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Il Presidente di Assomusica in audizione alla Commissione Cultura della Camera

Si è chiusa oggi, con l’intervento del Presidente di Assomusica Vincenzo Spera, la serie di audizioni di fronte alla Commissione Cultura della Camera, presieduta dall’on Flavia Piccoli Nardelli, per l’indagine conoscitiva sul caso secondary ticketing, scoppiato riguardo alla bigliettazione nel mondo dello spettacolo in Italia.

«Finalmente l'Italia fa qualcosa contro il secondary ticketing – il mercato di biglietti parallelo a quello autorizzato di questo dobbiamo essere orgogliosi noi che l'abbiamo sollecitato, ma anche i parlamentari che prestano molta attenzione a questo lavoro e che l'hanno poi reso possibile. Stiamo parlando di un settore che non ha regole e leggi che lo concepiscono», ha detto Spera.

«Molti parlamenti e governi, quasi in contemporanea, stanno lavorando al tema secondary ticketing. È un problema, in effetti, che non può essere risolto da un solo Paese».
C’è qualche punto, ha aggiunto Spera, che è già emerso nelle proposte di legge e nelle indagini già svolte in altre nazioni: «C’è
una guerra totale ai bots (software che permettono l’acquisto automatico di grandi quantità di biglietti, aggirando le regole imposte dai siti del mercato secondario) in alcuni casi anche con azioni penali». Un altro punto riguarda la possibilità di dotare l’Agenzia delle Entrate di maggiori strumenti di controllo.

«Un altro elemento già contenuto nell’emendamento Rampi – ha continuato Spera è la possibilità per il singolo cittadino di rivendere il biglietto». Nel contempo, è importante cercare di evitare «il biglietto nominativo che comporterebbe problemi abbastanza grandi, anche tecnici ed economici».

«Una delle esperienze fallimentari – ha specificato è stata sperimentata alla Scala, dove si è tentato di utilizzare il biglietto nominativo, e stiamo parlando di una realtà che contiene un pubblico limitato. Non ha avuto riscontro e la cosa è stata abolita». L’Italia è stata comunque fra i primi a cercare di far passare una legge per regolamentare la questione. «In questi ultimi anni Assomusica si è occupata del problema ma non ha trovato riscontro negli organi di controllo. Abbiamo coinvolto i parlamentari sul tema, da ciò è sfociato un primo emendamento presentato a ottobre sul Decreto Fiscale, che al momento non passò». L’emendamento ripreso, riadattato e passato all’interno della Finanziaria ha poi «portato l’Italia all’attenzione di tutti i Paesi. Di questo dobbiamo essere orgogliosi», ha continuato Spera, mentre l’On Roberto Rampi ha specificato come il Parlamento fosse già al lavoro sull’argomento prima della serie di servizi delle Iene. 

Rockol.it: Secondary ticketing, la proposta del parlamento UK: compravendite solo se autorizzate e prigione per l'utilizzo di bot

Il parlamento britannico, impegnato ancora prima di quello italiano nel contrasto al mercato secondario di biglietti per eventi dal vivo, ha impresso nelle ultime ore una forte accelerazione alla lotta al secondary ticketing: come riferisce il Guardian, una rappresentanza di membri della Camera dei Lord ha presentato un emendamento al digital economy bill che potrebbe complicare non poco le operazioni di piattaforme come Viagogo, StubHub e Seatwave.

Tra le nuove norme proposte in sede di discussione parlamentare due sono quelle più radicali, almeno rispetto a quelle elaborate fino ad oggi: la prima prevede che la compravendita di biglietti tra privati possa essere effettuata solo dietro l'esplicito consenso dell'organizzatore dell'evento alla piattaforma interessata, che - inoltre - sarà costretta a tagliare sensibilmente il suo margine di utile sulla transazione. In caso di compravendita abusiva potrebbe essere comminata al venditore una multa fino a 5000 sterlina, cifra che annullerebbe qualsiasi margine di guadagano su un'eventuale transazione speculativa.

La seconda riguarda invece l'utilizzo di bot, i software che permettono l'acquisto seriale di tagliandi sul mercato primario già censurati dalla giustizia statunitense: se il nuovo emendamento dovesse essere accolto, gli utilizzatori di automazioni informatiche illegali potrebbero incorrere in pene detentive della durata di al massimo un anno. A questa misura, proposta dal conservatore Nigel Adams, se ne aggiungerebbero altre, come quella di imporre a quanti mettano in vendita biglietti su piattaforme di secondary ticketing l'obbligo di fornire gli estremi identificativi del tagliando, pena la cancellazione automatica dell'offerta.

Nel mirino, tangenzialmente, finirebbero anche gli Internet Service Provider, che potrebbero essere multati in caso di mancato diniego dell'accesso al Web a bagarini già condannati per aver violato la legge di tutela dei consumatori.

Le nuove norme verranno discusse dal parlamento inglese nel corso della prossima settimana.

Battaglia in Virginia: una legge sui biglietti fa insorgere locali e pubblico

Diversi business del mondo della musica live, fra cui locali, promoter e rivenditori di biglietti, hanno fatto sapere con una lettera aperte di essere contrari a una legge proposta all’Assemblea generale dello Stato della Virginia che vuole una maggiore liberalizzazione della rivendita di biglietti online.

La proposta prevede una multa fino a 15 mila dollari per chiunque venda biglietti «con modalità che sostanzialmente non consentono all’acquirente di rivendere legalmente il biglietto» o che penalizzi chiunque abbia rivenduto un biglietto o acquistato un biglietto rivenduto su alcune piattaforme online.

La legge è stata proposta da un deputato che, non potendo partecipare a un concerto, ha provato a rivendere il suo biglietto legalmente. La piattaforma che aveva utilizzato per acquistarlo, però, non consentiva la rivendita tramite altri metodi e, dato che il concerto non era sold out, non era possibile neanche metterlo in vendita sulla stessa. Al cancello, poi, erano richieste carta di credito e documento dell’acquirente.

Molte organizzazioni sono però contrarie alla legge in discussione: «Nonostante si dichiari dalla parte del consumatore, questa legge sarà di beneficio solo ai bagarini e alle aziende di altri Stati, proteggendo i loro profitti», e continua: «La legge […] vuole limitare la possibilità di artisti, locali e promoter di determinare i termini per la vendita dei biglietti a un evento». Il vero problema, secondo i critici, è «la mancanza di trasparenza dei bagarini e i siti di rivendita ingannevoli nel mercato secondario, che impediscono ai fan di effettuare acquisti informati e allo Stato di raccogliere le tasse appropriate».

Questa proposta sarebbe quindi all’opposto della legislazione promossa in molti altri Stati e Paesi per risolvere il problema del secondary ticketing. «I fan acquistano biglietti sul mercato secondario senza conoscere il valore originale o senza sapere che su quei siti il prezzo è quasi sempre più alto del valore reale. Spesso siti del genere hanno anche l’aspetto di canali legittimi di rivendita», continua la lettera. Sono quindi i fan a dover essere messi al primo posto «piuttosto che bagarini di altri stati».

Ansa.it: Anche un drone per la sicurezza a Sanremo

Per la prima volta, in occasione del prossimo Festival di Sanremo (7-11 febbraio), sarà un drone a garantire la sicurezza dell'alto e non più l'elicottero che potrà levarsi in volo per esigenze operative.
Ad annunciarlo è stato il questore di Imperia, Leopoldo Laricchia, alla presentazione delle misure di sicurezza. "Il drone si alzerà dall'Ariston per arrivare a un centinaio di metri di altezza e trasmettere immagini remotizzate", ha spiegato il questore.

"Il drone che sperimenteremo - ha spiegato il commissario capo di Polizia, Francesca Roberto - è un esacottero". La sicurezza sarà garantita da 274 telecamere "remotizzate", contro le 120 del 2016 e da "uomini camera" che gireranno nei dintorni dell'Ariston e che potranno effettuare pedinamenti, inviando le immagini alla centrale operativa. Torna la cosiddetta "zona rossa" nella zona dell'Ariston e i biglietti di ingresso saranno anche dotati di codici a barre che invieranno le informazioni alla "control room", allestita in commissariato.
   

Come far funzionare il mercato della musica live: il commento di una dirigente SUISA

Gli svizzeri amano la musica dal vivo, ogni anno sono fondati nuovi festival che a volte spariscono altrettanto velocemente, altre riescono a vantare una tradizione di decenni. Nel 2015 sono state date licenze a 20 mila concerti e festival, con royalty per circa 19 milioni di euro.

SUISA, agenzia per la raccolta dei diritti, è di proprietà dei suoi membri e il suo scopo, secondo quanto spiega Chantal Bolzern, a capo del reparto per i diritti dal live, è quello di aiutare autori ed editori a beneficiare degli introiti dalle performance. Anche i promoter, continua, devono avere un facile accesso ai diritti necessari per creare il loro evento.

Una delle tariffe di SUISA prevede un accordo di due anni con le varie organizzazioni: le licenze per concerti e festival ammontano a una cifra fra il 7 e il 10 per cento degli introiti dai biglietti e ci sono detrazioni per chi fa parte di alcue organizzazioni. Le royalty sono definite ogni tre mesi.

Bolzern conclude che il mondo della musica live è un ecosistema in cui ognuno deve fare la sua parte per fare un buon lavoro, ottenere riconoscimenti economici ma anche divertirsi.

Repubblica.it: Secondary ticketing, Siae: "Da bloccare". EBay: "Noi garanzia per i consumatori"

"Un danno per tutto il sistema della musica", dice la Siae. Che bisogna combattere "anche bloccando all’ingresso degli eventi chi ha comprato biglietti sul secondario". Una garanzia per i consumatori, replica eBay. "Che una norma troppo restrittiva ora rischia di spingere sul mercato nero". L'ultimo scontro sul secondary ticketing, la rivendita di biglietti dei concerti su piattaforme online come Viagogo, Stubhub o Seatwave, è andato in scena giovedì alla Camera. In commissione Cultura continuano infatti le audizioni sulla norma inserita in tutta fretta, dopo il caso Coldplay, all'interno dell’ultima legge di Bilancio. Un testo che minaccia sanzioni tra 5mila e 180mila euro per chi tenta di piazzare online i ticket di ingresso, e nei casi più gravi l’oscuramento delle piattaforme di rivendita. Ora tocca al governo fissarne i decreti attuativi, cercando una difficile mediazione tra il diritto di ogni acquirente a liberarsi di un biglietto, difeso dalle piattaforme, e la rivendita di massa a prezzi maggiorati, contrastata da alcuni organizzatori di eventi e dalla Siae.
 
Rivendere un biglietto 
Su una cosa sono tutti d'accordo: in Italia, almeno per ora, il fenomeno del secondary ticketing ha proporzioni limitate. Venti, massimo venticinque eventi l’anno, ha detto il direttore generale della Siae Gaetano Blandini, in particolare quelli di grandi artisti internazionali come Coldplay e U2 o di superstar di casa nostra come Vasco. Tutti poi, almeno a parole, lottano per difendere i consumatori e il loro diritto a godersi uno spettacolo. Come però? Ecco il difficile. Perchè qualcuno magari ha comprato due biglietti per un evento che si terrà mesi dopo, non può più andarci, e vorrebbe evitare di perdere i soldi. La legge approvata a dicembre specifica che “non è sanzionata la vendita effettuata da persona fisica in modo occasionale e senza finalità commerciali” e la stessa Siae dice di non voler bloccare “il ragazzino che rivende i biglietti e magari ci aggiunge 20 euro per comprarsi la ricarica del cellulare”. Eppure la prospettiva di una sanzione fino a 180mila euro potrebbe tenere lontani molti: “Questa legge così restrittiva non ha eguali nel mondo e spingerà il secondario sui social network, in gruppi chiusi o, peggio, sulla strada”, dice a Repubblica Ander Michelena di Ticketbis, piattaforma ora confluita in Stabhub, parte del gruppo eBay. Un rischio che il colosso dell’e-commerce ha ribadito anche in audizione alla Camera, spiegando che le transazioni sulla piattaforma offrono una garanzia totale per l’acquirente, che in caso di mancata ricezione del biglietto viene rimborsato.
 
Bagarini 2.0
Ma oltre agli appassionati di musica, sulle piattaforme vendono anche bagarini professionisti che comprano i biglietti sul mercato primario e poi li piazzano a prezzi maggiorati, fino a dieci volte. Su quanti siano però le analisi divergono molto. Secondo Siae si tratta di “un mercato globale importantissimo, da 8 miliardi di dollari, come quello della cocaina”. Un “rastrellamento” che pregiudica la possibilità per gli appassionati di accedere agli eventi a un prezzo equo. Secondo eBay sono operatori “saltuari”: su Stubhub negli Stati Uniti il 60% dei biglietti vengono venduti al di sotto del valore nominale, nel Regno Unito il 40%. E mettere un tetto al prezzo, una delle ipotesi che circolano, avrebbe daccapo l’effetto di spostare tutto sul mercato nero: le transazioni online sono almeno tracciabili e viene assicurato il pagamento dell’Iva. Non è detto che i rivenditori paghino le tasse sui profitti, ma questo vale per tutto il commercio elettronico (e anche per quello fisico). Distinguere il venditore commerciale e quello occasionale, come si propone di fare la legge, è insomma molto difficile. Siae descrive una serie di accorgimenti che sono stati adottati per i concerti di Vasco e che alcuni organizzatori di eventi già attuano in modo sistematico, senza bisogno di leggi: limitare il numero di biglietti acquistabili per singola carta di credito, bloccare le transazioni sospette, diffidare la rivendita. Azioni che Siae è pronta a ripetere anche per l'ultimo caso, quello del concerto di Ed Sheeran. Blandini però arriva a paventare soluzioni più drastiche, come tracciare con l’aiuto dell’Agenzia delle entrate le carte di credito dei bagarini: “Arriveremo a bloccare chi ha quei biglietti all’ingresso dei concerti”. Minaccia ad effetto, ma difficile da attuare. La soluzione, dicono alcuni, potrebbe essere emettere anche per gli spettacoli musicali biglietti nominativi, come per le partite di calcio. Ma ad apprezzarla sono in pochissimi. Non organizzatori e piattaforme di ticketing, per cui costituirebbe un aggravio di costi, né gli stessi siti secondari, che temono diventi una leva per contrastare la loro attività.
 
Trasparenza e conflitti di interesse
Le varie inchieste sul tema però hanno portato in luce un altro aspetto: gli interessi incrociati tra organizzatori di eventi, emettitori di biglietti e piattaforme del mercato secondario. Dei documenti pubblicati dalle Iene hanno mostrato che per alcuni eventi è stato lo stesso ramo italiano di Live Nation, il principale organizzatore e agente di cantanti al mondo, a piazzare parte dei biglietti direttamente sulle piattaforme di rivendita, una pratica su cui ora indaga la procura di Milano. Mentre società di ticketing come Ticketmaster, che dal prossimo anno potrebbe arrivare in Italia, sono anche proprietarie di siti di secondary come Seatwave e GetMeIn. Siae riconosce che questo è un problema e ritiene che la norma italiana sia "all’avanguardia" nel combatterlo. Ma nel testo della legge, in attesa dei decreti attuatici, la battaglia sembra soprattutto contro le piattaforme di rivendita. “Il vero problema non è il secondario, ma la trasparenza nella vendita dei biglietti sul mercato primario”, replica Michelena di Stubhub. “Molti dei biglietti per gli eventi vengono distribuiti direttamente dagli organizzatori e non arrivano neppure alla vendita al pubblico”.
 

Svizzera, il Consiglio federale contrario a limitare il libero mercato dei biglietti

Il mercato svizzero dei biglietti è caratterizzato da «prezzi troppo altri, truffe e delusione», «senza adeguata protezione per i consumatori». Questa è l’opinione espressa dall’associazione locale dei promotori, la SMPA, mentre il Consiglio federale ha espresso invece un’opinione in parte diversa: criminalizzare il mercato secondario andrebbe contro il libero mercato. Gli abusi verranno però combattuti.

Fra le idee attualmente valutate c’è quella di criminalizzare la vendita a un valore maggiore di quello nominale, oltre a rendere obbligatorie le licenze per la rivendita sul mercato secondario.

I biglietti potrebbero anche essere personalizzati, e dovrebbe essere richiesta la carta d’identità all’ingresso, ma questa soluzione per la SMPA è troppo costosa per tutti.

Alternative più utili sarebbero, sempre secondo i promoter, limitare il numero di biglietti che può essere venduto per persona ma anche i canali di vendita. Si potrebbero anche sviluppare siti Internet in cui poter scambiare i biglietti senza profitto.

Esistono inoltre siti da non raccomandare, secodo la SMPA, come Alltickets, Viagogo, Onlineticketsshop, Worldticketshop, Vienna Ticketoffice, Ticketbande, eBay e Ricardo. 

Gli italiani chiedono il controllo sulla rivendita dei biglietti secondo un sondaggio di Ticketbis

Il 63 per cento degli italiani vuole avere pieno controllo sui biglietti che ha acquistato, che ritiene di sua proprietà.

È il sito di secondary ticketing Ticketbis ad aver proposto il sondaggio effettuato da Apco e svelato pochi giorni dopo la conferenza No Secondary Ticketing che si è tenuta a Milano.

Secondo le risposte date al sondaggio il 51 per cento delle persone vuole avere il diritto di rivendere i biglietti non più desiderati a chiunque. Sono, inoltre, il 26 per cento degli italiani ad aver utilizzato I siti di secondary ticketing per acquistare ingressi ad eventi sold-out.

Il cofondatore di Ticketbis Ander Michelena ha quindi commentato che la legge italiana contro il secondary ticketing «è stata una decisione affrettata che ha spinto la rivendita dei biglietti sul mercato nero».

Morto il promoter, fondatore della PRK, Peter Rieger

È morto Peter Rieger, fondatore della Konzertagentur che portava il suo nome. Aveva 63 anni.

Rieger era stato il promoter di nomi come David Bowie, Paul McCartney, Genesis, U2, George Michael, Eagles e Whitney Houston, oltre allo show di Roger Waters The Wall – Live in Berlin.

La sua PRK, con base a Colonia, era stata fondata nel 1983 e nel 2000 CTS Eventim ne aveva acquisito quote di maggioranza. Rieger era andato in pensione nel 2015 ma continuava a mantenersi attivo nel campo, partecipando anche alla promozione dei concerti di Phil Collins nei prossimi mesi in Germania.

Nel 2004 Rieger aveva ricevuto il riconoscimento di promoter dell’anno alla sedicesima edizione di ILMC.

Musica dal vivo, ecco come disfarsi di molestie e discriminazione

Anche il mondo della musica dal vivo si sta muovendo sempre più per abbattere le barriere e contro le molestie ai concerti.

L’associazione europea dei festival Yourope ha annunciato l’iniziativa Take a stand, prendi posizione, per incoraggiare i promoter a sottolineare valori come «l’inclusione, la tolleranza e la comprensione per tutti: culture, generi, razze, religioni, orientamento sessuale, colore della pelle e origini».  L’iniziativa è stata lanciata durante l’Eurosonic Noorderslag.

Essere attivi, secondo le linee guida di Yourope, comprende non restare in silenzio di fronte alle ingiustizie, ma sostenere iniziative anche di associazioni benefiche o petizioni, mostrare solidarietà e imparare a scoprire il mondo e le altre culture.

È ilvece la serie di festival australiani Laneway ad aver introdotto una linea telefonica contro le molestie sessuali, comuni negli spettacoli di musica dal vivo nel Paese.

«Le persone devono sentirsi sicure quando entrano da questi cancelli, devono essere parte di qualcosa e pensare di potersi divertirsi senza venire toccate o spinte», ha spiegato Julia Jacklin, di Laneway. I festival si svolgono ad Adelaide, Melbourne, Sydney, Brisbane, Fremantle, Auckland e Singapore nei mesi di gennaio e febbraio.

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