Medimex 2015 - LA MUSICA DAL VIVO: RISORSA PER LE CITTA’ (original language)
Giovedì 29 ottobre 2015 ore 18.00 - 19.00
Hall 1 del Pad. espositivo Medimex
Giovedì 29 ottobre 2015 ore 18.00 - 19.00
Hall 1 del Pad. espositivo Medimex
Assomusica, l’Associazione Italiana degli Organizzatori e Produttori di Spettacoli di Musica dal Vivo, in occasione della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, presenterà la seconda edizione di “HO VISTO UNA CANZONE”, Premio collaterale della Mostra di Venezia riservato al brano musicale originale di particolare rilevanza artistica, scelto tra tutte le colonne sonore dei film rappresentati alla 72. Mostra.
Il Premio verrà consegnato giovedì 10 settembre, ore 12, al Lido di Venezia, presso lo spazio della Fondazione dell’Ente dello Spettacolo, Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior.
Ad attribuire il Premio la giuria composta da: Saturnino, musicista, compositore e produttore discografico italiano, dal ’91 bassista di Jovanotti; Stefano Mainetti, compositore e direttore d’orchestra, autore di colonne sonore; Salmo, rapper, beat maker e writer; Simon Luca, cantautore, compositore, produttore musicale, autore e sceneggiatore; Renato Tortarolo, giornalista e critico per Il Secolo XIX; Michele Anselmi, critico cinematografico e giornalista; Stefano Senardi, discografico.
Biennale di Venezia e Assomusica, due tra le istituzioni più prestigiose in Italia, ancora insieme per incentivare la ricerca e la promozione delle nuove tendenze artistiche e valorizzare ancor di più la diffusione della musica contemporanea nazionale e internazionale anche nel Cinema, come elemento fondamentale della nostra vita culturale e sociale.
Clamoroso a Ravello: per la prima volta in 63 edizioni, il Festival wagneriano della Costa d'Amalfi «buca» la serata di chiusura. Era prevista per il 5 settembre, a Villa Rufolo, la rappresentazione del «Parsifal» per mano dell'Orchestra sinfonica del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e del coro dell'Accademia di Santa Cecilia diretti da Valerij Gergiev, stella internazionale del podio.
Non si celebrerà, causa indisponibilità dell'Auditorium Oscar Niemeyer come location alternativa in caso di pioggia. Cosa succede di così tanto importante, quella sera, nella struttura progettata dall'archistar brasiliano da far saltare un evento che, secondo fonti ufficiose, vale intorno ai 170mila euro? Succede che l'Auditorium di proprietà del comune è stato preso in fitto (la pratica risale al 5 marzo) per ospitare l'esibizione di Pino Di Modugno, organettista pugliese, 80 anni compiuti l'autunno scorso, nel curriculum tra le altre cose l'album «Liscio e busso».
Sembra uno scherzo, ma è soltanto l'epilogo di una confusa stagione che vede ancora una volta la politica locale gettare sabbia nel motore di una macchina che avrebbe le caratteristiche di una fuoriserie. Proviamo a ricapitolare. Il programma del Ravello Festival quest'anno è stato reso noto soltanto il 27 maggio, con grande ritardo rispetto alle precedenti edizioni. Di conseguenza, soltanto in quel preciso momento la Fondazione Ravello che organizza la kermesse ha potuto effettuare al comune richiesta della struttura già prenotata. Si è provato a rimediare all'imbarazzo attraverso la diplomazia, ma l'associazione che organizza il concerto del maestro Di Modugno proprio non ne ha voluto sapere di fare un passo indietro a favore del maestro moscovita, optando per una data alternativa. Notizia del tutto singolare che restituisce in pieno la crisi di governance di cui è vittima la Fondazione Ravello, dove la guerra tra regione Campania da un lato, provincia di Salerno e comune di Ravello dall'altro sempre a marzo si era (momentaneamente) risolta in una tregua con la nomina del commissario Antonio Naddeo.
Vicenda che era stata la causa del ritardo nella definizione del programma. In uno scenario del genere, con l'auditorium di proprietà del comune che sulla base del regolamento del maggio 2012 può essere affittato da privati a prezzi che partono dai 5mila euro a serata, nessuno ha avuto la forza di battere le mani sul tavolo e spiegare a chi porterà in Costa d'Amalfi l'organettista del Tavoliere che sarebbe più saggio arrivare a una soluzione concordata della vicenda piuttosto che mettere in grande imbarazzo quello che, fino a qualche anno fa, si proponeva come il festival più lungo d'Europa. Intanto martedì 4 agosto si riunirà a Napoli il consiglio d'indirizzo della Fondazione Ravello, convocato dal neo-commissario ad acta Raffaele Scognamiglio per eleggere il nuovo cda. Ancora una volta nuovi equilibri in vista, nel caso specifico figli dell'elezione di Vincenzo De Luca a Palazzo Santa Lucia.
Si vocifera addirittura un ritorno in sella del sociologo Domenico De Masi. Senza contare che a febbraio scadrà la concessione alla Fondazione di Villa Rufolo (proprietà divisa al 50% tra regione Campania ed Ept Salerno). E senza Villa Rufolo, il Festival non si può fare. Viene insomma da interrogarsi sui limiti di un modello di gestione nel quale la politica continua a esercitare un peso eccessivo. La cosa finisce per mettere periodicamente in crisi – leggi a ogni elezione – la governance della Fondazione. Alla faccia della storia del festival wagneriano, del prestigio di una struttura come l'Auditorium Niemeyer e dell'ottimo lavoro compiuto in questi anni dal direttore artistico Stefano Valanzuolo. Se il rischio è che la macchina della kermesse continui a funzionare a corrente alternata, non sarebbe meglio metterne a gara la gestione e individuare un partner privato che assicuri un cartellone ricco e soprattutto continuità all'evento?
La dimensione del live è sempre più importante per un artista. Come mai?
Per buona parte della musica italiana è decisamente così. Il live inteso come concerto è diventato la prima forma di sostentamento per le band, per certi versi è anche una sorta di garanzia di indipendenza e sviluppo artistico. Provo a spiegarmi meglio: una band produce quello che vuole e si confronta con il pubblico in una relazione vera e senza filtri. Se piace riempie i concerti, in caso contrario no. E in questo processo ha la possibilità di sviluppare la parte musicale. Credo sia la prima volta dopo decenni che il live torna ad essere centrale per gli artisti.
La scena indipendente ha poco spazio sui media, nonostante negli ultimi anni siano nati fenomeni importanti, anche dal punto di vista discografico. Come ti spieghi questo trattamento da parte dei media?
Si tratta di un problema annoso che vorrei affrontare in maniera diretta. Ma cosa è' la musica indipendente? Esiste ancora? È una chimera? Un recinto? Un'opportunità? Mi sembra che la musica indipendente negli ultimi10 anni abbia perso spazi e smalto e i motivi sono molteplici. Provo ad elencarne alcuni ma senza la pretesa di individuare cause o trovare rimedi. La distrazione e la crisi delle case discografiche, dei produttori e dell'intero comparto; l'avvento del fenomeno Hip hop che si è ritagliato quote di mercato e spazi generazionali, insegnando molto in termini di spregiudicatezza e gestione degli artisti. Infine i talent televisivi che hanno drenato le ultime risorse delle case discografiche. Tornando alla domanda rispetto ai media, credo che in Italia ci siano gruppi editoriali che fanno più attenzione ai fatturati che allo spazio a sperimentazioni o nuovi linguaggi. Fanno giustamente le loro scelte di palinsesto...

Con i cambiamenti in atto nel panorama musicale, si sono sviluppate figure lavorative nuove rispetto al passato. Quali sono quelle più importanti?
Sì, le opportunità di lavoro si sono moltiplicate. Alcuni grandi live negli stadi muovono decine di migliaia di persone e raggiungo fatturati impressionanti. L'Italia, dopo anni bui, ha recuperato terreno sui grossi eventi tornando a livelli europei e credo che le figure professionali più importanti sono quelle che non vediamo. Senza voler fare un discorso di sinistra, penso che gli artisti vanno e vengono ma fonici, tecnici, datore luci, back liner e tutti gli altri rappresentano "un'edera sana sulla pianta della musica". Negli ultimi 10 anni ho visto crescere molte di queste figure e ritengo che bisognerebbe ipotizzare di sostenere il settore dei professionisti della musica con sgravi fiscali. Faccio un esempio: un tecnico base per una giornata di lavoro può guadagnare 100 €, che sembrano tanti, ma il carico fiscale può raggiungere anche il 50% della cifra. Se aggiungi che non lavora tutti i giorni dell'anno e magari si deve accollare anche le spese della trasferta, i conti sono fatti.
Con la tua attività sei particolarmente attivo al Sud. Come mai? C'è più talento da scoprire da quelle parti?
Scherzando lo chiamo fattore K, ovvero fattore kulo, altro che talent. Pur avendo base a Milano sono molto "provinciale e Sudista" nelle mie scelte. Insomma, tutt'altro che leghista.
Cosa serve per avere successo nella musica?
Oltre al fattore K, non saprei. Io mi sento un fortunato e salvato dalla musica: negli anni Sessanta c'erano gli impresari, nei Settanta i produttori pazzi e visionari e i cantautori, negli Ottanta la speculazionee alcuni centri sociali che facevano una grande programmazione dando il via alle Posse e ai gruppi italiani Alternative. Nei Novanta il Nero e zero assicurazioni di lavoro, nel 2000 ci stiamo aggiustando...
Io mi considero un rappresentate del mondo della musica, guido molto, mi sposto, sono molto presente, ho la fortuna di incontrare artisti molto "polemici e vitali" e questo oltre ad essere una discreta rottura di palle è una discreta palestra. Insegna moltissimo.
Quali sono le realtà lavorative (club, agenzie e management) che stanno maggiormente innovando il panorama italiano?
Esistono realtà molto interessanti al di fuori delle multinazionali che operano in Italia, detenendo l'80 per cento del mercato. Alcuni esempi in ordine sparso: Magnolia e Santeria a Milano, che stanno lavorando con indipendenza e coraggio ad una programmazione assolutamente all'altezza di realtà europee. Quest'anno con loro ho partecipato, come studente, ad un corso di formazione sul management musicale ed ho imparato molto, mi ha impressionato il
livello degli insegnanti, ma soprattutto l'attenzione degli studenti, tutt'altro che rock 'n roll, nel senso cattivo del termine.
Da tempo in Italia esiste la realtà Assomusica, l'associazione dei Promoter e degli organizzatori di concerti in Italia: andatevi a vedere anche in Rete i lavori svolti da questa importante associazione, che non è la Confindustria della musica, ma una realtà seria di sviluppo e bonifica di un comparto.
Segnalerei anche un paio di agenzie indipendenti che sviluppano in maniera molto interessante la musica italiana e lo fanno nella quotidianità e nelle mille difficoltà economiche del nostro paese: Antenna Music Factory, Picicca con Brunori sas, Cyc Promotion e BPM Concerti.
Fonte: IlFattoQuotidiano.it
“Innovazione & Diritto d’autore: quale futuro?”. E’ il tema del Seminario nazionale che Agis, Assomusica, Creda e Mibact hanno organizzato per giovedì 16 aprile, alle ore 14, presso la sala A della sede centrale Agis in Via di Villa Patrizi 10 a Roma.
“Innovazione & Diritto d’autore: quale futuro?”. E’ il tema del Seminario nazionale che Agis, Assomusica, Creda e Mibact hanno organizzato per giovedì 16 aprile, alle ore 14, presso la sala A della sede centrale Agis in Via di Villa Patrizi 10 a Roma.
Di seguito i video del convegno: "La sicurezza sul lavoro nell'organizzazione di grandi eventi" organizzato da INAIl e Assomusica a Roma il 12 marzo 2015.
Vincenzo Spera, Presidente di Assomusica, introduce il dibattito “Innovazione & Diritto d’autore: quale futuro?” del 16 aprile 2015 a Roma in collaborazione con AGIS, CREDA, IAIC, Ministero dei Beni Culturali.
Il Presidente di Assomusica, Vincenzo Spera, nel suo intervento di presentazione del convegno organizzato in collaborazione con l'INAIL dal titolo "La sicurezza sul lavoro nell'organizzazione di grandi eventi".