SHOW ALL’ARENA DI VERONA RAP SÌ,MA SINFONICO È LA NUOVA FRONTIERA
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VERONA. I cattivi ragazzi entrano nell’Arena. Domani Verona ospiterà un evento impensabile finoapoco tempo fa, i rapper all’Arena accompagnati dalla Filarmonica Italiana diretta dal maestro Daniele Parziani. Uno dei templi della lirica, che ha ospitato i massimi tenori al mondoma anche star straniere e italiane come Paul McCartney, Cesare Cremonini, LigabueeiSupertramp - giusto per citarne alcuni-
si apre all’hip hop. Sicomincia alle 21 e sul palco si alterneranno J-Ax, Club Dogo, Fedez ed Emis Killa. Ognuno con quattro brani riarrangiati per orchestra sinfonica oltreché con alcune canzoni“ al naturale”. E il sogno, per chi è riuscito ad accaparrarsi il biglietto, è un momento sinfonico corale.Che Emis Killa ci ha fatto capire che ci sarà. Per i quattro che saliranno sul palco sarà un momento da incorniciare, da raccontare, ma anche per chi non ci sarà la notte dell’Arena, fortemente voluta, tra gli altri, da Hip Hop Tv, sarà un svolta: il rap non sarà più tatuaggi e parolacce, insulti e free style, il rap è musica. Ora non ci sono più dubbi. I cattivi ragazzi…cattivi non sono mai stati. Solo sinceri.
Emiliano Giambelli, questo il vero nomediEmisKilla, da poco disco d’oro digitale con “Maracanã”, la sigla di questi Mondiali, tende a smorzare l’entusiasmo alimentato dalle attese. Ma la voce tradisce
una certa soddisfazione. Mister oltre 60 milioni di visualizzazioni su YouTube capisce che non può nascondersi dietro una rima e ammette che «sarà un momento storico perché non è mai accaduto ». E aggiunge: «Sono contento di esserci, fa curriculum e lo potrò raccontare. Io credo che farò “Soli insieme”, “Mercurio” e “Scordarmi chi ero”. Ho scelto brani che si prestassero a una esecuzione con orchestra». Percepisce che le aspettative dei fans sono grandi: «Sembra che dobbiamo fare chissà cosa, ma in fondo è come suonare con una band, solo che ci sarà l’orchestra. Non capisco lo stupore della gente, certo fa parlare la novità. Probabilmente Kanye West all’estero lo avrà già fatto...». Che si tratti di prove ufficiali per uno show solitario all’Arena?
Emis Killa è, a oggi, tra i pochi che potrebbero riempirla. Ma lui, con molta onestà, non si fa prendere la mano: «Da solo non sono in grado, non è ancora per me. I risultati dei social network non danno la misura esatta rispetto a quello che vendi. La discografia è un’altra cosa, convincere la gente ad acquistare un biglietto per un concerto un’altra ancora. Io da lunedì notte in poi posso assicurare che fino alla fine dell’estate mi ammazzo di lavoro e poi a ottobre tiro il fiato».
Non ci sarà, ma osserva con curiosità da Londra, dove ha una pizzeria, Luchè, storico membro dei Co’ Sang. Se il rap oggi in Italia è una finestra importante si deve a quelli della sua generazione, gli over 30. Vive a Brixton, zona sud della capitale, ma rappa in Italia. Luca Imprudente è da poco uscito con l’album “L2”, etichetta Roccia Music, e parte subito all’attacco di«un pubblico italiano ignorante che troppe volte premia chi non merita: è figlio della commedia all’italiana e di una sua certa cultura». «Le etichette - prosegue - curano i loro interessi, siamo la sola nazione dove diventa ricco chi esce da un talent e dove i concerti sono popolati da ragazzini di 10, 11 anni. Non giudico il singolo, ma il sistema nel suo complesso». Ma ciò non toglie, dice Luche, che la serata all’Arena «resta una bella idea. Credo sia bello riarrangiare i propri brani per una orchestra sinfonica».
Sace ha 18 anni, viene da Aprilia e rappresenta la nuova generazione del rap “made in Italy”. Nasce graffitaro e infatti il suo nome è formato dalle quattro lettere che meglio gli riuscivano nei disegni.
All’anagrafe si chiama Davide Briolotta. Nonera d’accordo con il rap dei suoi concittadini, ci ha messo del suo e “Puro sfogo”, brano di debutto, ha totalizzato 60mila visualizzazioni in un attimo.
Quello che era una sfida sta diventando un lavoro e l’Arena amplia le prospettive: «Non è il luogo che fa la differenza ma la coerenza. Ben venga dunque Verona. Come è stata positiva per il rap la vittoria di Rocco Hunt a Sanremo. È la filosofia che non va tradita».
In autunno chiuderà la sua trilogia con “Giovane eforte vol.3”,consiglia a suo cugino che ha 14 anni di ascoltare Mondo marcio, Fabri Fibrae Co’ Sang. La prossima volta all’Arena potrebbe esserci lui:
«Ma non chiamateci cattivi ragazzi: siamo i nuovi cantautori e raccontiamo la vita di tutti i giorni».
fonte: Il Secolo XIX
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