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Chuck Berry compie novant'anni: con lui è nato il rock

Sue sono canzoni come Johnny B. Goode e Brown-Eyed Handsome Man. Chuck Berry, che ha segnato la storia del rock 'n' roll degli anni Cinquanta, compirà novant'anni domani, ma senza festeggiamenti, a differenza del suo sessantesimo compleanno quando Keith Richards aveva organizzato due concerti in suo onore a St. Louis.

il chitarrista dei Rolling Stones deve proprio a Berry l'incontro con Mick Jagger: i due si sono incontrati quando Jagger ha visto Richards con in mano un disco di Chuck Berry. Entrambi hanno così scoperto di avere molto in comune. Anche Bob Dylan ha spiegato di aver scoperto Chuck Berry prima di rivolgere la sua attenzione a Woody Guthrie e al folk.

Chuck Berry è nato in una famiglia di ceto medio all'epoca della segregazione. A 17 anni, dopo essere scappato di casa, è stato fermato dalla polizia, dopo aver rapinato insieme a due amici diversi negozi e aver rubato un'auto. Dopo una condanna a 10 anni, è stato liberato al compimento dei 21 anni. Tornato a St. Louis, Berry ha cominciato a cantare e suonare a feste e nei locali. 

Dopo aver cominciato a riscuotere successo fra il pubblico è arrivata la sua prima registrazione, di Maybelline, in cui ha mescolato country e blues per arrivare al rock.

 

 

Un talent show per scoprire i nuovi talenti dello streaming

Adesso anche lo streaming è entrato nel mondo dei talent show. Il network americano NBC ha infatti deciso di creare una competizione intitolata The Stream, in cui si cercherà la nuova superstar scoperta su Internet e sui social media.

Gli aspiranti cantanti potranno così caricare i loro video sulla piattaforma dello show e gli utenti potranno condividere le performance preferite, portando così al successo uno o l’altro artista.

Secondo la NBC, queste star del futuro potrebbero inserirsi nella scia di altre come Adele e Justin Bieber, scoperti proprio su Internet.

 

Prince, nessuna battaglia a suon di milioni per la sua musica inedita

La musica ancora inedita di Prince non è in vendita a 35 milioni di dollari. Sono stati i rappresentanti del cantante morto ad aprile 2016 a rispondere all’articolo del sito Billboard, secondo cui Warner, Universal e Sony sarebbero in trattative per acquistare il contenuto di una “cassaforte” gestita dagli avvocati Charles Koppelman e L Londell McMillan.

È stato proprio McMillan a negare le voci via Twitter. Sarebbero comunque migliaia le ore di musica già registrata nei quarant’anni di carriera da Prince e mai pubblicata. All’inizio del 2017 potrebbe comunque uscire il cofanetto deluxe di Purple Rain, annunciato con un accordo con la Warner Bros già prima della morte di Prince.

Nel frattempo, l’artista è stato inserito, con 25 milioni di dollari di guadagni, al quinto posto nella classifica delle star morte più ricche, dopo Elvis Presley, con 27, e Michael Jackson, con 825. 

Su Rockol: la musica passione di Dario Fo

Tra le tante passioni di Dario Fo, oltre al teatro, alla poesia e alla pittura, c'era anche la musica. L'intellettuale sangianese, scomparso nella prima mattina di oggi, giovedì 13 ottobre, a Milano, ha sempre avuto un rapporto particolare con l'arte dei suoni: nel corso della sua eclettica carriera artistica, Fo ha registrato alcuni dischi e scritto canzoni per amici e colleghi come Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. Un paio di anni fa aveva anche collaborato con Mika (che lo ha più volte definito una fonte di ispirazione) per un confronto su "Lu Santo Jullare Francesco", una rivisitazione del suo lavoro sulla vita del Santo di Assisi, andato in onda su Rai1. Intervistato da Daria Bignardi al programma televisivo Le invasioni barbariche, nel gennaio del 2014, Dario Fo aveva speso alcune belle parole in merito al cantautore anglo-libanese:

"Io sono un suo grande fan. Quando l'ho ascoltato la prima volta, ero davanti alla televisione, e ho sentito proprio una forza della natura. C'era dentro il ritmo, c'era soprattutto la matematica della musica. Appena l'ho sentito ho detto: 'Come mi piacerebbe cantare con lui'".

E di musica ne scrisse anche, Dario Fo. Nell'estate del 1985, anno in cui tenne un corso di messa in scena alla Libera Università di Alcatraz, nei pressi di Gubbio, l'intellettuale lombardo firmò un breve articolo sul numero di luglio-agosto della rivista musicale "Musiva Viva" (fondata nel 1977 dal giornalista e critico musicale Lorenzo Arruga, che la diresse per sedici anni, fino al 1993 - la rivista cessò le pubblicazioni nel dicembre del 1994). In questo articolo, che vi riportiamo proprio qui sotto, per intero, Dario Fo individuò alcune similitudini tra la musica popolare e la musica classica ed espresse alcune considerazioni sui concerti che, talvolta, finiscono per diventare quasi dei riti:

"Una volta, a Liverpool, ho visto un gruppo, una band, che beveva Coca Cola e la spruzzava sul pubblico sputando. Uno ha anche fatto la pipì sul pubblico. Il pubblico ci stava, prendeva la cosa come un atto d'amore, una provocazione, un gioco. Mi sono chiesto che cosa sarebbe successo in Italia. Due mesi dopo lo stesso gruppo è venuto a Bologna, ero molto curioso, ma si è ripetuto tutto quasi identico.
Una volta, a Ravenna, in una chiesa romanica, ho ascoltato un gruppo di musica antica, credo un gruppo di Roma, si occupavano di Cinquecento italiano e francese. Non sapevo molto di quella musica, allora, ma questo, come altri concerti, mi ha aiutato in tanti altri spettacoli miei, del tipo Ci ragiono e canto.
Quest'estate sarò in Umbria: alla Libera Università di Alcatraz terrò un corso di messa in scena; in quei corsi, per la musica c'è Lucio Dalla. Spero di andare in giro ed ascoltare musica. Ormai sono convinto che la musica classica e la musica popolare non abbiano distanze importanti fra loro e non da noi. E ho capito che c'è un modo comune, internazionale, di reagire alle proposte e alle provocazioni: un legame, per cui i concerti, talora, finiscono per diventare quasi dei riti".

Bob Dylan vince il Premio Nobel per la Letteratura

Bob Dylan è il vincitore del Nobel per la Letteratura del 2016. Il cantautore è il primo, dopo George Bernard Show, a essersi aggiudicato sia il premio consegnato a Stoccolma che un Oscar, e il primo americano dalla vittoria di Toni Morrison nel 1993.

La motivazione è: «Per aver creato nuovi espressioni poetiche all’interno della grande tradizione delle canzoni americane». Il segretario permanente dell’Accademia svedese Sara Danius ha commentato che Dylan «si è reinventato per 54 anni, creandosi costantemente una nuova identità. È un grande poeta nella tradizione della lingua inglese».

I testi del 75enne, commentano i suoi ammiratori, sono sempre stati più importanti della musica. 

Bob Dylan è il vincitore del Nobel per la Letteratura del 2016. Il cantautore è il primo, dopo George Bernard Show, a essersi aggiudicato sia il premio consegnato a Stoccolma che un Oscar, e il primo americano dalla vittoria di Toni Morrison nel 1993.

La motivazione è: «Per aver creato nuovi espressioni poetiche all’interno della grande tradizione delle canzoni americane». Il segretario permanente dell’Accademia svedese Sara Danius ha commentato che Dylan «si è reinventato per 54 anni, creandosi costantemente una nuova identità. È un grande poeta nella tradizione della lingua inglese».

I testi del 75enne, commentano i suoi ammiratori, sono sempre stati più importanti della musica. 

Repubblica: Razzia di biglietti per i concerti rock l’ultima beffa dei bagarini sul web

FILIPPO SANTELLI
 
La buona notizia per gli amanti del rock è che a giugno i Depeche Mode suoneranno in Italia, a Roma, Milano e Bologna. La cattiva è che per accaparrarsi un biglietto, quando sabato saranno in vendita, non basterà vincere la solita gara di corsa tra fan sfegatati. Una bella fetta dei tagliandi infatti si dileguerà all’istante dalla biglietteria ufficiale di TicketOne per ricomparire sulle piattaforme di rivendita come Viagogo, TicketBis o StubHub, a prezzi due, tre, dieci volte maggiori. Ormai è la regola quando una grande band arriva da noi. È successo per l’ultimo concerto di Bruce Springsteen, pochi giorni fa per le due, attesissime, date dei Coldplay. TicketOne intasato, utenti infuriati, biglietti volatilizzati in pochi secondi, ma subito offerti a decine da privati su Viagogo e simili, con annessa cresta: 166 euro per uno da 46, anche 1.700 per i posti numerati da 166, ha denunciato il Codacons alla procura di Milano.
«Al momento non c’è soluzione », ammette Vincenzo Spera, presidente dell’associazione degli organizzatori di concerti Assomusica. Ciò che i bagarini hanno sempre fatto davanti agli stadi, ora la tecnologia lo permette su scala industriale. I ticket bot, software scaricabili in rete per qualche centinaia di euro, aggirano i limiti di acquisto imposti dalle biglietterie online e pure i capcha, i codici che dovrebbero smascherare acquirenti non umani. Così è possibile rastrellare decine di biglietti da piazzare poi sulle piattaforme di rivendita. Nate con fini lodevoli, permettere a chi non può più partecipare all’evento di non perdere i soldi, ma diventate un souk popolato da veri broker di biglietti, e dove secondo alcune stime della Bbc circola fino al 30% dei ticket dei grandi eventi.
Tutto legale, libero mercato. Anche perché quello dei live, per gli artisti azzoppati dalla rivoluzione digitale, è diventato uno dei canali più lucrativi. Ma mercato non proprio trasparente, visto che tra i vari attori della filiera esistono incroci pericolosi. Il gruppo Live Nation per esempio è al contempo agente di star, il più grande organizzatore di concerti al mondo, Coldplay compresi, il primo botteghino digitale con TicketMaster e pure mercato secondario con piattaforme come TM+ e TicketsNow. E anche i tedeschi di Eventim, di cui fa parte TicketOne, fino al 2017 rivenditore unico per l’Italia, hanno il loro secondario: Fansale.
Nel mondo anglosassone qualcuno sta provando a riportare un po’ di regole nel sistema, a beneficio dei consumatori. Eric Schneiderman, procuratore di New York dove i bot sono vietati, ha compiuto un’indagine approfondita sul settore. I Mumford and Sons hanno chiesto al governo inglese di rendere più rigide le norme sulla rivendita. In Italia però gli artisti tacciono, nonostante i soldi che finiscono nelle tasche di bagarini e piattaforme sarebbero in realtà i loro (oltre che della Siae e dell’Erario, Iva non versata). Viagogo rivendica di aver sottratto al nero un mercato enorme, TicketOne non commenta. «I biglietti non sono permutabili o cedibili a titolo oneroso», sarebbe scritto sul retro. In realtà ai cancelli nessuno controlla.
C’è chi, come la startup DynamiTick, propone di applicare anche ai concerti un prezzo variabile, come quello delle compagnie aeree, che va su quando la domanda è tanta. E chi, come Assomusica, invoca una nuova legge. Ma secondo Claudio Trotta, il promoter fondatore di Barley Arts, è anche «un’etica che va ritrovata ». Dopo aver visto «un 5, 10% dei biglietti» dei concerti di Springsteen sparire e riapparire sui siti di rivendita, lui che era l’organizzatore ha presentato un esposto alla procura di Milano. «L’economia dei concerti è stata snaturata a favore di terzi che nulla hanno a che vedere con chi fa musica – dice – quelle piattaforme vanno chiuse». La soluzione di mezzo, rendere nominativi o comunque tracciabili i ticket, piace poco a promoter e biglietterie: sarebbe un carico di lavoro aggiuntivo. Nel frattempo, beato chi trova un biglietto.

Parte a Parigi il MaMA, fra concerti e conferenze

Parte oggi a Parigi il festival MaMA, che in tre giorni porterà sul palco 130 artisti francesi e internazionali. Non solo: MaMA è anche una conferenza per gli esperti del settore musicale che va avanti dal 2010.

Al MaMA saranno rappresentati tutti i mestieri della filiera musicale, dagli artisti ai produttori, per tentare di rispondere alle domande più urgenti del mercato come il copyright, lo status giuridico dei dj, i fondi privati per finanziare i propri progetti, come il crowdfunding, o le nuove frontiere dei biglietti e dei pagamenti, come il blockchain.

Fra gli ospiti musicali ci saranno invece nomi della musica francese come Chocolate Genius, The Dizzy Brains, Fishbach, Kumisolo, Birdy Nam Nam, Nouvelle Vague, Gaspard Royant, The Legendary Tigerman e Jacques.

Il problema dei visti per i costi dei tour, il caso Australia

I visti possono causare problemi all’industria della musica live, come nel caso dell’Australia. Questa è l’opinione dell’amministratore delegato di Live Performance Australia, Evelyn Richardson, secondo cui il nuovo processo di applicazione per i visti, che elimina lo sconto di gruppo per le band in tour, potrebbe «colpire negativamente la realizzabilità dei tour internazionali, portando a un numero minore e riducendo opportunità di lavoro anche per i lavoratori australiani dell’industria del live, oltre che portare a prezzi più alti dei biglietti».

 Il nuovo metodo online porterà a un aumento dei prezzi del 600 per cento e questo, continua Richardson «potrebbe portare gli artisti a smettere del tutto di venire in Australia». Il problema riguarderà, nel 2017, anche festival importanti come il Byron Bay Bluesfest, dove si esibiranno Neil Young, Patti Smith, Mary J. Blige e altri.

Il nuovo sistema entrerà in vigore il 19 novembre e sarà un disincentivo ai tour in Australia.

Sole 24 ore: Musica illegale, un utente su tre ricorre allo stream ripping

Nel 2016 in Italia l’85% dei giovani consumatori accedono a servizi di musica legale. Tuttavia, il 45% dei ragazzi tra i 16 e i 24 anni praticano lo stream ripping. Di cosa si tratta? Un sistema illegale per convertire i video musicali presi da YouTube in tracce mp3, sincronizzabili poi su qualunque device. I numeri sono preoccupanti: a fronte di una platea ampia di utilizzatori di servizi di streaming a pagamento aumenta però di pari passo anche la percentuale degli utenti internet che accedono a contenuti senza licenza (35%).

È un fenomeno giovane e lo dimostra anche la copertura su base demografica, che diminuisce con l’aumentare dell’età. Sono quindi ancora una volta i ragazzi nella fascia tra i 16 e i 24 anni ad essere protagonisti del cambiamento (il 49% di quelli che utilizzano internet ricorrono anche allo stream ripping).

Il documento è basato sulla ricerca condotta da IPSOS tra gli utenti internet, principalmente tra i 16 e 64 anni, in 13 dei maggiori mercati musicali nel mondo e presenta dei focus relativi al cambiamento nei comportamenti dei consumatori fornendo insight di valore su questioni prioritarie attualmente per l’industria musicale.

Dalla ricerca emerge che il 71% della popolazione attiva online accede regolarmente a contenuti musicali e che i servizi di streaming stanno diventando sempre più popolari sopratutto tra i giovani sotto i 25 anni. Gli smartphone sembrano progressivamente sostituire il computer per l’ascolto di musica e sono preferiti sopratutto dagli utenti che scelgono un servizio streaming in abbonamento.

Il servizio più utilizzato online è YouTube: l’82% dei visitatori infatti, lo utilizza per consumare musica, specialmente quella che già conosce. I giovanissimi (13-15 anni) risultano fortemente orientati all’ascolto online e ben disposti rispetto all’idea di pagare per un abbonamento, eppure la violazione del copyright resta un problema significativo e sta assumendo nuove forme con un numero sempre più utenti che utilizzano lo stream ripping.

Un ruolo importante nel favorire il fenomeno della pirateria è giocato dai motori di ricerca. Si calcola che circa il 66% degli utenti che cercano musica gratuita su Google siano esplicitamente alla ricerca di siti pirata.

Arriva Facebook Events, per suggerire eventi agli utenti

Facebook ha deciso di lanciare una nuova applicazione, Events, per consigliare agli utenti eventi amati dai loro amici sul social network o da pagine a cui hanno fatto il like. Nei primi tre giorni, Events ha già raccolto 100 milioni di utenti.

Gli eventi includono festival, maratone, fiere e vita notturna. Non c’è, per ora, la funzione per acquistare i biglietti anche se ne era già stata inserita una sulla pagina degli eventi, in collaborazione con Ticketmaster, Eventbrite e Ticketbud. 

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