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L'IVA SUI CONTRATTI DEI MUSICISTI DAL 10 AL 20%

 

Gli organizzatori di concerti in Italia sono costretti da due anni a pagare l'Iva al 20% anziché al 10%, come era stato per oltre trent'anni grazie a una norma del DPR 633/72 (legge Iva). In due decreti del 98 e del 99 - all'interno della norma che elenca le attività che godono dell'applicazione agevolata dell'Iva - compare in un passaggio un punto e virgola al posto della virgola usata in precedenza. In definitiva, si parla di "spettacoli teatrali di qualsiasi tipo, compresi opere liriche, balletto, prosa, operetta, commedia musicale, rivista; concerti vocali e strumentali, attività circensi e dello spettacolo viaggiante, spettacoli di burattini e marionette ovunque tenuti".

Quel punto e virgola pesa come un macigno, spiega il vicepresidente dell'Assomusica Alessandro Bellucci: "Gli organizzatori di concerti incassano l'Iva al 10% e sui contratti di scrittura dei musicisti la pagano al 20%. La questione sembra paradossale, ma è proprio questa, del punto e virgola". 
"Quel punto e virgola non può che essere considerato come una svista di trascrizione - spiega l'avvocato Francesco Bencivenga, che assiste Assomusica in questo contenzioso - perchè quella disposizione è stata trasferita in blocco da un provvedimento all'altro in occasione della riforma dell'imposta sugli spettacoli, a eccezione appunto della punteggiatura. E inoltre è un assurdo da un punto di vista sistematico, perchè gli organizzatori di concerti continuano ad avere l'Iva al 10% sui biglietti ma devono pagarla al 20% sui compensi. La Commissione Tributaria Provinciale di Parma ha già dato ragione a un contribuente in questa materia; altri ricorsi sono ancora in piedi". 
L'articolo completo su www.repubblica .it.

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