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Easygig, arriva l'Ebay dei concerti - Intervista a Marco Conforti

Cos'è easygig?
Easygig è uno strumento di booking online, serve cioè a vendere e comprare concerti. Consente di svolgere via web tutte le operazioni commerciali – contatto tra artista e organizzatore, scambio di informazioni tecniche, logistiche ed economiche, trattativa, stesura di un contratto – che stanno alla base dell'accordo tra chi vuole organizzare un concerto e l'artista che si propone per suonare. Con easygig nasce un ecosistema digitale per facilitare e guidare l'incontro e la relazione tra questi due soggetti.

A chi si rivolge?
Ci sono due categorie di utenti: seller e buyer. I seller sono tutti coloro che vendono la performance di un artista – privati, agenzie, un membro della band o l'artista stesso – i buyer tutti coloro che vogliono organizzare un concerto – gestori di locali, organizzatori di festival, di eventi aziendali o feste private.
Il nostro obiettivo nel progettare il sistema era quello di ottenere uno strumento abbastanza sofisticato per essere utilizzabile da agenzie e organizzatori professionali nella loro attività quotidiana, senza limitazioni evidenti rispetto al metodo di lavoro tradizionale, ma abbastanza semplice da potersi rivolgere anche a chi ci vuole provare perché vede nell'attività musicale un possibile futuro ma non ha alcuna esperienza. Mi sembra che ci siamo riusciti.

In che modo semplifica il lavoro per locali e band?
I seller creano schede di presentazione degli artisti che rappresentano e delle performance che mettono in vendita, inserendo bio, foto, video, rassegna stampa, link e tutte le richieste tecniche, logistiche ed economiche che costituiscono le condizioni proposte dall'artista per effettuare un concerto. I buyer consultano le schede e possono comprare la data o avviare una trattativa contattando direttamente il seller e dialogando attraverso easygig (con notifica automatica via mail al destinatario) fino al raggiungimento e all'accettazione di un accordo da parte di entrambi attraverso il pulsante di conferma.
Raggiunto un accordo, easygig crea un file pdf che riassume tutti i termini dell'accordo e può essere stampato e firmato o essere integrato in un contratto più completo.
Seller e buyer, attraverso la propria dashboard, possono avere sotto controllo lo stato delle trattative in corso, dei concerti ancora da effettuare, e l'archivio delle trattative e dei concerti passati.
Una volta effettuato il concerto, il seller può dare un giudizio e un voto al buyer e quest'ultimo al seller e all'artista. I giudizi rimangono visibili nei profili di ciascuno e i voti contribuiscono ad assegnare a ciascuno un punteggio, anch'esso visibile nel profilo.
Questi sono solo alcuni esempi di un sistema che va provato per capire i vantaggi che può portare nella gestione di un attività complessa come quella del booking e dell'organizzazione di concerti.

Quali sono i vostri obiettivi?
Il primo obiettivo è quello di far conoscere easygig e farlo provare a più soggetti possibile. In particolare vorremmo che i seller lo testassero nel modo secondo noi più efficace: utilizzando il codice html che trovano in ogni scheda cliccando su “codice da incorporare” per creare dei link diretti dal proprio sito, blog o pagina facebook (grazie alla app facebook di easygig) alla scheda performance su easygig, in modo che i potenziali buyer che visitano il sito dell'artista o dell'agenzia abbiano accesso con un solo click a tutto ciò che gli serve per comprare la data.
Per ora procediamo con la versione beta fino a quando tutto girerà alla perfezione e avremo raccolto sufficienti feedback dagli utenti per una messa a punto finale, poi partirà la versione commerciale.
L'obiettivo finale è quello di diventare la piattaforma di riferimento per tutti coloro che – a livello professioniale, semi-pro, o amatoriale – vendono concerti (ma non c'è nulla che limiti l'utilizzo di easygig agli spettacoli musicali) o per tutti coloro che li organizzano e devono perciò scritturare artisti.

Quali sono i costi per una band? E per un locale?
Per i buyer, l'utilizzo di easygig è del tutto gratuito.
I seller – dal giorno in cui partirà la versione commerciale – potranno continuare a utilizzare easygig gratuitamente fino a un mese dopo aver venduto il primo concerto. Da quel momento in poi dovranno sottoscrivere un abbonamento il cui costo è già indicato nelle faq di easygig e va da un minimo di € 7,50 al mese – per un artista singolo che sottoscrive un abbonamento annuale da € 90,00 – a un massimo di € 50,00 al mese per agenzie con un roster superiore ai 5 artisti che decidono di sottoscrivere un abbonamento rinnovabile mensilmente.

Ogni anno nascono tantissimi siti e servizi dedicati alle band: perché una band o un locale dovrebbe iscriversi a easygig? 
Il live è una parte importante del mercato della musica, quella che alimenta l'attività di centinaia di migliaia di artisti e band in Italia, ma – a differenza dell'attività discografica – non ha ancora compiuto il salto definitivo verso la rete e ancora oggi tutti gli scambi avvengono offline, anche per le agenzie e gli artisti più importanti: si usano le reti di telecomunicazione per parlarsi o scriversi, come vent'anni fa, mentre ormai la maggior parte delle transazioni, dall'acquisto di prodotti su ebay o di abiti su yoox, al trading finanziario, avviene su piattaforme online. Abbiamo pensato che anche un mercato così capillare e diffuso come quello delle performance musicali dovesse avere una piattaforma online dedicata e che questa possa dare una mano a tanti nel proprio lavoro, primo, secondo o terzo che sia. Quello del live è un sistema complesso, sia dalla parte dell'artista e di chi vende, sia da quella di chi organizza, cura la direzione artistica di un locale o di un festival e perciò compra e investe. Occorre un sistema che semplifichi la vita a tutti, e questo easygig si propone di fare. Occorre soprattutto che questo sistema si integri con gli strumenti che già gli artisti e le agenzie mettono in campo per promuoversi (sito, social network, newsletter, etc.) e accorciare il percorso da questi al contatto commerciale vero e proprio. Easygig è essenzialmente questo link tra la promozione e la vendita vera e propria, e l'accorciamento e semplificazione di questo percorso significa inevitabilmente migliori risultati. Detto questo, easygig per ora è unico nel suo genere ed è un'esperienza del tutto nuova per chi suona o organizza. Il messaggio per entrambi è: provatelo e aiutateci a migliorarlo, easygig è fatto per voi.

fonte: rockol

La proposta di legge per lo spettacolo dal vivo nel Lazio: Un primo passo importante per il futuro del settore

Apprendiamo con soddisfazione che, con l'approvazione in Giunta di una bozza di Legge per lo spettacolo dal vivo, incomincia un percorso partecipato, che ci auguriamo quanto mai veloce e concreto, per il passaggio di tale legge prima in Commissione Cultura e poi al Consiglio Regionale.
L'Agis Lazio, in tutte le sedi, sarà come sempre disponibile e attenta a contribuire, con idee e proposte, alla messa a punto di una norma attesa da decenni che, oltre a fotografare il presente, deve dare impulso allo sviluppo futuro del settore della Cultura e dello Spettacolo oltre che con risorse, con una visione chiara e coraggiosa. C'è molta attesa e attenzione e Agis Lazio sarà la sentinella che garantirà, nei vari passaggi, la tutela di tutte le realtà private che operano sul territorio. Dopo anni di marginalizzazione, dovrà essere chiaro il valore dell'impresa culturale e di spettacolo in ogni sua forma, attraverso un chiaro riequilibrio del rapporto privato-pubblico, che tenga conto dell'esigenza di essere alla pari con gli altri Paesi Europei. Inoltre, occorrerà sottolineare la necessità di rendere i meccanismi di contribuzione agli enti pubblici e privati trasparenti e chiari, in modo di spazzare via quelle ambiguità clientelari cui faceva riferimento il Presidente Zingaretti nel suo intervento di ieri e che hanno caratterizzato troppo spesso il modus operandi dell'Amministrazione in questi ultimi decenni.
Infine, occorre porre molta attenzione a quello che sta avvenendo a livello nazionale: il MIBACT sta infatti lavorando a una rivoluzione del sistema di erogazione del FUS, che rischia, senza la dovuta attenzione da parte degli Enti Locali, di contribuire alla desertificazione culturale del territorio della Regione Lazio.

Il Presidente

Massimo Monaci

 

fonte: Comunicato stampa Agis Lazio

New York, citata in giudizio la AEG Live: 'Collusa col mercato secondario'

 

La notizia, sui media statunitensi, è stata derubricata a spigolatura quasi umoristica, con titoli del tipo "Fan denuncia colosso del live entertainment perché non riuscì a vedere Bon Jovi e Justin Bieber a un prezzo abbordabile". E, di fatto, quello che è successo è esattamente questo: Jessica Pollard, un'appassionata newyorchese, ha citato in giudizio AEG Live, colosso mondiale della musica dal vivo che divide con Live Nation il mercato globale dei live show, accusando i dirigenti della società di averla costretta a rinunciare agli spettacoli di due dei suoi artisti preferiti a causa dei prezzi esorbitanti raggiunti dai tagliandi sul mercato secondario.

 

 Detta così, sembra una delle citazioni in giudizio sul crinale della comicità che intasano le corti d'oltreoceano, ma a esaminare la pratica depositata presso il tribunale del New Jersey - che TMZ.com ha puntualmente intercettato - si scopre come la denuncia sia molto più circostanziata di quanto possa apparire in prima istanza: la Pollard sostiene che AEG Live abbia ceduto buona parte dei tagliandi direttamente ai broker che operano sul mercato secondario (figure in qualche modo assimilabili ai bagarini), che - ovviamente - avrebbero avviato una speculazione gonfiando i prezzi degli stessi. Cosa non proibita, negli USA, ma regolamentata - a livello locale - da una disposizione del New Jersey Consumer Fraud Act, che concede ai promoter di non immettere direttamente sul mercato primario non più del cinque per cento dei tagliandi emessi in origine, in modo da evitare pericolose collusioni - specie in occasione di eventi al altissima richiesta di ingressi come quelli dei Bon Jovi e Bieber - che potrebbero vedere organizzatori e broker distorcere le normali dinamiche del mercato per spartirsi i frutti di una speculazione creata ad hoc.

Le prospettive? In mancanza di una presa di posizione di AEG, che fino ad oggi ha preferito non esporsi al proposito, la vicenda - se non l'archiviazione - potrebbe avere due possibili sviluppi: il primo, la spettacolare class action all'americana nella quale schiere di fan imbufaliti si accoderebbero, anche ingenuamente, nella crociata contro il colosso che impone in tempi di crisi sacrifici agli appassionati. Il secondo, un'indagine sui flussi che seguano i biglietti una volta emessi da un promoter in un paese dove il secondary markeracquista di anno in anno popolarità. E che, sebbene editorialmente meno appetibile rispetto ad un sit-in di belieber, potrebbe scoperchiare un vaso di Pandora...

fonte: rockol.it



 

Roma, non fare la stupida con gli Stones

«Oi ‘ndemo veder i Pin Floi» cantava nel 1989 un bidello di Mestre di nome Skardy sul ritmoreagge dei Pitura Freska. Il 15 luglio del 1989 i Pink Floyd tennero un concerto a Venezia su un enorme palco galleggiante. Il giorno dopo piazza San Marco apparve come un enorme discarica, i calli e i campielli usati come delle cloache.

I tg nazionali non fecero sconti al mito dei Pink Floyd: «Shock da alta marea urbana… un’alluvione giunta dalla terra ferma… rifiuti come arredo urbano». La giunta Pci-Psi-Psdi-Pri-Verdi guidata dal sindaco repubblicano Casellati si dimise in blocco, salvo poi essere riconfermata un mese più tardi. Fran Tomasi il manager dell’evento, fallì l’anno dopo, affossato finanziariamente dal colpo di grazia del tour negli stadi dei Rolling Stones, disertati dal grande pubblico. Per l’appuntamento con la Storia in laguna accorsero da tutta Europa, anche perché era gratis.

Il Circo Massimo non è piazza San Marco ma un giardinone brullo e buio nel cuore di Roma, in attesa di una Grande Normalità più che di occupazioni a effetto. Invece anche per il concerto degli Stones è servita sul piatto la Storia, quella della Roma immortalata dall’Oscar di Sorrentino. Gli Stones fiore all’occhiello dell’estate romana da cui si aspettano milioni di turisti dopo l’Oscar. La band porta con sé un palco largo 40 metri, alto venti e con quattro torri di 16 metri l’una.

L’appuntamento con la Storia non è gratis, biglietto a 78 euro esclusi i diritti di prevendita. L’ultima grande adunata oceanica, quella per lo scudetto della Roma nel 2001, provocò le sfuriate dal palco del presidente Franco Sensi e di Antonello Venditti che invitarono centinaia di tifosi a scendere dalle mura del Palatino e dai tetti del monastero benedettino attaccato alla basilica di Santa Anastasia. Il sindaco Marino ha parlato di un sogno che si realizza. Federica Galloni, direttore generale ai Beni culturali del Lazio, ha dato l’ok. La soprintendente ai Beni archeologici Maria Rosaria Barbera ha espresso un parere diverso ma non vincolante, parlando di rischi elevati e soprattutto prevedibili, di allestimenti invasivi e una godibilità ridotta proprio dei monumenti per cui si concede l’evento. Chiosando però che «d’altra parte non sfuggono l’eccezionalità e unicità di tale evento e la ricaduta positiva che il suo svolgimento potrà avere per la città». A nulla valgono le forti riserve, per Roma c’è sempre quell’occasione unica, da non perdere, per risollevarsi dagli affanni con un colpo solo: come se la città, sentendosi esclusa dai giri che contano, fosse costretta a imbucarsi alla festa altrui, barattando la storia millenaria e delicata con un abito nuovo a noleggio. Da anni lo spazio di Capannelle – che ha ospitato i trionfi di Bruce Springsteen e Radiohead – e lo stadio Olimpico ospitano molti dei grandi concerti estivi che passano per la capitale, sono però arene improvvisate e sottolineano la mancanza di spazi adeguati. Il concerto degli U2 all’aeroporto dell’Urbe nel 1997 mise in ginocchio un intero quadrante della città. Da quella serataccia non è cambiato nulla, gli Stones potevano servire a trovare nuove soluzioni invece la cornice storica è stata usata per sedurre e convincere, Roma nun fa’ la stupida stasera. Chi si è già inventato un appuntamento con la Storia è l’artista Francesco Visalli che sulla Roma della Grande Bellezza ha messo la sua bandierina. A novembre scorso, indisturbato, ha fatto piantare sulla sommità del Circo Massimo un lastrone di acciaio, di tre metri per tre e del peso di due tonnellate, «costo 23mila euro compreso il posizionamento». L’intruso di Visalli è durato tre mesi fino alla rimozione di gennaio: peccato, poteva finire dentro il pacchetto offerto agli Stones. Ora però di bandierine se ne aspettano 65mila, queste le stime per coprire i costi. L’area dovrà essere chiusa, per tutelare gli spettatori paganti, che saranno tutti in piedi perché i vincoli archeologici non prevedono tribune. C’è pure da proteggere il cantiere archeologico aperto da anni (di cui il sito ufficiale non dà più notizie dal 2011) e in cui di recente è stato trovato un tesoretto di 600 monete di bronzo. Adesso per la 500 della Grande Bellezza guidata da Sorrentino il problema sarà trovare parcheggio, o avverrà il vero miracolo che ogni cittadino romano sogna? E soprattutto, vale la pena di chiedere al bistrattato Circo Massimo di tollerare la sbornia per gli Stones?

fonte: Europa

 

 

L'Wren Scott, annullato il resto del tour australiano dei Rolling Stones

 

Chi aveva giurato che i Rolling Stones avrebbero annullato non più di una sola data del loro tour australiano e neozelandese, magari più per le altissime penali che per altro, è stato smentito: la band ha infatti oggi cancellato tutti i rimanenti concerti del "14 on fire". Con un comunicato congiunto - pubblicato in homepage sul loro sito ufficiale, www.rollingstones.com - il veterano gruppo britannico semplicemente ringrazia i fan confidando che sarà capita la gravità del momento.

Gli appuntamenti annullati e che saranno onorati in date da fissare più avanti:

19 marzo - Perth, Arena
22 - Adelaide, Oval
25 - Sidney, Allphones Arena
28 - Rod Laver Arena, Melbourne
30 - Hanging Rock, Macedon Ranges, Vic
2 aprile - Brisbane, Entertainment Centre
5 – Mt Smart Stadium, Auckland.

Gli Stones, che già avevano dato un colpo di spugna allo show di Perth, consigliano ai fan di non gettare i biglietti perché i concerti sono semplicemente posposti. La situazione, nel caso qualcuno non avesse seguito la vicenda, si è venuta a creare per l'improvvisa scomparsa di L'Wren Scott, da tredici anni al fianco di Mick Jagger.

Il cantante degli Stones ha affermato, con una dichiarazione pubblica: "Mi sto sforzando di capire come possa il mio amore e la mia migliore amica aver posto fine ai suoi giorni in maniera così tragica. Avevamo trascorso assieme tanti fantastici anni e per noi avevamo ritagliato una gran bella vita".

Intanto, nella ridda di voci che si affastellano tentando di capire il perché del gesto, tralasciando le ipotesi più torbide ne spunta una che potrebbe avere qualche consistenza oltre alle supposizioni circolate ieri sulle grosse difficoltà finanziarie della 49enne stilista: "Hollywood Life" fa notare che, sebbene non si tratti affatto di una spiegazione, L'Wren avrebbe avuto una sorta di depressione che qualche settimana fa l'aveva spinta ad un atto di autolesionismo.

 

fonte: rockol.it

Contratto a chiamata per gli eventi

È possibile stipulare contratti di lavoro intermittente con gli operai addetti all'installazione o smontaggio del palco per spettacoli o strutture per eventi.

Le condizioni sono stabilite dal ministero del Lavoro con la lettera circolare 5286 del 13 marzo che modifica in parte il parere espresso sullo stesso argomento con l'interpello 7 del 30 gennaio scorso. Infatti, in occasione dell'interpello, il ministero aveva ritenuto che per poter aderire alla legittima costituzione di contratti di lavoro intermittente per tali categorie di addetti occorreva verificare se le attività cui questi erano preposti potessero essere ricondotte nell'ambito dei numeri 43 e 46 della tabella allegata al regio decreto 2657/1923, recante l'elenco delle attività a carattere discontinuo con riferimento alle quali è consentita la stipulazione di contratti di lavoro intermittente. Mentre il numero 43 contempla le attività espletate da «operai addetti agli spettacoli teatrali, cinematografici e televisivi», il numero 46 si riferisce alle figure degli «operai addobbatori o apparitori per cerimonie civili e religiose».

Da qui l'iniziale parere ministeriale di escludere la possibilità di instaurare contratti di lavoro intermittente con gli addetti all'installazione/smontaggio/allestimento di palchi, stand o strutture di ingegneria civile in occasione di concerti spettacoli, fiere, congressi e manifestazioni sportive, in quanto attività preparatorie o successive – seppure funzionalmente connesse – all'evento e allo spettacolo.

Con la lettera circolare del 13 marzo il ministero è ritornato su tale decisione precisando che l'esclusione opera solo nella misura in cui i suddetti lavoratori risultino incaricati «unicamente» all'installazione/smontaggio/allestimento dei palchi, ovvero a espletare attività di natura logistica precedente o successiva rispetto all'evento e allo spettacolo.

Invece nella diversa ipotesi in cui tali lavoratori siano impiegati dalle imprese dello spettacolo in attività «non esclusivamente» di preparazione o successive all'evento, ma pienamente integrate nell'evento stesso o nello spettacolo, quali, per esempio, nel controllo luci, casse acustiche, microfoni, appare possibile l'utilizzo del contratto di lavoro intermittente, mediante rinvio alle categorie professionali contemplate nei richiamati punti 43 e 46 del regio decreto 2657/1923.

Ovviamente, i pareri espressi non modificano le causali, che in linea generale legittimano il ricorso al lavoro intermittente, siano esse quelle di carattere soggettivo previste dall'articolo 34 del decreto legislativo 276/2003 (soggetti in stato di disoccupazione con meno di 25 anni ovvero con più di 45 anni che siano stati espulsi dal ciclo produttivo o siano iscritti nelle liste di mobilità e di collocamento), che quelle oggettive di cui al successivo articolo 40, se previste dalla contrattazione collettiva nazionale.

L’alternativa alla Siae esiste e continua a crescere

Da quando hanno inventato gli mp3 il mondo della musica non è più stato lo stesso. Major in affanno, musicisti e autori “sull’orlo di una crisi di nervi”, un intero sistema economico è cambiato nell’arco di pochissimi anni. Dopo molte battaglie legali, negli ultimi tempi sono nati alcuni strumenti più adatti all’economia della rete. In questo panorama, che comporta una diversa concezione del diritto d’autore, si è affacciata, già nel 2011, una società che ha messo a punto un sistema alternativo a quello - criticato da più parti - della Siae.

Si chiama Soundreef e amministra sia i diritti di pubblicazione (copyright e composizioni) sia i diritti sulle registrazioni master (diritti connessi e affini) per le aziende che utilizzano musica d’ambiente, in Europa: supermarket, centri commerciali, ristoranti, negozi di elettronica, mobilifici e molti altri.

«Siamo partiti con una cifra di un milione di euro grazie al supporto di EnLabs, incubatore ed acceleratore romano, tra i nostri primi finanziatori - dice il fondatore David e D’Atri (nella foto a sinistra), esperto di start up e di diritti musicali, con una formazione economica -. Una grossa famiglia di industriali italiani del vetro ha creduto in noi e, da allora, non ci siamo più fermati». L’oggi significa un ingente investimento da parte della compagnia LVenture e di soggetti privati, 45 milioni di clienti ogni mese ed esborso sui diritti su oltre 150.000 canzoni.

«Oltre a fornire la musica, aggreghiamo e distribuiamo le royalty necessarie, costituendo un’alternativa alle società di collecting musicale tradizionali come Sacem, Buma/Stemra, Stim, Siae, Sgae e Tono», aggiunge D’Atri da Londra, dove Soundreef ha la sua sede centrale.

Ciò è stato possibile perchè «nel 2008, la Commissione europea ha confermato che la concorrenza oltre i confini per il collecting di royalty e le licenze musicali nell’Unione europea è possibile e consigliata - sottolinea il fondatore -. Significa che ogni fruitore di musica può comprare una licenza per trasmetterla, proveniente dalla società nazionale o internazionale di sua scelta, e che ogni artista, editore o etichetta può essere rappresentato dalla società di collecting che più gli si addice. Nel 2013 la Commissione Europea ha ribadito la sua decisione».

Ad oggi, Soundreef conta su uno staff di 15 persone e sulla collaborazione di commerciali, programmatori, specialisti del settore musicale da Londra alla Croazia, alla Spagna. In due anni si è espansa in 12 Paesi, dall’Irlanda alla Svezia, dall’India alla Romania. Solo in Italia, sono circa 3.000 i punti vendita che serve. Tra Italia e estero sono molte le catene internazionali che si avvalgono dei suoi servizi: Auchan, Bennet, Despar, Giochi Preziosi, Larry Smith, Leroy Merlin, Unes Spa.

«Parliamo di circa 145 milioni di persone al mese che entrano in negozi in cui viene diffusa la musica di Soundreef», specifica D’Atri. Un bacino di fruizione enorme. Nel 2013, la società ha chiuso contratti per un valore di oltre 4 milioni di euro. La percentuale dei clienti che hanno rinnovato la stipula, dal 2013 al 2014, è del 98 per cento. Le band che hanno guadagnato per la prima volta delle royalty nel 2013 sono state 908.

I musicisti possono decidere di depositare i propri brani in Soundreef ed entrare nella library musicale che conta, ad oggi, 170.000 pezzi, o semplicemente di gestire i propri live con Soundreef. Nel 2013, un content provider, editore o label ha guadanato, in media, 6.200 euro; una band indipendente circa 6.000 euro. L’iscrizione a Soundreef è gratuita, «a differenza della Siae che chiede 150 euro l’anno, spesso senza che autore o editore recuperino la cifra medesima - dice D’Atri -; di media i nostri artisti incassano 257 euro l’anno».

Cosa fa la differenza in Soundreef? «La dedizione alla qualità del catalogo musicale e le transazioni trasparenti. Sia che si depositino i brani in Soundreef sia che si parli di live, i musicisti possono monitorare in tempo reale i propri introiti e riceverli ogni trimestre». E poi la consulenza certificata attraverso marchio Soundreef e un customer service che fornisce risposte entro 48 ore. «Entreremo presto nel campo del live», assicura D’Atri. Una promessa.

fonte: rockol.it

The Soundreef Sessions: musica dal vivo e borderò

Per gli autori e gli editori di brani musicali i concerti e la musica dal vivo rappresentano una fonte di guadagno potenzialmente molto significativa: ogni volta che una canzone viene eseguita dal vivo, infatti, quell'esecuzione genera un diritto economico, una royalty che va riconosciuta a chi ne ha scritto testo e musica e a  chi ne amministra i copyright. La rapida ed esatta allocazione delle somme dovute, tuttavia, cozza con i sistemi tuttora utilizzati dalle principali società di collecting per registrare ciò che è stato effettivamente eseguito sul palco. Ancora oggi i borderò - i bollettini che elencano i brani eseguiti, con indicazione dei rispettivi autori - vengono compilati manualmente dagli esecutori a fine serata: facile che i dati annotati finiscano per essere poco precisi, che i diritti maturati - ove non sia possibile stabilire con precisione le spettanze - confluiscano nel cosiddetto "calderone" SIAE e che i soldi non arrivino a chi dovrebbe intascarli.

Il sistema alternativo di compilazione dei borderò messo a punto dalla società di collecting Soundreef (al momento in fase di pre-lancio) promette ora pagamenti puntuali e tempestivi, entro 90 giorni, e la corresponsione di somme decisamente più sostanziose. "Abbiamo fatto i conti in tasca a un collettivo hip hop che ogni venerdì e sabato sera, in concerto, raccoglie un migliaio di spettatori generando un pagamento SIAE che si aggira intorno ai mille euro", aveva spiegato in un'intervista concessa l'anno scorso a Rockol il fondatore Davide d'Atri. "A fine anno questi musicisti - autori dei loro brani - dovrebbero intascare tra i 30 e i 35 mila euro. E invece raccolgono due-tremila euro. Lo stesso discorso vale per un noto gruppo rock con cui ci siamo messi a fare calcoli a tavolino: i loro incassi per diritti d'autore sono stati nell'ordine dei 20 mila euro, quando avrebbero dovuto guadagnarne 50-60 mila". "E' su queste distorsioni del mercato che bisogna intervenire", sostiene d'Atri. "Tramite i nostri borderò possiamo anche fornire a una band che esegue repertorio proprio stime affidabili sui guadagni realizzabili nell'arco di un tour, trasformando i dati in uno strumento utile alla pianificazione dell'attività".

The Soundreef Sessions è una mini-serie divulgativa realizzata in collaborazione con Soundreef e dedicata al "collecting", uno dei temi più rilevanti sullo scenario dell'industria musicale per il suo impatto potenziale sulle carriere degli artisti impegnati a re-impostare le loro carriere nell'economia digitale. Dai diritti d'autore alle royalties, dai meccanismi alle tecnicalità, dalle radio "in-store" al segmento live: tutti i temi attinenti saranno oggetto della serie.

 

fonte:rockol.it

Zucchero, al via questa sera da Toronto l''Americana tour"

Partirà questa stasera da Toronto l'"Americana tour" di Zucchero, la tournée con la quale (nei prossimi mesi) il cantautore romagnolo girerà il Canada e gli Stati Uniti per un totale di quaranta concerti. Ad accompagnarlo sul palco ci sarà una band composta da Polo Jones al basso, Kat Dyson alle chitarre e ai cori, Adriano Molinari alla batteria e Nicola Peruch alle tastiere; in alcune città, poi, la band ospiterà sul palco anche dei musicisti locali. In scaletta brani in lingua italiana tratti dal repertorio di Zucchero, ma anche cover e brani che il cantautore aveva in passato già tradotto in inglese e in spagnolo.

"Un tour bello tosto" ha dichiarato Zucchero in merito al progetto, "non solo qualche concerto per comunità italiane forti; desidero vedere e capire la reazione di un pubblico americano che sa qualcosa di me ma non mi ha mai visto dal vivo. E' una vera sfida. Con la famiglia si parlava da tempo di fare un viaggio coast to coast in America ma io non sono bravo a fare il turista per cui ho chiesto al mio manager di mettere in piedi un tour vero e proprio. Macineremo chilometri su chilometri e attrezzati, come si faceva negli anni Settanta e come ancora fanno i cantanti country, con sleeping bus. Prenderò molti appunti di viaggio, alcuni ci saranno sul mio sito, e magari troverò ispirazioni per il prossimo album".

Appuntamento speciale sarà quello del 23 aprile al Madison Square Garden di New York, dove sul palco con Zucchero saliranno amici e colleghi come Elisa, Fiorella Mannoia, Jovanotti e Dolores O'Riordan.

 

fonte: rockol

2013, la Croazia meta preferita di chi va ai festival

Si spostano gli equilibri internazionali della musica dal vivo: Croazia, Germania, Olanda e Repubblica Ceca sono le destinazioni preferite degli appassionati di concerti nel mondo secondo uno studio realizzato da Festicket che prende in considerazione 80 diversi festival musicali tenutisi nel 2013. I questionari compilati dai frequentatori di concerti britannici rivelano che il 21 % di essi si è recato per un festival o un evento musicale in Croazia, il 19 % in Germania e il 12 % in Olanda. Tra gli appassionati residenti nel resto del mondo il 22 % ha visitato la Croazia e la Germania mentre il 19 % ha raggiunto la Repubblica Ceca.

La ricerca mette in luce che l'80 % degli appassionati ha in programma di assistere a un festival all'estero nel corso del 2014 e di pernottare in un albergo di lusso da oltre 100 sterline per notte: nel 2013 la percentuale di chi era disposto a spendere grosse cifre per garantirsi un pernottamento più comodo era solo del 3% nel Regno Unito e dell'8 % nel resto del mondo.

 

fonte: rockol.it

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