appaiono due chitarre, un basso, dei bonghetti. Ma ovviamente vengono sommersi dai cori, nella immensa piazza a forma di teatro. Qualcuno si lamenta: «Almeno un megafono potevano portarlo». Sui ponteggi sono appesi due striscioni, su uno c’è scritto «Per sempre con Pino», sull’altro «Cià wagliò», in anglo-napoletano, un omaggio alle contaminazioni linguistiche tipiche del cantautore scomparso È il riscatto dei concittadini amareggiati che volevano la camera ardente e non l’hanno avuta, che si sono incamminati verso Roma restando fuori da un obitorio triste, dove la musica è mancata subito, tenuta fuori da formalità e burocrazia. L’amore per l’artista scomparso prematuramente sono le mille luci dei telefonini accesi, che fanno da torcia, da lume, da scintilla, trasformando la piazza in una scia luminosa.
Il traffico si paralizza, intorno al San Carlo. Si blocca per ore. Non tutti sono riusciti ad unirsi al flash mob. Almeno altri cinquantamila, bloccati nelle loro auto, lungo le arterie di via Marina e del Rettifilo.
I cori partono appena lo spazio è riempito, le canzoni si alternano alle invocazioni “Pino Pino Pino”. La chiamata all’artista che non c’è più, che non tornerà per concedere il bis. raffiche di selfie e di applausi concludono un accorato “Napule è ‘na carta sporca/ e nisciuno se n’importa/ e ognuno aspetta ‘a sciorta”. La scena ha qualcosa di sacro. In piazza persone di tutte le età, e si confondono gli uni con gli altri, senza formare gruppi separati. E già si annuncia per stamattina alle 11 un’altra manifestazione dei Verdi ecologisti nella stessa piazza, “Napule è” sarà eseguita da un gruppo di mandolinisti e sullo schermo montato allo storico Gran Caffè Gambrinus saranno proiettati i video di Pino Daniele.
Dopo lo choc di lunedì mattina, con la notizia che correva sui media e sui social network sfidando lo stupore e l’incredulità, ieri Napoli si è svegliata nella piena consapevolezza della sua perdita. Al cospetto di una ferita fresca, di un dolore tutto da assimilare. Classica mattinata di gennaio, assolata e fredda. Epifania amara, che sarà difficile dimenticare. le radio private inevitabilmente trasmettono i suoi classici, più le canzoni antiche che quelle più recenti.
Ultima modifica ilMercoledì, 07 Gennaio 2015 19:35