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Assomusica Roma

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Despite double-digit growth, Italy’s live music industry asks for Culture ministry support

 

04/02/16

Audiences for live music in Italy continue to grow, both in terms of spectators (+12%) as well as the revenue (+17.7%). The sector is healthy, in 2015 it generated €260.5 million.

Those who predicted a collapse in the number of concert goers following the Paris terrorist attacks on November 13 turned out to be wrong. According to the data released by Assomusica, the association of live music shows producers and organizers based on figures from SIAE, 2015 closed with 6.9 million concert goers, 12% more than were recorded in the previous year. There were 3,965 events organized, up by 8.2%, testifying that the existence of a strong demand drives supply.

However, the true boom is that of proceeds, which reached €260.5 million (+17.7%).

The most important segment is, as usual, pop music which is worth €227.8 million, recording an increase of 28.6%, while jazz continues to represent a very lively niche (collecting €2.5 million, +10.4%).

The big players as well as the 11,000 SMEs in the sector together employ around 400,000 people.

In October, Minister of Culture Dario Franceschini announced measures to support the segment, garnering industry operators' support.

The problem, as underlined by Assomusica president Vincenzo Spera in a letter to Minister Franceschini, is that “the live music performance sector is not even mentioned among the areas of focus for the exercise of the mandate (only theater, prose, dance, showmen, and circus activities).”

Lyric-symphonic music continues to be dominant in terms of state funding, and Spera does not approve.

“We are a segment,” he said, “that innovates, is increasingly international and gives employment opportunities to young people. For years we have been waiting for a reform law framework: the current legislation is old and it does not take into account the changes in the last 40 years.”

A loud protest is looming.


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Fonte: Il Sole 24 Ore

Francesco Prisco

TIMmusic ONSTAGE AWARDS assegna in collaborazione con ASSOMUSICA 5 premi speciali a VASCO ROSSI, JOVANOTTI, LIGABUE, NEK E J-AX.

 

SU RAI 2 VENERDI’ 18 MARZO ALLE 21.15

 

ANNUNCIATI I VINCITORI

VASCO, TIZIANO FERRO, JOVANOTTI, MARCO MENGONI, LIGABUE MIKA, MUSE, CAPAREZZA, EDITORS, CLEMENTINO, SKRILLEX, NEGRAMARO, THE KOLORS, HOZIER, NEK,

J-AX, MAX PEZZALI, ELISA

 

 

PARTECIPANO ALLA SERATA I GRANDISSIMI PROTAGONISTI DELLA SCENA MUSICALE

MARCO MENGONI, NEGRAMARO, ELISA, EMMA, SUBSONICA, FRANCESCA MICHIELIN, CLEMENTINO, THE KOLORS

MAX GAZZE’, NEGRITA, NEK, MAX PEZZALI

 

 

Debutta venerdì 18 marzo alle 21.15 su Rai 2 TIMmusic Onstage Awards, lo show televisivo dei primi e unici premi interamente dedicati alla scena live. In prima serata una grande festa della musica che vede protagonisti grandissimi artisti che ogni anno con il loro spettacoli negli stadi, nei palasport, nei club e nei teatri fanno sognare milioni di spettatori.


Vincitori tra i 21 premi per i loro concerti del 2015 sono VASCO, TIZIANO FERRO, MARCO MENGONI, MIKA, MUSE, JOVANOTTI, CAPAREZZA, EDITORS, CLEMENTINO, LIGABUE, SKRILLEX, NEGRAMARO, THE KOLORS, HOZIER, NEK, J-AX, MAX PEZZALI, ELISA

 

I vincitori sono stati selezionati dal pubblico con un totale di 897.000 prefereze espresse sul sito ufficiale timmusiconstageawards.com e il sito timmusiconstageawards.rai.it  e da una giuria di esperti composta da giornalisti e addetti ai lavori, che ha pesato per il 30% sul voto finale.

 

TIMmusic ONSTAGE AWARDS assegna in collaborazione con ASSOMUSICA (l’associazione degli organizzatori e dei produttori di spettacoli di musica dal vivo che conta oltre cento imprese associate su tutto il territorio nazionale) 5 premi speciali a VASCO ROSSI, JOVANOTTI, LIGABUE, NEK E J-AX.

 

I premi sono dedicati ai concerti degli artisti che hanno venduto più biglietti (fonte Siae) durante l’anno appena trascorso:

 

Biglietto DIAMANTE a VASCO ROSSI per “LIVE KOM 015”, il tour negli stadi che ha venduto più biglietti. Biglietto PLATINO a JOVANOTTI per “LORENZO NEI PALASPORT” il tour nei palasport che ha venduto più biglietti. Biglietto ORO a LIGABUE Per “CAMPOVOLO – La Festa 2015”, l’evento unico che ha venduto più biglietti”. Biglietto SMERALDO a NEK per “PRIMA DI PARLARE LIVE 2015”, il tour nei teatri che ha venduto più biglietti. Biglietto RUBINO a J-AX per “IL BELLO D’ESSER BRUTTI LIVE 2015”, il tour nei club che ha venduto più biglietti.

 

Onstage assegna un premio speciale a Max Pezzali per gli oltre 500 concerti in carriera. Un grande traguardo per l’artista che continua ad attirare grandi folle ai suoi show ad oltre 20 anni dal debutto sui palchi.

 

Radio2 assegna un premio speciale a Elisa, l’artista italiana più trasmessa dall’emittente dal 1997, anno del suo debutto con il singolo “Sleeping In Your Hand”.

 

TIMmusic Onstage Awards è un evento multimediale declinato su Rai 2, RAI 4, Radio 2, e rai.it. Lo show televisivo su RAI 2 è condotto dall'inedita coppia Nicola Savino e Malika Ayane, con la regia Di Gaetano Morbioli.

 

Sul palco alcuni tra gli artisti vincitori, grandissimi ospiti della scena musicale e personaggi del mondo dello spettacolo, del cinema e dello sport (Federico Russo, Selvaggia Lucarelli, Filippa Lagerback, Edoardo Leo, Beppe Bergomi e Demetrio Albertini) che premieranno i vincitori.

TIMmusic Onstage Awards è un evento multimediale declinato su Rai 2, RAI 4, Radio 2, e rai.it. Lo show televisivo su RAI 2 è condotto dall'inedita coppia Nicola Savino e Malika Ayane, con la regia Di Gaetano Morbioli.

 

#TIMmusicOnstageAwards è un evento presentato da Rai Radiotelevisione Italiana, organizzato da Areaconcerti, TIM e in collaborazione con Assomusica.

 

 

#TIMmusicOnstageAwards

 

Questi sono i vincitori e le categorie dell'edizione 2016:

 

 

Migliore tour italiano TIMYoung: TIZIANO FERRO

 

Migliore performer TIMmusic: MARCO MENGONI

 

Migliore tour internazionale Huawei: MIKA

 

Migliore rock show Tuborg: MUSE

 

Migliore tour alternative italiano Tuborg: CAPAREZZA

 

Migliore tour internazionale Alternative: EDITORS

 

Migliore tour rap Huawei: CLEMENTINO

 

Evento dell’anno Huawei: LIGABUE, Campovolo 2015

 

Migliore show elettronico Keglevich: SKRILLEX

 

Miglior Festival: HOME FESTIVAL

 

Migliore Concert Series: LUCCA SUMMER FESTIVAL

 

Inno live dell’anno TIMYoung: NEGRAMARO, Attenta

 

Migliore Fan Base TIMmusic: THE KOLORS

 

Talento italiano del futuro TIMmusic: THE KOLORS

 

Talento internazionale del futuro TIMYoung: HOZIER

 

Miglior Look Capellimania: THE KOLORS

 

www.timmusiconstageawards.com

timmusiconstageawards.rai.it

 

Per info e contatti:

Rossana Moro ufficio stampa TIMmusic Onstage Awards Tel. 348 8247958

Tel. 02 533558/ 02.52515555 - Via Ripamonti, 137 - 20141 Milano (MI) www.areaconcerti.net - info@areaconcerti.net -  www.onstageweb.com -  redazione@onstageweb.com Tel. 06/36864313- Ufficio Stampa RAI - Viale Mazzini, 14 – 00195 Roma  http://www.ufficiostampa.rai.it/  - ufficiostampa@rai.it

 

 

 

 

 

Il Bataclan di Parigi riaprirà entro la fine dell'anno

11/02/2016 16:10 

Il tremendo attacco terroristico dello scorso 13 novembre che ha causato la morte di 89 persone durante il live degli Eagles of Death Metal presso la sala concerti Le Bataclan di Parigi ha segnato in modo indelebile il mondo della musica. Dopo quel tragico evento molte delle misure di sicurezza adottate durante i concerti sono cambiate e molti tour e molte serate sono state annullate, a Parigi e non solo.

A inizio dicembre i direttori storici del locale, Olivier Poubelle e Jules Frutos, avevano auspicato la riapertura prima del 2017. Poche ore fa è comparso sulla pagina Facebook del Bataclan un post in cui si annuncia l’intenzione di ritornare a far concerti entro la fine dell’anno.

Fonte: Rockoll.it

http://www.rockit.it/news/bataclan-parigi-attacco-terroristico-apertura

Concerti, biglietti, prezzi, bagarini, secondary ticketing: la verità vi farà male (lo so)

Beh, direi che adesso basta. Sono anni che ci occupiamo, con la maggiore attenzione possibile, della questione del “secondary ticketing” e di quella, più ampia, del prezzo dei biglietti dei concerti. E la sensazione è che siano stati anni sprecati. La sensazione è che continuiamo a parlare a gente che non ha capito come va il mondo, e soprattutto che se il mondo va così non tocca a Rockol cambiarlo, né alla stampa, né (forse) alla politica: bisogna rimboccarsi le maniche e prendere, in proprio, decisioni anche spiacevoli.

Quand’ero giovane, negli anni Settanta, abbiamo vissuto, in Italia, un lungo periodo di privazione dai concerti di artisti internazionali. Si era diffusa la convinzione, trasformata presto in slogan, secondo cui “la musica è nostra e non si paga”; sicché a ogni concerto si assisteva allo stesso identico rituale. Quelli che avevano pagato il biglietto entravano nel palazzetto, quelli che non l’avevano pagato e non avevano intenzione di pagarlo rimanevano fuori e cominciavano a fare casino. Prima che iniziasse il concerto, quelli che non avevano pagato cercavano di sfondare i cancelli: spesso ci riuscivano, più spesso gli organizzatori aprivano i cancelli e lasciavano entrare quelli che non avevano pagato il biglietto, con grande scorno di quelli che il biglietto l’avevano pagato. Quando gli organizzatori non aprivano i cancelli arrivava la Polizia, in assetto da guerriglia, e caricava gli “autoriduttori”, come li si chiamava allora, cercando di farli sgomberare; ne derivavano tafferugli, disordini, cariche, lacrimogeni, sospensione dei concerti eccetera eccetera.

Tutto sbagliato, ovviamente: la musica non è nostra, e va pagata a chi la crea e la produce e anche a chi la porta in giro e la diffonde. Ma almeno quelli degli anni Settanta, gli autoriduttori, ci mettevano la faccia, anche se spesso coperta da un fazzoletto, e rischiavano le manganellate.

Adesso è tutta una lamentazione: i biglietti sono troppo cari, i siti di secondary ticketing fanno incetta di biglietti per rivenderli a prezzi maggiorati, questo è sfruttamento della nostra passione (“speculano sulla passione” è il nuovo “speculano sui sogni dei ragazzi”) e via lagnandosi.

E io mi sono stancato di questa lagna.

La verità, cara la mia gente, è che nessuno è chiamato a fare beneficienza o a lavorare senza compenso per assecondare la vostra passione. Non lo fa nessuno: né l’artista che va in tournée, né il promoter che lo ingaggia, né l’organizzazione che vende i biglietti, né chi opera su un sito di secondary ticketing che li compra e rivende. Tutti lavorano per guadagnare: e la notizia, cara la mia gente, è che tutti, e comprensibilmente, cercano di mettersi in tasca più soldi che possono.

L’artista, che chiede cachet esorbitanti e a questi assomma richieste di benefit spesso esagerate; il promoter, che in base a quanto paga l’artista e il luogo in cui si suonerà stabilisce il prezzo del biglietto prefissandosi il maggior guadagno realizzabile; l’organizzazione di vendita dei biglietti, che a sua volta cerca di incassare il più possibile per il servizio che fornisce; e chi opera sui siti di secondary ticketing, che rischia soldi per comprare grandi quantità di biglietti e li rivende a un prezzo che compensi non solo l’investimento ma anche il “rischio d’impresa”.

Ora, può darsi che qualcuno di questi “prestatori d’opera” lavori “anche” con passione, ma nessuno – nessuno – lo fa per passione, o per mecenatismo, o con spirito filantropico. E’ un lavoro, per tutti: e il lavoro va remunerato.

Se l’artista, alla visita precedente, si è visto davanti un tutto esaurito, ovvio che pensi di poter aumentare il suo cachet la volta dopo. Se il promoter ha venduto tutti i biglietti a una certa cifra, ovvio che la volta seguente li metterà in vendita a una cifra superiore, e lo stesso farà la volta successiva – finché non avrà toccato il massimo, o avrà esagerato, e allora il tutto esaurito non gli riuscirà. Se il sito specializzato nella vendita dei biglietti avrà ricaricato, sotto una voce o sotto un’altra, cinque euro sul prezzo nominale del biglietto, la volta dopo ne ricaricherà sette, e la volta dopo nove o dieci. E’ una scommessa: vediamo fin dove possiamo arrivare salendo di cachet, o di prezzo del biglietto, o di costo del servizio. E’ la stessa cosa che fanno i gestori dei parcheggi intorno ai luoghi dei concerti, o quelli che vendono panini dai baracchini: è la legge della domanda e dell’offerta.

Gli operatori sui siti di secondary ticketing hanno risolto il problema di quasi tutta questa gente, a modo loro. In sostanza, comprano tutti i biglietti disponibili al prezzo e alle condizioni stabilite da artista, promoter, siti di vendita dei biglietti. Rischiano: e sono, in fondo, gli ultimi a rischiare. Perché se poi non riusciranno a rivendere, a prezzo ulteriormente maggiorato, tutti i biglietti comprati, resteranno col cerino in mano e molti, o moltissimi biglietti invenduti.

Ma tutti gli altri saranno soddisfatti: perché in cinque minuti, o anche meno, avranno già recuperato le spese e realizzato il guadagno che si aspettavano. Il promoter, in particolare, non dovrà più passare giorni o settimane di ansia monitorando l’andamento delle vendite dei biglietti, come succedeva un tempo: i biglietti lui li ha già venduti tutti in cinque minuti, e i soldi stanno per arrivare sul suo conto corrente. I biglietti non li ha venduti agli utilizzatori finali, gli spettatori (e a lui che importa?), ma a un intermediario; al quale ha passato il rischio di non venderli tutti. Quello che gli interessava era andare in pari con le spese e guadagnare: già fatto, in cinque minuti.

Non so quando sia successo, ma c’è stato, a un certo punto, anni fa, un ribaltamento della situazione. Un tempo i biglietti costavano meno in prevendita che al botteghino: perché in quel modo, facendo uno sconto sul prezzo nominale, l’organizzatore cominciava a incassare denaro utile per pagare le spese vive. Poi è successo che la prevendita è diventata un costo: all’inizio irrisorio, poi sempre più gravoso. Eppure nessuno si è rifiutato di comprare biglietti in prevendita, nessuno ha protestato: perché, alla fine, comprare un biglietto in prevendita su Internet è così comodo, ti evita di metterti in coda a un botteghino, ti evita di dover arrivare con troppo anticipo al concerto… Allora, cara la mia gente, le comodità si pagano: e state sicuri che chi vende le comodità ve le venderà sempre al prezzo più alto possibile, che è quello al quale voi sarete disposti a pagarle. Il passo successivo è stato inglobare la comodità nel prezzo complessivo, trasformandola in obbligo, in voce di spesa. Ma nessuno – o se qualcuno l’ha fatto, erano troppo pochi perché ce ne s’accorgesse – si è rifiutato di sottostare a questa prassi.

Perché, cara la mia gente, la parola chiave è proprio questa: “rifiuto”. Il biglietto è troppo caro? E io non lo compro. Il sito di secondary ticketing è troppo esoso? E io non lo uso. L’artista ha chiesto un cachet troppo oneroso? Peggio per lui: si troverà di fronte uno stadio vuoto, perché io non ci andò, al suo concerto, e cercherò di convincere più gente possibile a non andarci.

Assistere a un concerto non è una necessità primaria. E’ un divertimento, un passatempo, un rituale, quello che volete. Ma è una spesa voluttuaria, una spesa che si sostiene per provare un piacere (“voluptas”, è latino). Se un piacere, per voi che desiderate goderne, è troppo costoso, siete voi che dovete rinunciare. Non è come il pane, o il latte, o come altre esigenze di prima necessità, che giustamente sono (per quanto possibile) sottoposte a un calmiere dei prezzi. E se volete far capire, a chi mette in vendita un piacere, che lo sta vendendo a un prezzo troppo alto, beh: non compratelo. La volta prossima lo venderà a un prezzo inferiore. A meno che ci siano in giro così tanti ricchi, o idioti, che per provare quel piacere sono disposti – diversamente da voi, che non volete o non potete – a spendere una cifra troppo alta. Nel qual caso, rassegnatevi. Ci sarà sempre qualcuno che va in vacanza alle Maldive e qualcun altro che va in vacanza a Igea Marina. Vuol dire semplicemente che quel piacere che vi siete potuti concedere in passato è diventato troppo caro. Peccato per voi: ma è la vita, bellezze.

Potrete sempre consolarvi andando a ascoltare, in un locale vicino a casa vostra, un gruppo semisconosciuto che suona le sue canzoni. Pagherete dieci euro birra compresa, e magari avrete aiutato quattro o cinque giovani musicisti a coltivare la loro passione. Della vostra assenza, il Grande Artista Internazionale se ne farà una ragione, vedrete. E fareste bene a farvene una ragione anche voi, e a smetterla di piagnucolare sui social network.

Franco Zanetti

PS come abitudine di Rockol, siamo più che disponibili ad ospitare pareri diversi dal nostro: ogni contributo costruttivo e motivato è sempre gradito.

Fonte: Rockol.it

http://www.rockol.it/news-652740/concerti-biglietti-prezzi-bagarini-secondary-ticketing-polemiche#.VrW4n0MNkws.facebook%3Frefresh_ce

Parigi: Jovanotti, non smetteremo di voler essere liberi Rimettersi subito in cammino verso prossimo concerto o partita

(ANSA) - MILANO, 16 NOV - "Non cambieremo abitudini, le rafforzeremo, saremo migliori, saremo più attenti, ma non smetteremo di voler essere liberi": lo scrive Lorenzo Jovanotti in un lungo intervento intitolato 'Je suis Paris' pubblicato sulla sua pagina facebook, accompagnato da una foto che lo ritrae con la sua band e alcuni collaboratori, "quelli che avrebbero potuto essere al Bataclan a suonare a lavorare o a sentire qualcuno che suona". "Scrivo queste righe per unirmi al dolore e allo sgomento di tutti. Il mio pensiero - si legge - va a chi ha perso una persona cara". "L'obiettivo di questi attentatori è la Libertà, è il multiculturalismo, è la società aperta, la civiltà, la modernità, il progresso, la democrazia, l'uguaglianza, le cose di cui Parigi è un simbolo fortissimo". E poi la musica: "la musica è Parigi più di ogni altro posto perché la musica a Parigi c'è tutta e c'è per tutti". "Sono disorientato e triste, ma convinto - scrive Lorenzo - che gli attentatori non vinceranno mai". La capitale francese "è dove il progresso della civiltà ho sempre pensato che dovesse tendere, e quando oggi diciamo "je suis paris" è perché quel modello instabile e di certo non granitico è il migliore che c'è, perché - spiega - permette l'esistenza delle differenze, permette alle identità di affermarsi nella libertà, agli individui di crescere e alle comunità di esistere". "Oggi il dolore e lo sgomento, domani l'impossibilità di dimenticare e tutte le misure necessarie da adottare e i sistemi da rafforzare, ma già da subito rimettersi in cammino verso la prossima partita di calcio, la prossima passeggiata, il prossimo concerto da andare a sentire. Io sono Parigi, Je suis Paris, con tutto quello che comporta esserlo oggi, ma specialmente - conclude - per quello che voglio sia anche domani e che sono le grandi città, le città con le luci accese e con le porte aperte".(ANSA).

http://agis.telpress.it/news/2015/11/17/2015111705223136450.PDF

A breve Spotify ti consiglierà anche che concerti andare a vedere

Pochi giorni fa Spotify ha annunciato il lancio della nuova sezione Concerts all'interno della sua app per mobile. Si tratta del risultato di una partnership con Songckick, una delle più importanti piattaforme al mondo che raccolgono date di concerti. Ora l'utente sarà aggiornato sui live dei suoi artisti preferiti nella sua città o nelle immediate vicinanze: l'applicazione gli segnalerà le band che normalmente ascolta e anche altre che potrebbero piacergli.

La piattaforma svedese risponde alle recenti mosse dei suoi competitor: solo la scorsa settimana Pandora ha stretto un accordo con Tickefly per inserire la vendita di biglietti all'interno del suo servizio; parallelamente l'app MAGNIFI, specializzata in live-streaming di concerti e segnalazione di date, ha lanciato il suo abbonamento mensile.

Da un lato, quindi, si capisce come i servizi di streaming si sentano costretti ad ampliare la loro offerta per rimanere sul mercato, dall'altro si sottolinea quello che già vi raccontavamo nell'articolo dedicato a YouTube Musicoggi il vero obiettivo di un servizio musicale è riuscire a conoscere e prevedere i gusti dei suoi utenti fornendo servizi sempre più curati e personalizzati. Per questo Spotify ha recentemente comprato il servizio Tunigo che compila playlist ispirate ai vari mood della giornata mentre, un anno fa, aveva acquisito la società The Echo Nest, una delle aziende leader nel campo dell'elaborazione dei dati.

Come spesso accade con questo tipo di novità, la sezione Concert non è ancora disponibile per l'Italia. Speriamo lo sia a partire dai prossimi aggiornamenti dell'app.

FONTE: ROCKIT.IT

http://www.rockit.it/news/spotify-streaming-concerti-app-mobile

Concerti, il «patto» di Milano tra Siae e organizzatori (ma servirebbe una legge quadro)

Quello di oggi è il giorno degli Mtv Ema, i particolarissimi «oscar» assegnati dalla rete ammiraglia di Viacom ai musicisti che si sono maggiormente distinti su territorio europeo: appuntamento in serata al Forum d’Assago con Ed Sheeran nelle inedite vesti di presentatore. Quella di ieri è stata la giornata del «Patto per la musica live nelle città del futuro», carta condivisa da Siae, Agis, Assomusica, Federculture, comune di Milano e Anci al Palazzo Reale del capoluogo lombardo, al termine della due giorni di «Musica Viva», organizzata sempre nell’ambito della Mtv Music Week con la partecipazione del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. L’intento di enti e associazioni che si sono riuniti in gruppi di lavoro era individuare un percorso comune a partire dal quale riformare le leggi che regolano il settore: dalla riduzione del carico burocratico per gli organizzatori a nuove risorse – proposta, quest’ultima, del ministro Franceschini – a sostegno dei concerti attinte dal Fus. «L’industria della musica contemporanea popolare – ha detto il presidente di Assomusica Vincenzo Spera, subito dopo l’evento – deve essere sostenuta, valorizzata, promossa e agevolata al pari dell’industria cinematografica o teatrale, considerata inoltre la comprovata valenza turistica, nazionale e internazionale. I luoghi in cui sono organizzati spettacoli musicali dal vivo devono essere valutati come luoghi della cultura, sia al chiuso sia all’aperto». Ma la strada da compiere, in questo senso, appare ancora lunga. «La politica – prosegue Spera – dovrebbe imparare a conoscere il mondo dell’arte a 360 gradi. C’è troppa attenzione del sistema dedicata ai beni culturali del passato, purtroppo molto poca a quelli del futuro. Oggi abbiamo bisogno di strumenti reali affinché le attività culturali siano considerate al pari di beni e servizi essenziali. Lo Stato deve legiferare tenendo conto delle peculiarità e le caratteristiche proprie del settore. La collaborazione con il comune di Milano ha portato, per esempio, enormi benefici. Questo dimostra l’importanza della sinergia tra le istituzioni». Tre, secondo Spera, i punti dai quali ripartire: «Innanzitutto occorre riformare l’istruzione e la formazione, prevedendo corsi di musica fin dalla tenera età, con un approccio moderno, basato soprattutto sull’ascolto e sull’utilizzo più esteso di strumenti. Favorire la formazione professionale dei musicisti e infine istituire la formazione professionale delle varie figure coinvolte nella filiera, da quelle tecniche a quelle organizzative (responsabili, direttori, assistenti di produzione), a quelle amministrative, a quelle addette alla promozione e comunicazione, fino alla figura di organizzatore di spettacoli dal vivo, con conseguente riconoscimento delle categorie in appositi albi o elenchi certificanti, tramite il coordinamento con le regioni». Si guarda all’Europa: «Grazie al lavoro svolto negli ultimi due anni con la direzione generale Educazione e cultura della Commissione europea cominciano a maturare i primi frutti con la realizzazione di un Forum dedicato al settore, che si aprirà ufficialmente al “Midem” di Cannes, già dalla prossima edizione e con un progetto che prevede l’istituzione di un fondo destinato alla musica come avviene già per il cinema». La sintesi del pensiero di Spera sta in una citazione di papa Francesco: «Non c’è futuro per le giovani generazioni senza creatività e senza la possibilità di esprimerla liberamente. Solo con la creatività si crea innovazione e internazionalizzazione». Una vera rivoluzione copernicana per la musica live, secondo il presidente di Assomusica, arriverà solo «attraverso una legge quadro che ci metta in condizione di imprimere una sterzata al settore». Quelle esistenti sono retaggio del passato, la musica invece punta a guardare al futuro.

fonte: Il sole 24 Ore

http://francescoprisco.blog.ilsole24ore.com/2015/10/25/concerti-il-patto-di-milano-tra-siae-e-organizzatori-ma-servirebbe-una-legge-quadro/

Convegno Musica Viva, il live blogging

Oggi inizia a Milano il convegno "MUSICA VIVA. Verso un patto per la musica viva nelle città del futuro". Si tratta in un incontro promosso dal Comune di Milano ed ExpoinCittà in collaborazione con SIAE e MTV Italia, che mira a mettere a confronto le buone pratiche sviluppate a livello locale, nazionale e internazionale per una valorizzazione esemplificazione normativa del settore della musica live in ItaliaRockit è mediapartner dell'evento, e qui di seguito trovate il nostro liveblogging.

SILVANO BARBERI (comandante provinciale vigili del fuoco di Milano): I concerti dal vivo sono un'attività culturale e non solo commerciale, un bene di tutti. È importante nei grandi eventi rispettare degli standard di sicurezza e ordine pubblico. Chi organizza spettacoli negli stessi luoghi deve essere messo in condizione di conoscere qual è la procedura e i documenti da presentare senza fraintendimenti da parte delle istituzioni.

ROBERTO GROSSI (Presidente di Federcultura): Per incentivare la domanda devi creare un buon prodotto culturale, negli ultimi anni (dati Siae) il volume di affari della musica dal vivo è calato del 3%: bisogna liberare le forme d'impresa e le cooperative e incentivare la domanda. Necessari anche benefici fiscali per chi, ad esempio, acquista un carnet di biglietti per il teatro o per i concerti.

VINCENZO SPERA (Presidente Assomusica): la politica dovrebbe imparare a conoscere il mondo dell'arte. C'è troppa attenzione del sistema dedicata ai beni culturali del passato, e poca al futuro. Oggi abbiamo bisogno di strumenti perché le attività culturali siano al pari dei beni e di altri servizi essenziali.

MAURIZIO BRACCIALARGHE (Assessore alla Cultura di Torino): È possibile immaginare che negli spettacoli gratuiti, sotto un certo numero di spettatori, siano evitabili i costi della siae? A volte i progetti che mettono in condizione i giovani di suonare, stare insieme, farsi conoscere sono ostacolati da questo, perché costa più la siae di quanto costa organizzare il concerto. Nel rispetto delle funzioni questo è un tema che bisognerebbe approfondire. Cerchiamo di trovare gli sponsor, ok pagare il diritto d'autore se il comune organizza la manifestazione. Ma la siae dovrebbe aiutare a sostenere i costi

FRANCESCHINI: si parla del piano triennale per la musica: solo il 23% delle risorse è dedicato alla musica. Un paese che si fa bello di avere la migliore cultura del mondo ma poi guarda il cinema degli altri paesi, ascolta la musica degli altri paesi. Sono necessari più spazi.

DIRETTORE SIAE GAETANO BLANDINI: la siae è dalla parte di chi crea. Il tema del diritto d'autore è fondamentale e le modalità con cui lo si tutela 

PISAPIA: ieri è stato inaugurato Bookcity, le difficoltà economiche spesso dipendono dalla difficoltà di arrivare all'obiettivo
(e quindi una burocrazia che va semplificata). Lo sportello per la musica dal vivo è diventata una realtà attiva.
Ogni ora del giorno è quella giusta per fare cultura se si propaganda insieme

fonte Rockit.it

http://www.rockit.it/news/convegno-musica-viva

Quel mix di «live» e business che mantiene le note in salute

L’intera filiera della musica, dai produttori agli organizzatori di festival, dagli artisti ai tecnici, si incontra a Bari dal 29 al 31 ottobre, alla quinta edizione del Medimex, la fiera mercato dedicata al mondo professionale e al pubblico. Una cittadella della musica di due ettari, nel più moderno padiglione della Fiera del Levante, accoglierà, nella tre giorni, industria, professionisti e artisti italiani e stranieri provenienti da 27 paesi, con nomi come Brian Eno, Gianna Nannini, Carmen Consoli, Natalie Imbruglia, Ludovico Einaudi, Vinicio Capossela ma anche organizzatori ed esperti come Stacey Willhelm del festival South by Southwest di Austin (USA) o Enrik Rasmussem del danese Roskilde festival, solo per citarne un paio.  
Il progetto ideato cinque anni fa da Antonio Princigalli, coordinatore del programma regionale di sviluppo musicale Puglia Sounds, è diventato un appuntamento unico nel suo genere in Italia. Si tratta, spiega Princigalli, di «un enorme strumento di conoscenza per capire dove andrà il mercato internazionale della musica, un’occasione unica di confronto tra artisti e case discografiche italiane e internazionali. Qui tutti i protagonisti portano una propria progettualità. Dagli artisti ai direttori creativi ai partner come Siae, Fimi, laFeltrinelli, ognuno presenta un tassello che compone il grande mosaico dell’intero sistema musicale che ha contribuito anche allo sviluppo del sistema musicale pugliese, che in questi anni è cresciuto tantissimo».  
Senza trascurare l’aspetto del fare business che una fiera professionale deve sempre avere, con circa mille operatori che si sono già accreditati al salone, una grande attenzione è stata posta negli ultimi anni alla formazione nel senso di esperienza e conoscenza per i giovani. In quest’ottica rientra l’iniziativa di Medimex Kids, «un progetto — illustra Princigalli — di avvicinamento al Medimex ma anche di arricchimento della conoscenza degli studenti, che ha coinvolto 18 scuole dell’intera regione e dieci artisti pugliesi, dai Negramaro a Erica Mou, dai Sud Sound System a Renzo Rubino che sono andati nelle scuole a tenere delle lezioni, a raccontare come hanno riconosciuto il proprio talento e i percorsi che li hanno portati al successo».  
«Questo — continua — per noi è un investimento sul futuro della musica perché una parte dei 10 mila ragazzi che sono stati coinvolti dal programma, compresi quelli che verranno a visitare il Medimex, potrà diventare artista, musicista, organizzatore di festival, tecnico del suono o un’altra figura di questo settore anche grazie al fatto che è entrato in contatto con i protagonisti di questo settore».  
Un’altra novità è il superamento dei confini della fiera e anche di quelli della città di Bari che lo ospita, con la diffusione su tutto il territorio della regione (per quanto riguarda le scuole) ma soprattutto nella città di Lecce che insieme a Bari sviluppa il 70% della produzione musicale regionale. Per questo, nel capoluogo salentino a ottobre sono stati organizzati 100 appuntamenti che si concluderanno il 29 ottobre quando un treno carico di musicisti partirà da Lecce e arriverà a Bari per l’apertura del Medimex. Nella città ospitante poi, non resta più tutto confinato alla fiera, a partire da Brian Eno, l’inventore dell’ambient music che aprirà la tre giorni con la prima mondiale della sua nuova installazione «Light paintings» che sarà ospitata fino al 14 novembre al teatro Margherita, nel centro della città. Oltre a quattro percorsi musicali sempre in centro, dedicati alle musiche Classica, World, Pop e Jazz. Tornando al Medimex, occorre ricordare i numeri di questa edizione, con 150 eventi tra concerti (40) incontri d’autore, panel, case history, face to face e presentazioni a partire da quella nazionale del nuovo album della Nannini.

Fonte: Il Corriere della sera

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