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Concert tickets, Assomusica safeguards the public

Assomusica reiterates its opposition to any unauthorized activity of reselling concert tickets. It urges, therefore, the Supervising Authority to take action to prevent any form of speculation to the detriment of consumers and of the authors. Measures should include, but not limit to, accurate controls, so that the show tickets are sold only by people entitled and authorized to do so: the organizers; ticket companies authorized by the organizers; third parties duly authorized, whose name and / or VAT number must appear on the same ticket.

Assomusica also invites the public to buy tickets through the official channels only, distrusting who willfully defrauds State, spectators and music itself.

It is urgent, therefore, to find measures to block those Web sites that do not respect the laws.

It is the firm belief of our Association that urgent legislative measures are necessary, to govern the specific peculiarities of evolving sectors that are of great socio-economic impact.

For this reason, the action of Assomusica will continue with greater commitment, not only directed to Italian institutions but also to the other partners, at the international level. The problem is felt, in fact, in all European countries (France and Germany, in particular) and cannot disregard Community rules. Only cooperation and the appropriate synergies with other subjects, institutional or otherwise, can give us the desired results.

Il Primo ministro britannico si occuperà «presto» del secondary ticketing

Il Primo ministro britannico Theresa May ha dichiarato che prenderà in considerazione con molta attenzione il rapporto di Michael Waterson riguardante il mercato del secondary ticketing.

Waterson aveva “ripreso” il governo più di un mese fa, specificando che il suo fascicolo era rimasto lettera morta. Ora è arrivata la risposta, stimolata dalla domanda di un parlamentare, Nigel Adams: «Qualche settimana fa, pensavo di aver acquistato il biglietto per il concerto della mia band preferita, i Green Day. Invece, dopo pochi minuti i biglietti erano esauriti e si potevano acquistare a prezzo doppio su un altro sito. C’era stato un attacco computerizzato da bagarini organizzati», ha spiegato Adams.

Se passerà una legge in discussione, diventerà illegale utilizzare software digitali per l’acquisto di biglietti, superando il numero consentito. La proposta ha il sostegno anche del rivenditore StubHub.

 

 

La musica dal vivo rende felici

La musica dal vivo rende felici. Uno studio commissionato dal rivenditore di biglietti Stubhub mostra che il 62 per cento delle persone intervistate si sentono più felici dopo uno spettacolo. La percentuale di chi ha dichiarato che il suo umore migliora dopo aver utilizzato videogiochi e social media è invece inferiore al 50 per cento.

Sono le donne, inoltre, le più “musicali”, con il 66 per cento che ama i concerti contro il 58 per cento degli uomini.

Stubhub ha anche interrogato sull’atteggiamento di fronte agli eventi: il 40 per cento in generale, fra cui il 27 negli USA e il 51 al di fuori, prenderebbe in considerazione di andare all’estero per un evento live. Inoltre, per avere gratuitamente biglietti VIP il 45 per cento lavorerebbe in un giorno festivo, mentre l’11 per cento rinuncerebbe a usare la carta igienica per una settimana.

Lo studio di StubHub ha preso in esame duemila persone fra i 18 e i 45 anni in venti città, le principali negli Stati Uniti, alcune capitali in Sudamerica, come Lima, Rio de Janeiro, Città del Messico, in Europa, Barcellona, Londra, Parigi, Berlino, Roma, oltre a Sydney e Toronto.

Paul McCartney a favore del Music Venue Trust

Paul McCartney ha applaudito all’iniziativa del Venues Day di istituire un fondo per i locali in difficoltà. L’ex Beatle ha commentato: «In tutta la mia carriera sono stato così fortunato da suonare in locali di diverse forme e dimensioni, dai club più minuscoli agli stadi giganteschi in tutto il mondo. Senza i locali più piccoli la mia carriera sarebbe stata molto diversa».

Dopo aver suonato al festival Desert Trip in California, McCartney ha detto: «Sostengo il Music Venue Trust perché gli artisti hanno bisogno di un posto da cui cominciare, sviluppare e lavorare sulla loro arte, e i piccoli locali forniscono le fondamenta per tutto questo. Se non sosteniamo la musica live a questo livello, il futuro della musica in generale è in pericolo».

La Stampa: L’Antitrust indaga sulla prevendita dei biglietti dei concerti

La prevendita dei biglietti dei concerti finisce nel mirino dell’Antitrust, che apre un’istruttoria su Ticketone SpA e quattro operatori del mercato secondario. Alla base dell’iniziativa, il fenomeno - segnalato tra l’altro da Unione Nazionale Consumatori e Altroconsumo - relativo alla sostanziale impossibilità di acquistare, anche all’apertura delle vendite, biglietti per gli eventi top come è successo di recente per il concerto dei Coldplay in Italia e, in passato, per One Direction, Bruce Springsteen.  

L’Autorità, infatti, indaga sul fenomeno relativo alla sostanziale impossibilità di acquistare, anche all’apertura delle vendite, biglietti per gli eventi di maggior richiamo sul sito internet di Ticketone Spa, che detiene l’esclusiva per il canale online dei principali eventi e mette in vendita i biglietti ai prezzi fissati dagli organizzatori per conto dell’artista. I biglietti, sottolinea l’Antitrust, risulterebbero invece disponibili, anche pochi minuti dopo l’apertura delle vendite, su altri siti internet (mercato secondario), a prezzi spesso di gran lunga maggiori di quelli del mercato primario. C  si sarebbe verificato, anche di recente, in occasione della vendita dei biglietti per il concerto dei Coldplay in Italia e, per il passato, in occasione dei concerti dei One Direction, dei Foo Fighters, dei Red Hot Chili Peppers, di Bruce Springsteen, Renato Zero, Adele e David Gilmour. L’Autorità ha avviato pertanto procedimenti istruttori nei confronti di Ticketone SpA e dei quattro principali operatori del mercato secondario in Italia, al fine di verificare eventuali violazioni del Codice del Consumo.  

 

Il procedimento nei confronti di Ticketone è diretto, in primo luogo, ad accertare se il professionista abbia predisposto idonee misure informatiche, previsioni contrattuali e modalità di vendita, nonché abbia esercitato un adeguato controllo, per garantire l’effettiva disponibilità di biglietti per i consumatori e per evitare la possibilità che alcuni soggetti, attraverso l’utilizzo di specifici software, procedano all’acquisto massivo e quasi istantaneo di tutti i biglietti sul canale on line. I procedimenti avviati nei confronti dei professionisti del mercato secondario sono diretti a verificare l’eventuale ingannevolezza delle informazioni relative alle condizioni di vendita sui siti, che potrebbero rendere non chiara la natura e le caratteristiche del servizio di intermediazione svolto, la tipologia e il prezzo di vendita dei biglietti offerti, nonché i diritti e le garanzie riconosciuti al consumatore, anche in caso di annullamento degli eventi. L’Autorità, con la collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha effettuato accertamenti ispettivi presso le sedi di Ticketone Spa e di una società che, pur non essendo parte del procedimento dell’Autorità, potrebbe avere elementi utili ai fini dell’indagine in questione.  

 

Chuck Berry, il primo album dal 1979 per festeggiare i 90 anni

Chuck Berry ha appena compiuto 90 anni, ma questo sembra solo aver rafforzato la sua voglia di musica. Il leggendario interprete, considerato fra i padri del rock ‘n’ roll, ha annunciato che il prossimo anno uscirà un nuovo album intitolato Chuck. Non solo: il lavoro è il primo in 38 anni. Rock it era infatti uscito nel 1979.

Il nuovo disco sarà prodotto dall’etichetta Dualtone ed è stato registrato nella sua città d’origine, St. Louis. La dedica è alla moglie Thelmetta, con cui è sposato da 58 anni: «Mia cara, sto invecchiando. Lavoro a quest’album da molto tempo, ora posso appendere le scarpe al chiodo».

Al nuovo materiale hanno collaborato anche i figli di Berry, Charles jr e Ingrid, suonando chitarra e armonica.

Dalla musica soft un aiuto contro l'insonnia

Ascoltare musica prima di dormire aiuta a rilassarsi, certo, ma questo ha ripercussioni positive anche sul ciclo di sonno. Secondo un nuovo studio guidato dallo Sleep and Cognition Laboratory dell’Università di Lincoln and Goldsmiths, ascoltare musica rilassante fra quella che si preferisce aiuta a entrare prima nella fase REM, la più riposante.

Le 651 persone intervistate hanno fatto 545 nomi diversi fra gli autori che preferiscono ascoltare prima di dormire, ma i preferiti sono risultati Brian Eno, Johann Sebastian Bach, Mozart ed Ed Sheeran.

Anche le motivazioni per ascoltare la musica a letto sono varie: dal bloccare rumori esterni o interni, al riempire silenzi sgradevoli o, più in generale, fare compagnia.

Al momento circa il 30 per cento della popolazione adulta soffre di insonnia cronica, e questo può portare a problemi come perdita di memoria, ansia, obesità, demenza e problemi psicologici.

Già nel 2006 era stato teorizzato che ascoltare per 45 minuti musica riposante fosse utile per la qualità del sonno, ma i risultati da allora sono stati controversi. 

Infoday per Creative Europe, ecco come partecipare

Europa Creativa spiegata a tutti: è questo l'intento dell'infoday che si terrà dalle 9.15 al Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, il 20 ottobre. Saranno così spiegati i segreti per partecipare al bando, che si chiude il 23 novembre, per i progetti di cooperazione.

Si comincia con la spiegazione di priorità, criteri di partecipazione e con il formulario, oltre al piano di comunicazione. Saranno presentati anche due progetti già finanziati con il bando dell'Unione europea, entrambi basati sul concetto di audience development, cioè ad ampliare o diversificare il pubblico, oltre a fidelizzare quello esistente.

Un occhio di riguardo sarà inoltre rivolto alla strategia di comunicazione con i social media. L'infoday è gratuito e aperto a tutti gli operatori del settore culturale e creativo che stanno preparando un progetto per la call di cooperazione 2017 

Iscrizioni online su @CreativeSpace, fino ad esaurimento posti, entro le ore 13:00 del 19 Ottobre 2016.

 

L'associato Ruggero Pegna ricorda Dario Fo su The Post Internazionale

Faccio del mio meglio per essere come sono, ma tutti vogliono che sia come loro!” asseriva Bob Dylan.

Non valeva solo per lui. O si amano o si odiano. Si dice spesso così degli artisti, che siano poeti o pittori, che siano scrittori o attori, comici, musicisti.

Quando l’uomo e la sua arte sono più originali e complessi, capita spesso che sul loro conto ci sia una forte divergenza di opinioni, a causa della soggettività di gusti, sensibilità, profondità intellettuale, appartenenza politica; ma, in un caso o nell’altro, piaccia o no, oggettivamente resta la sua arte. 

In realtà, in questa dicotomia di opinioni, per Dario Fo sarebbe comunque d’obbligo, anche per i detrattori, la via di mezzo, quella del rispetto e della stima, sia per l’uomo sia per l’artista. 

Una figura unica, speciale, forse irripetibile, certamente originale, creativa oltre l’immaginabile e, quindi, profondamente italiana, tanto da farsi gustare e riuscire a disgustare, capace di far ridere e commuovere allo stesso tempo, ma anche di non ottenere nessuno dei due effetti, perfino infastidendo; capace di indignare per forme e contenuti o per la sola incapacità di molti di comprenderlo. 

Come per un quadro inestimabile che può incantare, non piacere o lasciare indifferenti, per ogni forma d’arte il parere dello spettatore, che osserva e giudica, è legittimo, ma non può alterare, in più o in meno, il valore oggettivo di ciò che ha un riconoscimento universale. 

Nel caso di Fo, il Premio Nobel sgombera il campo da ogni libera interpretazione sull’uomo e la sua Opera, collocandoli, senza se e senza ma, tra quelli meritevoli di finire nei libri di storia di tutto il mondo, già solo per averlo ricevuto, lustro di un paese e della sua Cultura.

Gli italiani siamo strana gente, generosi e ingrati, un po’ vittime e un po’ autolesionisti, tutti critici e sempre più capaci di chi è e chi fa. A leggere molti commenti sui social, dopo la sua morte, si resta perplessi. 

Una corsa a dichiarare: “A me non piaceva!”. Gente da social, avrebbe detto Eco.

“Un Premio Nobel immeritato”, recitano molti di coloro che di Fo, probabilmente, non hanno visto e letto nulla, fino a sciorinare l’elenco delle adesioni politiche della sua vita che, secondo alcuni, sono prova d’incoerenza, scelte sbagliate e opportunismo, aspetti in ogni caso poco correlabili con genialità e arte. 

Un artista dal talento poliedrico, sganciato da ogni schema, da ogni complesso e condizionamento, non può arrivare a chiunque; credo che anche lui ne sia stato pienamente consapevole. Quanto sono più onesti il suo spirito e la sua mente, tanto meno si preoccupa di piacere a tutti e tanto più vera è ogni sua espressione artistica, senza mediazioni e compromessi. 

Dario Fo, piaccia o non piaccia, merita rispetto innanzitutto come uomo, per la capacità di guardare al resto dell’umanità con l’occhio sprezzante e irriverente di chi, per nulla abbagliato dai riflessi di ricchezze e potere, ha scelto le strade della difesa di semplici, umiliati e indifesi, delle battaglie sociali e dell’avversione all’arroganza, a ogni forma di violenza, ai tanti razzismi.

Fo amava definirsi giullare, con sincera umiltà, in modo quasi discreto, sicuramente consapevole della sua molteplicità artistica ma senza spocchia. 

Molti, con cattiveria, abusano oggi di quel termine per sminuirlo, senza comprenderne il vero significato: quello di un artista fantasioso e umano, capace di unire letteratura colta e popolare, comicità e teatro, musica e pittura; sempre pronto a salire sul carro di qualsiasi battaglia civile, fedele ai veri valori di coerenza che sono quelli dell’impegno, dell’onestà e dei sentimenti. 

Forse per questo, deluso da ogni appartenenza, era sempre alla ricerca di nuovi orizzonti.

Non criticare ciò che non puoi capire”, diceva Bob Dylan. E non a caso, prima di partire, Dario Fo ha ceduto proprio a lui il Nobel speciale, quello che molti non possono comprendere.

I musicisti più depressi del 50 per cento rispetto alla popolazione media

La salute mentale dei musicisti è a rischio. Lo rivela un nuovo studio norvegese del North Trøndelag Hospital Trust, condotto da Jonas Vaag, del dipartimento di psichiatria. Secondo Vaag i musicisti hanno il 50 per cento di possibilità in più di altri norvegesi di utilizzare medicine psicotrope, come antidepressivi e stabilizzatori dell'umore.

I musicisti hanno anche problemi con il sonno. Fra tutti i professionisti della musica, il peggio riguarda i cantanti, soprattutto quelli rock. E' quindi molto importante, ha spiegato Vaag, rendere i servizi sempre migliori.

La salute mentale fra i musicisti è stata un argomento molto dibattuto nel 2016, anche a festival come The Great Escape, e grazie al lancio di Help Musician's UK.

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