Elton John e Bob Dylan a Caracalla? L’Opera di Roma si finanzia anche così
- Scritto da Assomusica Roma
- Pubblicato in Attualità
Carlo Fuortes *
Caro direttore, vorrei fare alcune doverose precisazioni nel dibattito sui finanziamenti pubblici alla musica ospitato su
La Stampa
. Non è esatto affermare, come fa Sandro Cappelletto nella sua domanda a Carlo Fontana e Salvatore Accardo, che “Per la prima volta vengono finanziati progetti legati al mondo del pop, del rock e del jazz. Musicisti come Bob Dylan, Elton John e Ludovico Einaudi sono stati invitati nella stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma...”. A queste parole un indignato Salvatore Accardo sottolinea come sia sbagliato che il Teatro usi i finanziamenti pubblici per il pop!
Ebbene, al di là dei giudizi di merito su cosa dovrebbe finanziare o meno lo Stato, il dato di fatto è che per l’organizzazione dei tre concerti non si è usato un solo euro di finanziamento pubblico. Il costo complessivo dei tre concerti (comprensivo di cachet, spese tecniche e di ospitalità, maschere e altro personale impiegato e compresa anche la quota di noleggio della struttura allestita per l’intera manifestazione) è di poco inferiore agli 800 mila euro. Costo totalmente “finanziato” dai biglietti venduti: 1.158.631 euro per 11.945 spettatori. Anche al netto delle tasse da pagare rimane un utile di qualche centinaio di migliaia di euro che andranno a finanziare gli spettacoli di opera e balletto del Teatro!Questo è uno dei motivi che mi hanno indotto a inserire nella stagione estiva di Caracalla questi tre concerti, ma non è il solo. Credo fermamente nella straordinaria attualità del linguaggio del teatro musicale, tra i pochi a essere veramente multimediale e in grado di unire forme e espressioni artistiche molto diverse. In questo senso veramente in sintonia con la cultura “contemporanea” nella quale viviamo. Ma purtroppo fino ad oggi questo patrimonio è stato riservato ai pochi che conoscono questo meraviglioso mondo.
Credo che uno degli obiettivi che un teatro d’Opera, in quanto finanziato dallo Stato, deve assolutamente porsi sia quello di allargare la platea degli spettatori, potenzialmente, a tutti i cittadini italiani che pagano attraverso le tasse la gran parte del costo delle fondazioni liriche. Non dovrebbe essere il godimento di pochi privilegiati ma un servizio culturale per tutti i cittadini. Ovviamente un obiettivo difficile e ambizioso, che va comunque perseguito. Come? Certamente attraverso la messa in scena di produzioni di grande valore artistico e spettacolare, come accaduto per il Festival “Puccini Caracalla” che si è concluso con grande successo di critica e di pubblico sabato scorso, dopo venti recite.
Ma forse anche provando a avvicinare un pubblico nuovo, intelligente e reattivo che per la prima volta ha conosciuto le Terme di Caracalla e, affascinato dal luogo e dalla musica, è - ne sono certo - tornato inun’altra serata per assistere a Turandot, Madama Butterfly o La Bohème.
Non so se sia un percorso troppo innovativo per un settore, quello della lirica e della musica classica in generale, molto rigido e conservatore, che ha goduto per decenni di straordinari finanziamenti e privilegi.
Ma, al di là di quello che si ritiene giusto o sbagliato per il futuro della musica in Italia, credo che in questo caso la notizia sia che Bob Dylan, Elton John e Ludovico Einaudi hanno finanziato il Teatro dell’Opera di Roma. E non il contrario.
* Sovrintendente del Teatro
dell’Opera di Roma
fonte: La Stampa
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