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The Guardian: "Basta cinismo contro i professionisti della musica"

L’editore musicale del Guardian Michael Hann ha lasciato il suo posto dopo 16 anni, salutando con un editoriale in cui ha fatto il punto dei cambiamenti nel mondo musicale partendo dalla critica, che ha perso influenza se non all’interno dell’industria musicale. Sono però sempre più le storie che vengono raccontate, e che interessano il pubblico.

Il rock, invece, è «in una fase jazz», con le band alla «periferia» della scena musicale e nessun cambiamento in vista. Le vendite dei vinili stanno crescendo, inoltre, ma i numeri restano ancora bassi. Anche il live non aiuta a diventare ricchi, a parte un’esigua minoranza.

Hann ha poi sottolineato come l’industria musicale sia circondato da eccessivo cinismo: «esiste chi vuole solo fare soldi, ma quasi tutti quelli che ho conosciuto lavorano nella musica perché la amano e non fanno una fortuna. La musica è un mondo incredibilmente privo di corruzione». La tecnologia, però, rischia di cambiare anche questo: «Ha accresciuto grandemente quello che le compagnie discografiche sanno degli ascoltatori e delle loro abitudini. I risultati possono essere pericolosi: scriviamo infinite storie su Beyoncé e Adele perché la gente le legge, mentre pochi leggono notizie sull’ultima band underground che abbiamo scoperto». La musica commerciale, quindi, sta diventando sempre più una formula e c’è sempre meno spazio per le novità dinamiche e diverse.

 

 

 

Idea Grafica di Giorgio Papallo.